Se «aprire» e «chiudere» indicano la stessa cosa. Storia di una rivoluzione

A quarant’anni dall’approvazione della Legge 180/78, (nota come Legge Basaglia), si rende omaggio alla storia di uno psichiatra rivoluzionario, capace di aver dato al nostro Paese un primato positivo, aver restituito la dignità agli emarginati e agli esclusi dalla società, i “matti”. La malattia mentale diviene formalmente e istituzionalmente, per la prima volta al mondo, un problema da valutare in un’ottica fenomenologica: la persona al centro di un sistema che ne influenza comportamenti, emozioni, pensieri.”

Inizia così la sinossi di presentazione del spettacolo teatrale che andrà in scena nel 2018, “La rivoluzione nella pancia di un cavallo”, a quarant’anni dall’approvazione della legge che ha sancito uno spartiacque fondamentale nella storia della psichiatria italiana.

E nelle prossime settimane, vi presenteremo brevi stralci di questo spettacolo che con musica e parole ci vuole far entrare nella storia di una ‘rivoluzione’, mettendo in luce il complesso rapporto che intercorre tra le persone e la ‘normalità’. Rapporto troppo spesso ‘ridotto’ a malattia, malattia che oscura i bisogni, i desideri, i conflitti delle persone che vivono un disagio mentale.

Nello spettacolo non si racconta una storia compiuta, sarebbe paradossale rendere razionale l’irrazionale… Ci sono piuttosto tracce di storie giocate tra il reale e l’immaginario. Vogliamo accompagnare lo spettatore dentro una dimensione simil-dissociativa per stimolare la comprensione della tematica. In scena, una sola attrice rappresenta più ruoli, ognuno di essi giocati sulla linea di confine che separa la “normalità” dalla follia. La musica avrà un ruolo centrale, interamente scritta per lo spettacolo, tranne due doverosi omaggi a Fabrizio De Andrè e ad Edoardo Bennato..

180 gradi, nella sua rubrica dedicata ai 40 anni di riforma, vuole essere promotore e ‘megafono’ di questo spettacolo, perché il teatro, la musica e la cultura sono strumenti fondamentali per divulgare proprio l’essenza delle idee che hanno ispirato un cambiamento così importante nella nostra società.

Cambiamento che va alimentato costantemente, perché come si è visto in questi decenni, da sola, una legge non basta. Alimentato attraverso parole e punti di vista che possano far intravedere le fondamentali ‘verità’ di chi vive l’esclusione sociale, l’isolamento, l’internamento, il ‘margine’ . Verità che oltrepassano ideologie e pregiudizi e indicano esperienze concrete e disarmanti.

ll pazzo non è l’uomo che ha perso la ragione. Il pazzo è l’uomo che ha perso tutto, tranne, purtroppo, la ragione. E’ l’uomo ridotto a sofferenza e bisogno, dimentico di dignità e discernimento, poiché accade facilmente a chi ha perso tutto, di perdere se
stesso.” [P. Levi]

Per raccontare [e alimentare] il radicale ribaltamento di prospettiva portato avanti da Franco Basaglia e dalla sua equipé, la cultura è fondamentale: per questo motivo, ‘ruberemo’ estratti di questo spettacolo emozionante con l’obiettivo dichiarato di diffonderli il più possibile.

Lo facciamo nella consapevolezza che certi messaggi possono essere trasmessi più facilmente con l’arte e la cultura piuttosto che con le fredde ricerche scientifiche che purtroppo fanno fatica a ‘fotografare’ ciò che più di essenziale c’è nelle ragioni di un cambiamento: l’esperienza stessa delle persone.

Vi racconteremo il backstage dello spettacolo in una collaborazione per noi esaltante con la dott.ssa Daniela di Renzo e i professionisti che la accompagnano in questo viaggio e ringraziamo l’associazione ‘Memoria ‘900’ per averci dato la possibilità di ampliare le nostre modalità espressive: ‘La rivoluzione nella pancia di un cavallo’ ci permetterà di entrare in un mondo distante ormai diversi decenni, ri-attualizzando le emozioni di una svolta epocale eppure ancora provvisoria.

Tuttavia, non vogliamo semplicemente ‘ricordare’ in modo celebrativo, retorico e ‘nostalgico’: vogliamo ‘ricordare’ con la lucida speranza di far rivivere nel presente un cambiamento che può migliorare concretamente la vita di milioni di persone. Un cambiamento mai definitivo, perché richiede il continuo coinvolgimento di tutte le persone interessate e dell’intera società civile.

Per questo, vogliamo dare parole e visibilità all’impegno di migliaia di cittadini che da 40 anni portano avanti, spesso nel silenzio più assordante, i principi e i metodi di una riforma che avvicina veramente i servizi sanitari e sociali ai bisogni più profondi delle persone con disagio mentale.

Per questo, iniziamo insieme a Daniela Di Renzo e alla sua compagnia di artisti questo affascinante viaggio: un racconto nel racconto al fine di far capire cosa ci muove nel voler diffondere un messaggio così radicale e così difficile. Perché essere inclusivi è faticoso ed è un costante lavoro creativo.

Insieme ai partecipanti del Laboratorio P, vogliamo condividere i desideri che ci ispirano per renderli vivi e ‘presenti’ al fine di poter migliorare l’esistenza di pazienti e operatori che lavorano nella salute mentale.

Prendendo un breve estratto dello spettacolo, ricordiamo che “Era il 25 marzo del 1973, quando Marco Cavallo esce dal manicomio ed entra di diritto nella città, seguito da una processione di infermieri, medici, ricoverati, artisti. La dignità stava per tornare ad assumere un significato e la sofferenza mentale tornava finalmente a casa, nel luogo della domanda senza risposta, nella coscienza che raggiungi quando comprendi che il senso del legame è nascosto nella continuità tra il tuo dubbio e quello dell’altro.”

Tra grandi speranze e grandi dubbi, attraverso il racconto di questo spettacolo, vogliamo coinvolgere nuovamente tutte le persone che in modo diretto e indiretto continuano ad essere protagonisti di una storia così ‘umana’ da coinvolgere tutti, a partire proprio dai ‘matti’, ossia da ‘chi non ce la fa’ per motivi scientifici ancora oscuri in cui tuttavia ci sono ragioni esistenziali dimenticate eppure così evidenti e palesi.

La musica e i testi de ‘La rivoluzione nella pancia di un cavallo’ renderanno questo impegno più agevole, più divertente, più emozionante. E saremo più ‘ricchi’ e capaci di coinvolgere. Veramente.