“Robba da matti! Storia del Padiglione 25”

È l’estate del 1975 quando un gruppo di infermieri dell’Ospedale psichiatrico Santa Maria della Pietà, ispirati dalle idee di Franco Basaglia, decide di occupare e autogestire uno dei padiglioni.

Così è stato recensito il film documentario in un articolo del 24 marzo 2017, Un manicomio senza sbarre. Roba da matti e da infermieri di Marco Romani de Il Venerdì di Repubblica, “Animati da passione politica e da sana incoscienza, occupano un reparto e lo autogestiscono buttando giù, per la prima volta in Italia, le sbarre alle finestre, abolendo fasce di contenzione e elettroshock, tenendo le porte aperte… ora quell’esperienza è un film documentario di Massimiliano Carboni e Claudia Demichelis”.

Questi infermieri si trasferiscono con venti pazienti al padiglione 25, osservano “il non rispetto delle vecchie regole”, iniziano un lavoro lento e faticoso di reinserimento progressivo dei degenti nella società e scrivono un diario: un racconto in presa diretta di questa esperienza, da cui emerge con forza che cosa fosse il manicomio “e di cosa fosse fatto il lavoro per smontarlo”, come scrive Maria Grazia Giannichedda, nel suo saggio introduttivo al libro Padiglione 25. Autogestione in manicomio (1975-1976) curato dell’antropologa Claudia Demichelis.

Una “prova di liberazione” la definisce Tommaso Losavio nella postfazione: un tassello importante della memoria di quegli anni, un esercizio interessante per il presente, nonostante l’esito tragico e la violenza dei rapporti di potere, che vedrà i giovani infermieri lasciati completamente soli e ostacolati da un’istituzione interessata solo al fallimento dell’esperienza