Matte, dimenticate, stuprate, queste le donne che Luca Trezza dipinge ne’ “Le Sante sedute Stanti” spettacolo teatrale che le formiche (Ass.ne Formiche di Vetro Teatro, di Roma) portano a casa come un punto a favore, nella faticosa lotta per la sopravvivenza che la cultura e il teatro autoprodotto, vivono in Italia e a Roma.
Non è di solo pane… ovvero, di solo pubblico che il teatro vive, ma spesso e soprattutto di attori, sono loro i veri protagonisti della rinascita del teatro, sono loro i primi spettatori. E’ per questo motivo che Luca tratteggia personaggi di donne con esperienze al limite della violenza e della solitudine, personaggi che parlano e che danzano facendo trasparire le biografie delle attrici, tutte donne e attrici, solo in seconda battuta! Lo stupro, come atto estremo è spesso il protagonista della violenza raccontata sulle donne, ma questa violazione del corpo fuori dal consenso, provoca una diramazione della coscienza di realtà, provoca una frattura insuturabile nella vita delle persone che lo vivono e questo squilibrio, spesso porta alla morte. La morte è un altro tema che le “Sante sedute..” tratteggiano con i loro personaggi, non è una storia sola ad essere raccontata, le trame delle ripetizioni del testo ci portano come in una canzone ad abbracciare diverse vite che ruotano intorno a questi drammi. La perdita e il vuoto provocato dalla morte della persona amata, risulta anch’essa una violenza, per chi non ha altro che l’altro, non sente altro scopo nella vita che donarsi e prendersi cura, come spesso le donne credono che la loro vita sia destinata ad essere. Risvolti di violenza che la nostra società lascia sulla pelle delle donne come lividi, come assenze di cose non dette, di educazione non data, di amore mancato per paura o per pudore… Per questo o poco più si diventa Sante!
Valeria Festino