Essere mamma significa riuscire a conciliare la vita lavorativa con quella familiare e con tutte le sfide che questa società impone. Esaminiamo Le equilibriste, il report annuale che ci dà una fotografia della condizione delle donne e la maternità in Italia. Da questa ricerca realizzata da Ipsos per Save The Children emerge anche che nel mercato del lavoro le donne combattono una condizione di svantaggio rispetto all’uomo. La disparità di genere non fa che aumentare le loro difficoltà nell’ambito lavorativo, in una situazione già dura di per sé. Peraltro le donne si misurano con la difficoltà di mediare tra carriera professionale e maternità. A questo segue l’impresa, a volte impossibile, della cura familiare di una mamma freelance.Essere madri significa affrontare una sfida quotidiana nel bilanciare le responsabilità della genitorialità insieme all’eventuale carriera e al resto delle fatiche di ogni giorno. La donna lavoratrice ha delle preoccupazioni in più e deve trovare il giusto equilibrio nella gestione del tempo poiché deve soddisfare le necessità della famiglia, del marito,dei figli e quelle del lavoro.È di questo che parla l’ottava edizione della pubblicazione di Save The Children che approfondisce la condizione della maternità in Italia: come gestire lavoro e figli, il vissuto difficile delle mamme lavoratrici. Nel 2022, afferma l’indagine, è stato raggiunto il nuovo record minimo di nascite che scendono perla prima volta sotto le quattrocentomila. Questi dati affermano con certezza quanto sia divenuto complicato diventare mamme. Ci vuole coraggio a fare un figlio, a mantenerlo, a crescerlo. Oggi entrambi i genitori si prendono cura dei figli, e che la donna lavori è necessario per la sopravvivenza economica della famiglia. In molti paesi ci sono leggi che proteggono le donne dalle discriminazioni sul lavoro e garantiscono la parità di diritti e opportunità di genere.La bassa fecondità, descrive ancora il report annuale, nel nostro Paese è frutto di molte dinamiche, rigorosamente associate al mercato del lavoro, la carenza dei servizi e la distribuzione dei carichi di cura familiare. Per sostenere la genitorialità occorre intervenire in modo integrato su più livelli. Occorre incrementare il sostegno economico alle famiglie con minori, a partire da tutte quelle che vivono in condizioni di difficoltà. Vanno sostenuti i servizi per l’infanzia in Italia e in Europa.Dietro tutte queste grandi paure si insinuano diverse teorie psicologiche e sociologiche che sostengono che la maternità può attendere, che in qualche modo giustificano la denatalità.Sostengono che una donna si possa sentire realizzata anche senza essere madre. Verissimo. Dietro queste affermazioni ci potrebbe essere anche la paura appunto di diventare madri. Perché questi discorsi prima non si facevano con tanta insistenza come ora? Stiamo forse mettendo delle scuse e la contrazione della natalità continua a restare un fenomeno in peggioramento nell’ultimo decennio.Oggi si parla sempre meno del desiderio e delle attese di diventare madri e sempre più dell’individualità di una donna, che senza figli è più libera. I figli vengono visti come un peso, un ostacolo alla carriera, anche perché mancano servizi e sostegni adeguati alla famiglia. La popolazione italiana è dunque in costante calo. Nel nostro Paese il numero dei decessi è superiore a quello delle nascite.«A vent’anni pensavo vagamente di volere due figli. Adesso penso che dovrei decidermi per averne almeno uno. Ma il tempo passa e non mi sembra mai il momento»-queste sono le parole riportate nel libro di Elena Rosci, “La maternità può attendere”. “Mentre le stagioni corrono e il limite biologico della fertilità si fa incombente, in molte continuano a ripetere quel «non mi sembra il momento», un vero e proprio leit motiv nelle spiegazioni fornite dalle donne (una su cinque inItalia) che rinunciano a fare figli.”Si dovrebbe parlare di più di istinto materno. Bisognerebbe capire se, le ragioni per cui una donna su cinque in Italia non vuole avere dei figli è un suo desiderio profondo o se la società ci sta spostando tutti piano piano in una dimensione di ideologie e posizioni preconcette senza indagare a fondo e senza aiutare le donnea scoprire cosa vogliono veramente e ad affrontare le proprie paure senza trincerarvisi dietro.