Il libro si apre con la storia di un carrettiere romano,Vincenzo Volpi, che vive nei pressi dell’Abbazia delle Tre Fontane sulla via Laurentina alla fine del 1800. Angelo, il figlio più giovane di indole ribelle, prende parte spontaneamente alle manifestazioni di protesta nel centro città, guidate dai rivoluzionari, per rivendicare pane e lavoro. A seguito degli scontri con le guardie regie del 1° maggio 1891 a piazza Santa Croce in Gerusalemme viene arrestato e carcerato. Proprio in cella, a contatto con noti anarchici romani, abbraccerà la fede libertaria.
Nel secondo piano temporale del secolo successivo, nel quale è strutturato il racconto, alla fine degli anni Sessanta Enrico Novarese, giovane studente universitario di Abbiategrasso, un paese in provincia di Milano, in seguito alla morte del padre Giuseppe, viene in possesso di una fotografia su cui il genitore, un fervente comunista, è ritratto insieme ad un altro uomo sconosciuto.La foto appare parecchio enigmatica perché nel retro ha raffigurati dei caratteri misteriosi che inducono il ragazzo ad indagare sul passato del padre e dell’uomo oscuro. Le indagini portano Enrico a riavvicinarsi ad un caro vecchio e leale amico del genitore, Mario Tacchelli, che racconta tante avventure vissute insieme sempre sullo sfondo della lotta contro il fascismo. Il giovane cerca poi di decifrare i caratteri scritti sulla foto con l’aiuto del professor Giovanni Invernizzi direttore della biblioteca comunale. Scopre, almeno in parte, il significato di quegli strani caratteri che lo portano nell’immaginario del culto egizio della dea Iside. Continuando la sua indagine, divenuta ormai un’ossessione, capisce che nell’antica chiesa di San Bernardino ad Abbiategrasso alcuni adepti, tra cui forse anche la sua fidanzata, professano una sorta di culto esoterico, dove riaffiorano dei simboli egizi a lui divenuti noti. Entra così nel vivo questo noir fanta- politico tra memorie del passato e fatti che continuano a stravolgere la vita del giovane sempre più a fondo. Tra tutti la morte improvvisa e misteriosa del professor Invernizzi che lo aveva aiutato nella ricerca. Questa vicenda induce Enrico a pensare che qualcosa di pericoloso e non casuale abbia causato la perdita del suo amico. Continua così le sue indagini, che lo portano fino a Roma, dove finalmente all’archivio centrale dello Stato riesce a trovare l’identità dell’uomo raffigurato col basco e la stella rossa accanto a suo padre. Si tratta di Terenzio Volpi, l’altro figlio di Vincenzo, il carrettiere delle Tre Fontane. Tra i documenti rinvenuti c’erano anche disegni, geroglifici e frasi che potevano essere il completamento di quelli trovati sul retro della misteriosa fotografia.
A questo punto mentre Enrico vive l’ambiente romano tra la Basilica di San Paolo, la Garbatella e l’Ostiense coi Mercati generali, partecipa alla violenta manifestazione studentesca del maggio 1970. In quella notte di eclissi di luna Enrico si trova davanti alla facciata di un palazzo popolare con delle colonne e strane rappresentazioni di animali. E’ lì che pronuncia la fatidica frase ricostruita anagrammando le parole trovate in archivio: “con Sirio senza luna risorge l’alba degli schiavi”. A quel punto una serie di eventi accadono nei dintorni e non solo: un’esplosione riduce in brandelli il Gazometro, la Piramide Cestia viene vandalizzata e al cimitero Verano nei presi del tempietto egizio si scoperchiano alcune tombe di anarchici.Tutto questo al giovane appare come un chiaro segno delle forze oscure sollevate nella notte senza luna. Gli Spettri rossi, anime proletarie del passato, che tanto avevano combattuto contro le ingiustizie e le prepotenze dei padroni, avevano preso il sopravvento e distrutto alcuni caposaldi dell’industrialismo come il Gazometro a Roma e l’alternatore con la macchina a vapore della Centrale termoelettrica Regina Margherita delle telerie Gavazzi di Desio nel nord Italia. Impaurito, sorpreso e in qualche modo saturo da tutti quegli eventi catastrofici, che avevano preso il pieno controllo della sua vita negli ultimi mesi, Enrico decide di allontanarsi da Roma il prima possibile. Nell’ultima parte del racconto, dopo aver ripercorso eventi, persone e fatti ,che lo hanno portato a comprendere e forse a conoscere e stimare meglio la figura
del padre,troviamo Enrico pronto a cambiare pagina e ad immergersi nel suo futuro tutto ancora da scrivere.