Telecamere negli asili: la proposta dei genitori in rivolta

Due petizioni per mettere le telecamere all’interno dei nido e delle scuole per l’infanzia. Queste le proposte lanciate dai genitori dopo i recenti casi di cronaca che vedevano le insegnanti maltrattare i bambini. Il gruppo Facebook “#sialletelecamere”, che conta 48.281 membri, propone le telecamere per tutte le strutture in cui si lavora con soggetti minori o non in grado di difendersi.

Federica Funi, mamma romana promotrice della prima petizione sul tema proposta diversi anni fa, e che conta attualmente 15.864 sostenitori, così presenta l’iniziativa sul sito change.org:

Care mamme mi rivolgo a voi, perchè so che a nessun altro più di voi sta a cuore la sicurezza dei propri figli.  
Inizio questa petizione per chiedere che ad ogni asilo di italia vengano istallate delle telecamere di modo da poter tenere sempre sotto controllo i nostri bambini, dato che gli episodi degli ultimi tempi rivelano comportamenti poco umani da parte delle maestre. In questo modo lo potremmo prevenire, prima che tutto ciò arreca i danni all’equilibro psicologico e fisico dei nostri bambini. Voglio premettere però che non tutti gli asili sono cosi. Ma meglio prevenire che curare.

Questa petizione, rivolta al Garante della privacy ebbe già dallo stesso Antonello Soro nel maggio del 2013 una risposta negativa:

“Il collegamento telematico non assicurava sufficienti tutele ai minori: in primo luogo, la visione da parte dei genitori non era limitata alle sole attività del proprio figlio, ma si estendeva naturalmente anche a quelle degli altri minori e agli insegnanti; in secondo luogo, il sistema non garantiva che anche altri, oltre ai genitori muniti di credenziali per l’accesso, potessero visionare le immagini: circostanza questa che apriva al possibile rischio che le immagini potessero poi essere registrate e usate anche a fini illeciti.”
“Sistemi di controllo così intrusivi come le webcam – aveva commentato Antonello Soro, Presidente dell’Autorità – devono essere usati con estrema cautela perché, oltre a incidere sulla libertà di insegnamento, possono ingenerare nel minore, fin dai primi anni di vita, la percezione che sia “normale” essere continuamente sorvegliati, come pure condizionare la spontaneità del rapporto con gli insegnanti. La tranquillità dei genitori non può essere raggiunta a scapito del libero sviluppo dei figli. Non possiamo, per placare le nostre ansie di adulti, trasformare la società in cui viviamo in un mondo di ipersorvegliati, a partire dai nostri bambini”

Il Garante della privacy al tempo vietò con queste motivazioni l’utilizzo delle telecamere in un asilo nido di Ravenna. Tuttavia, ultimamente, nelle dichiarazioni rilasciate a Repubblica traspare una piccola apertura e la volontà di mettere in atto contromisure più equilibrate per affrontare il problema. Quali siamo ancora non è ancora chiaro.

Forse implementare la retribuzione, la formazione e la supervisione di chi si occupa degli aspetti formativi ed educativi di bambini e ragazzi potrebbe avere un suo ruolo, nobilitando una professione decisiva per lo sviluppo della nostra società: professione messa sempre più in crisi dalla mancanza di risorse, che rende asili e scuole più simili a ‘parcheggi per minori’ che a luoghi deputati alla formazione e alla cultura. In altre parole, una proposta più ‘equilibrata’ potrebbe essere quella di basare la sicurezza sulla qualità e l’implementazione del personale piuttosto che sul freddo controllo tecnologico che potrebbe intaccare la spontaneità e la libertà di alunni e insegnanti.

Rimane aperto il dibattito.