Grande è bello! L’abbondante è il massimo dello spazio

La mostra dell’artista colombiano a palazzo Bonaparte

 

Fernando Botero e le forme.

Il ruolo del corpo e della carnalità è il tema centrale della Grande mostra di Fernando Botero a Roma, che da settembre si protrarrà fino a metà gennaio 2025 presso il Palazzo Bonaparte a Piazza Venezia.

La sensazione e la percezione del corpo sono aspetti che ruotano intorno ad un senso di femminilità, che riguarda sia gli uomini che le donne. Infatti, l’artista ha iniziato a sperimentare forme e volumi per un evento casuale: disegnando un mandolino si accorse che applicando un  piccolo foro di risonanza l’oggetto acquisiva maggiore sensualità nella dilatazione della forma. Fernando Botero, dunque, non dipinge solo donne, ma anche uomini, animali, frutta e nature morte, che grazie alla rappresentazione dei volumi acquistano sensualità. Per questo artista una visione rivoluzionaria dei volumi e delle forme è simboleggiato dal “grande è bello”.

Il colore, la sensualità delle forme, la centralità dei soggetti, tutti questi elementi sono un chiaro segnale di accoglienza verso il corpo, abbondanza e piacere. Per noi oggi celebrare la donna nelle sue fragilità e nella sua forza, passa anche attraverso la celebrazione del corpo; nella mostra troviamo tutte le maggiori opere che caratterizzano il linguaggio artistico di Botero.

Artista colombiano, raffigura la sua terra d’origine come una grande madre che piange per le ripetute violazioni dei diritti, a causa di una dimensione sociale  inquinata dal traffico di stupefacenti, opera dei maggiori cartelli internazionali, e da una struttura politica che difficilmente protegge i colombiani dal commercio illecito (droga e prostituzione). La morte di Pablo Escobar, capostipite dei gruppi di narcotraffico, famoso in tutto il mondo, viene rappresentata in un’opera del 1999, di cui troviamo, in questa mostra, solo un piccolo frammento con un primo piano del cosiddetto “Imperatore della cocaina” crivellato di colpi. Fernando Botero nato a Medellin, città nota per il traffico di droga al tempo di Escobar, rappresenta la tragedia della guerriglia e le uccisioni con il suo stile.

Un’ altra serie di opere esposte in questa mostra provengono da uno studio sui massacri avvenuti nella prigione di Abu Graib in Iraq, che hanno fatto il giro del mondo per la loro ferocia; i dipinti mostrano la violenza e il sangue in tutta la forza del colore e della carnalità.

Vediamo la bellezza del corpo e la violenza della storia come in un’unica ottica che deforma in grande. Non è necessario togliere, dimezzare, tagliare è interessante includere, immergere, avvolgere: questi sono le aggettivazioni che focalizzano la visione verso un ampliamento della dimensione del piacere e della sensualità.

foto di Francesca Ruggieri