“In altre parole, il muro di difesa che si era costruita intorno era molto più alto e resistente del mio. Quello che si trovava dietro al muro, però, era sorprendentemente simile.”
Nel Giappone degli anni Cinquanta non avere fratelli o sorelle è un’anomalia. Hajime, dodici anni e figlio unico, lo sa bene; tanto bene che oramai ha creato una fortezza intorno a sé, dove rifugiarsi quando quel senso di mancata appartenenza si fa sentire più forte. Ma è nel semplice gesto di stringere la mano di Shimamoto che Hajime capisce che essi non saranno mai più soli.
Anche Shimamoto è figlia unica, ha una disabilità fisica, e ciò la ha inevitabilmente portata a un’esistenza solitaria.
Almeno, fino al momento che le loro mani si sono toccate. Da quel gesto di due giovani ragazzi nasce un legame indissolubile, un’intesa che trascende spazio e tempo, che prende il controllo di due intere esistenze.
Murakami si dimostra nuovamente maestro della sua arte. In questo romanzo è solo una sottile linea a separare la realtà dall’immaginazione e a creare il giusto equilibrio tra detto e non detto.
E’ un racconto in cui immedesimarsi, ma anche in cui dare spazio alla dimensione del surreale. La storia personale del protagonista acquisisce valore perché si intreccia con elementi socio-politici della sua civiltà, che danno una panoramica di lettura più ampia e suggestiva.
I protagonisti sono in netta antitesi l’uno con l’altro: di Hajime conosciamo i pensieri e le pulsioni più profondi, di Shimamoto abbiamo soltanto un assaggio. L’eros è descritto nella sua forma più palpabile e materiale, ma mai volgare. Murakami porta avanti una trama semplice, che a volte risulta quasi assente se non inesistente, senza perdere il ritmo incalzante e l’incredibile scorrevolezza.
“A sud del confine, a ovest del sole” è una storia tenera, intima, coinvolgente.
E’ la reminiscenza di un’infanzia ormai lontana, sfuggita dalle mani dell’impotente protagonista, di cui rimane soltanto un ricordo indelebile.
E’ la scoperta di sé stessi, nel passato, nel presente e nel futuro, incessante e onnipresente, che sfianca e confonde e divora ogni individuo.
E’ il racconto di un continuo sfuggirsi e inseguirsi, che trascina e intriga e lascia a fiato sospeso fino all’ultima parola.
Rebecca Collepiccolo