Il Disability Pride Network tenutosi il 3 luglio a Milano è stato un momento di ritrovo per tutte le persone sensibili al tema della disabilità. “Una parata che celebra soprattutto la vita e gli ideali” come affermano alcuni degli stessi partecipanti. “È commovente e ci carica tantissimo, vorremmo sempre essere a un disability pride”, questa è un’altra dichiarazione di coloro che vi hanno preso parte, manifestando da Porta Garibaldi fino all’Arco della Pace. Migliaia di persone che hanno attraversato le vie della Movida, dove spesso la sofferenza viene nascosta dietro ai falsi sorrisi di un aperitivo, dando un tono di realtà anche alle “disabilità invisibili” come quella del disagio psichico, descrivendole negli interventi a Radio32 – La Radio che Ascolta.
L’idea di base del Disability Pride è quella di tutelare le diversità in generale ma lo sguardo di alcuni suoi importanti attivisti, come Daniele Lauri, non può essere assolutamente trascurato, poiché è diretto in maniera molto determinata ai problemi dell’accessibilità oltre che al pregiudizio verso questo tema. Molti, tra attivisti e sostenitori del Disability Pride, vivono giorni di lotta ed entusiasmo alternati alle difficoltà quotidiane che ogni portatore di handicap vive per la scarsa tutela dei diritti fondamentali della disabilità. Ma una riflessione che scaturisce dal buio della cantina abbandonata in cui buona parte della politica ha lasciato questo tema è senz’altro questa idea: Sapere che le persone siano libere di muoversi e di spostarsi in una società che spinge per garantire il più possibile questa libertà, può far bene a tutti i cittadini, disabili e non.
Ciò che fa bene è avere quantomeno l’idea che la politica e la società siano sensibili alle caratteristiche specifiche ed ai bisogni di ognuno quantomeno garantendo i diritti più basilari, visto che le tecnologie e le riflessioni su un tema come quello che il Disability Pride Network pone al centro dei propri obiettivi, lo permettono. Anche la legge e le carte costituzionali spesso contemplano la tutela di questo diritto ma non sempre, nella pratica dei fatti, si riesce ad ottemperare ai valori della carta scritta. Lo stesso Daniele Lauri, il quale ha organizzato vere e proprie camminate accessibili in quartieri come Pigneto e Garbatella alla presenza di politici i quali hanno potuto tastare con mano le difficoltà della deambulazione dei portatori di handicap per le strade urbane, sottolineando che solo pochissime aree delle città italiane garantiscono un minimo di accessibilità ai luoghi.
Il Disability Pride Network è una realtà di attivisti che vuole fare i conti con questa mentalità, che predomina in larga parte della popolazione. L’idea che i portatori di handicap non possano sentirsi più liberi e sicuri di muoversi, ma soprattutto che non possano sentirsi più indipendenti dagli altri e dagli atteggiamenti iperprotettivi in cui a volte un po tutti cascano di fronte a coloro i quali hanno una diversità. La diversità è essa stessa un’occasione per trarre un proficuo insegnamento morale e spirituale, cercando di non abbozzare con superficialità e celato pregiudizio.