L’intervento della ConfBasaglia in Cina

La Cina guarda al modello basagliano attraverso una serie di progetti promossi dall’Unione Europea che dal 2011 sono mirati a migliorare le condizioni di cura della salute mentale. Il successo del progetto si misura dal fatto che gli obiettivi del prossimo bando UE 2014-2017, relativi alla zona Harbin, una delle più all’avanguardia nel Paese, sono costituire una rete di associazioni di familiari ed utenti, aprire una residenza “a porte aperte” e avviare progetti lavorativi per persone svantaggiate.

Tutto è iniziato cinque anni fa, con il lavoro della ConfBasaglia e di due organizzazioni non governative italiane: una è nel viterbese, Solidarietà e Servizio (SOLIS) e l’altra a Bologna, Amici Di Follereav (AIFO). La prima fase è durata tre anni ed ha preso spunto dall’esperienza e dagli obiettivi della legge 180. In generale si è lavorato su un’azione pilota che avesse come focus la salute mentale. Nello specifico, si è trattato di seguire in linea di massima quello che succede nei CSM italiani, attraverso accoglienza, visite a domicilio, somministrazione di farmaci e attività riabilitative. Questo progetto è partito in tre distretti della Cina, Haidian (Pechino), Nanguang (Changling) e Tongling (Toncing), per poi espandersi in altre zone, come quella di Harbin, protagonista per prossimo bando UE.

Dal suo secondo anno di vita, ne ha preso parte, in veste di esperta della ConfBasaglia, una personalità molto forte e importante nella psichiatria italiana, Giovanna Del Giudice.
Questo progetto ha l’obiettivo di promuovere un’organizzazione equa e inclusiva del sistema di cura della salute mentale, nel quale si dovrà rafforzare l’importanza dell’azione dei cinesi. Ci si aspetta che diventino infatti protagonisti attivi di questo cambiamento, una comunità che sa dare risposte precise e concrete, che dovrà essere in grado e pronta a soddisfare tutti i bisogni di persone con disagio.
In questi anni sono stati organizzati diversi corsi di formazione in Italia e visite di esperti in Cina indirizzate a manager, politici, funzionari e dirigenti dei distretti coinvolti. Insieme al DSM di Trieste sono state visitate le Cooperative Sociali, i servizi e le associazioni dei familiari.

Il progetto è stato condiviso con alcune realtà locali, come la Peking University Institute of Mental Health/ the Sixth Hospital of Peking University (PUIMH) e l’associazione Aid and Service Association, per far sì che queste collaborino con le autorità governative distrettuali della salute a favore delle persone con problemi di salute mentale e dei loro familiari. Uno degli obiettivi è favorire l’accesso alle cure, in particolare attraverso l’organizzazione di Centri di Salute Mentale comunitari che al momento non esistono, e la promozione della piena inclusione nella comunità, in particolare attraverso l’inserimento lavorativo.

In una situazione mondiale non proprio delle più rosee per la psichiatria e per chi ne soffre, è molto importante che in alcuni Paesi qualcosa stia cambiando, come nel caso della Cina. Una situazione, quella cinese che deve essere da esempio per gli altri paesi del mondo dove, purtroppo, ancora succedono tante cose molto brutte. Quella cinese è una di quelle realtà che ci dà speranza per il futuro.

Foto: Dipinto di Yue Minjun | Foto: See-ming Lee | Flickr | CCLicense