Attori reali o virtuali? L’AI arriva alla clonazione scavalcando anche i diritti d’autore

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Come ci rimarresti sapendo che il video che stai guardando non è quello del tuo attore preferito ma di un clone? Ebbene sì, perché questo tipo di riproduzione delle star del cinema sta diventando di uso comune sui social media. E sta suscitando notevoli preoccupazioni il crescente uso dell’intelligenza artificiale nel campo musicale e visivo. Diversi protagonisti dello spettacolo, infatti, stanno ingaggiando una protesta ad Hollywood sulla concorrenza dell’AI e per l’indebito sfruttamento della loro immagine. Ma in realtà sono spesso gli attori defunti il bersaglio della clonazione. Le foto, i video e gli audio creati grazie a software d’intelligenza artificiale utilizzano inizialmente contenuti reali come immagini e voci, per poi condirli con altri contenuti falsi, chiamati deepfake. Ed ecco la polpetta avvelenata. L’intelligenza artificiale è stata utilizzata per creare degli attori virtuali in diversi contesti, come ad esempio nei video, nei film, negli effetti speciali e nei videogiochi. Grazie alle capacità di apprendimento automatico, questa nuova tecnica è in grado di analizzare ed elaborare una grande quantità di dati riguardanti il modo in cui le persone si muovono, parlano e simulano emozioni. Questa tecnologia consente, dunque, di generare attori virtuali che possono comportarsi in modo realistico e interagire con gli esseri umani in maniera naturale, come fossero autentici. Quando l’IA ha iniziato a essere utilizzata per generare attori virtuali più realistici, gli attori copiati hanno reagito con preoccupazione e apprensione. Molti di loro hanno espresso grossi timori riguardo alla possibilità che l’IA possa sostituirli nelle produzioni cinematografiche oche possa essere utilizzata per manipolare il loro aspetto o le loro performance.Un esempio di riproduzione l’ha subita il famosissimo Tom Hanks. La star diHollywood ha dichiarato di esser stato clonato, a sua insaputa, per uno spot di un’assicurazione dentistica. Lo ha dichiarato alla stampa per mettere in guardia tutti i suoi fans. Nel tempio del cinema Usa gli sceneggiatori hanno cominciato a scioperare per le conseguenze dell’Intelligenza Artificiale. I deepfake potrebbero mettere a serio rischio il loro lavoro. Chiunque provasse ad informarsi sul web, si accorgerebbe facilmente che sono sempre più numerose le notizie, provenienti da tutto il mondo, che riguarda noi deepfake. Il fatto che, il confine tra videogioco e spettacolo, stia diventando sempre più sfumato non è positivo.Eppure c’è da dire che ogni individuo ha diritto di proprietà sulla propria immagine e voce. Questo rende di fatto illegale l’uso dell’AI per la duplicazione di una persona viva o scomparsa che sia. Il problema si presenta quando la persona famosa dà il consenso per la diffusione della propria immagine, perché a quel punto è più difficile essere tutelato dalla legge. Il tema del Deepfake si interseca con quello della disinformazione online, ad esempio in campo politico sono stati realizzati dei contenuti falsi sull’ex presidente Usa Donald Trump e sull’attuale primo ministro francese Emanuel Macron. Spesso questi contenuti compaiono in periodi di campagne elettorali, ove possono costituire uno strumento di distorsione del dibattito pubblico e di manipolazione dei meccanismi di formazione del consenso. La condivisione di un filmato compromettente (in realtà falso), probabilmente più convincente di una notizia solo letta, specie se divulgato a ridosso della fine della competizione elettorale, potrebbe incidere sull’esito delle elezioni, soprattutto qualora il soggetto leso non abbia il modo per smentirlo efficacemente. Tuttavia, nel corso del tempo, una parte di persone, hanno iniziato a vedere l’IA come un’opportunità e un’aggiunta al mondo dell’interpretazione cinematografica. Forse è preoccupante che alcuni di loro abbiano abbracciato l’utilizzo dell’IA nei loro progetti, sperimentando con l’interazione tra quest’ultima e il loro talento attoriale. Questo ha consentito agli attori di esplorare nuovi modi di lavorare e di collaborare con le nuove tecnologie. Essi hanno riconosciuto però che l’essere umano ha elementi unici e insostituibili come l’esperienza emozionale, l’interpretazione creativa e la capacità di connettersi con il pubblico.