Ron Coleman: lavorare con le voci

Cosa sono le voci che a volte ci capita di sentire pur non avendo nessun interlocutore vicino?

Di questi episodi, nella storia dell’essere umano, ce ne sono stati a migliaia, tra i più eclatanti troviamo le voci che udiva Giovanna D’Arco che la spronavano a liberare i territori francesi. Oppure, meno famoso, è l’episodio raccontato da Sigmund Freud che da giovane si sentì chiamare da una “voce cara non misconoscibile”. Udendo le voci non dobbiamo necessariamente pensare di essere affetti da disagio mentale, anche se oggi sono considerate come sintomo di schizofrenia e in alcuni casi vengono “curate” con psicofarmaci.

Delle voci nel 1987 si sono occupati lo psichiatra Marius Romme e Patsy Hague, “uditrice di voci”: durante una trasmissione televisiva invitarono gli uditori di voci a raccontare la propria storia. Molti di loro raccontarono di non rivelare facilmente la loro esperienza per paura di essere considerati matti. Altri affermavano invece di non avere problemi con le voci che consideravano una sorta di compagnia. Da qui il bisogno di creare dei gruppi che possano far interagire gli “uditori di voci”, in modo da condividere le proprie esperienze. I gruppi vengono moderati dai cosiddetti “facilitatori”: professionisti della salute mentale che operano come “registi”, garantendo che la comunicazione si svolga rispettando tutti e che tutti siano coinvolti. Ultimamente tra i “facilitatori” ci sono anche gli “utenti e familiari esperti”.

Ron Coleman, nato in Scozia nel 1958, laureato in Economia e Commercio, è il più importante studioso del fenomeno. Segnato da un passato di violenze ed abusi sessuali, inizia a sentire le voci, fino a venire ricoverato in ospedale psichiatrico con una diagnosi di schizofrenia. Per dieci anni non vi è alcun miglioramento della sua salute psichica. Frequentando un gruppo di uditori di Manchester, Coleman riesce ad imparare a dialogare con quelle strane voci che sente, facendole scomparire quasi del tutto nel 1991. Il suo processo di guarigione trova fondamento nel lavoro di Marius Romme e Sandra Escher: i due ricercatori sostengono che voci e psicosi sono “normali risposte a situazioni anormali”. L’esperienza di mutuo aiuto, ovvero gruppi di uditori di voci rende Ron Coleman formatore e consulente di servizi psichiatrici al servizio di tutto il mondo, compresa l’Italia.

La testimonianza di vita di Coleman permette di capire come riprendere il controllo della propria vita e quindi vincere la paura dei sintomi psicotici, come udire le voci ed avere allucinazioni visive. Nonostante Ron Coleman affermi che la situazione attuale dei servizi psichiatrici sia molto critica, attraverso la sua esperienza ci fa capire che gli uditori possono imparare a gestire le voci, una volta che riescono a dominare le paure e le infelicità che risiedono nel proprio stato d’animo, adottando le tecniche proposte da Coleman (nel libro Lavorare con le voci, 2006). Il segreto della sua tecnica è l’ascoltare e l’interagire con le voci del paziente, cercando di valorizzare quelle positive ed allontanare quelle negative.

Roberto Rueca