Cena al buio: quando i sapori prendono il sopravvento

Pastafilo, lasagna con verdure e carne con spuma di patate. I sapori che usando cinque sensi consideri deliziosi, al buio diventano una esperienza roboante. Così il Forte Prenestino e alcuni esponenti dell’Unione Italiana Ciechi collaborano ad organizzare l’iniziativa “Cene al Buio” a cura di Luciano Pulerà e Giada Catini, con il supporto di Giovanna del Forte Prenestino.

Tre ore da trascorrere completamente al buio, in un ambiente accuratamente preparato, in cui sei condotto e intrattenuto da ciechi. Nello specifico, sabato 2 Aprile si è conclusa la stagione invernale di “Cene al Buio” al Forte Prenestino con un tutto esaurito. Circa cinquanta persone sono state accolte, condotte in piccoli gruppi all’interno della sala: dopo essersi seduto, ognuno dei partecipanti, istruito precedentemente, si è trovato davanti l’antipasto, forchetta e tovagliolo alla propria destra e la bottiglietta con acqua davanti a sé, proprio in quest’ordine si scopre che questi oggetti possono essere veicolo di una nuova esperienza.

Le brevi indicazioni, date all’ingresso da Giovanna, sono state preziose per iniziare l’esplorazione tattile del tavolo per iniziare a cenare. Come accade spesso, a detta degli organizzatori, i primi minuti sono fondamentali per l’ambientamento, in genere si tende a parlare molto e ad alzare il tono della voce… anche in questa serata è accaduto così! Per tutte e tre le ore la chiacchiera e l’esplorazione tattile, uditiva, olfattiva e del gusto… soprattutto il gusto, sono stati i fattori che hanno reso la “cena al buio” un momento di euforia collettiva.

Il piacevole viaggio in cui Luciano e Giada ci hanno condotto è un viaggio nell’universo dei “non vedenti”, o meglio ciechi, come chi è un questa condizione, preferisce essere nominato. Durante la cena ci sono stati momenti in cui Luciano, da buon oratore, ha sfatato molti luoghi comuni sulla quotidianità di una persona cieca, con ironia e soprattutto facendo leva sulla deprivazione momentanea che i partecipanti alla cena stavano vivendo, ci ha portati davvero a capire le difficoltà e lo smarrimento, oppure i pensieri e l’intelligenza che una persona cieca è portata a sviluppare.

Un’esperienza come la cena, un momento conviviale, che facilmente attrae come esperienza diversa dal solito, è di fatto un veicolo attraverso il quale far passare concetti come la solidarietà, con lo scambio di ruoli, o l’intelligenza collettiva, con l’esperienza di deprivazione del senso della vista che ricopre circa il 70% dell’universo percettivo di una persona dotata dei 5 sensi. Il rispetto di norme sociali per l’integrazione di persone portatrici di handicap, passa attraverso la consapevolezza che la nostra società è costituita da persone con attitudini, bisogni differenti e con desideri differenti. Il mondo del desiderio spesso coincide con quello del gusto ed è proprio questo tra i 5 sensi ad essere stimolato maggiormente in questa esperienza, considerare quindi che i disabili sono persone che desiderano e che gustano è uno degli aspetti più rivoluzionari dell’iniziativa ed è forse il segreto del successo di un evento, che si ripropone oltre che al Forte Prenestino,  anche in tanti altri ristoranti e associazioni d’Italia.

Valeria Festino