In questi ultimi anni l’arte AI (dell’intelligenza artificiale) sta suscitando sempre più interesse e curiosità. Grazie a particolari applicazioni, scaricabili in rete, si generano facilmente, tramite un algoritmo, immagini estremamente realistiche a partire da un testo o da un’immagine già esistente. Sono figure naturalmente libere da copyright dunque si possono pubblicare e modificare senza problemi. Tra l’altro è tutto gratuito e quindi accessibile ai più.
Ci sono diversi generatori di immagini digitali come DALL-E, Midjournet e Stable Diffusion.
Entrambe queste app hanno ricevuto critiche pesanti, è stato anche detto che producono prodotti artistici falsi e poco rispettosi dell’aspetto reale. E questo è stato considerato un problema.
Siamo partiti da app che scrivevano articoli e siamo arrivati a quelle che creano illustrazioni, anche se ancora sono in corso di aggiustamento e perfezionamento. Naturalmente le applicazioni gratuite sono più semplificate, mentre quelle a pagamento sono più complesse. DALL-E per esempio è a pagamento e per il momento sarà messo a disposizione per un numero limitato di utenti che si sono iscritti alla lista di attesa. È una società fondata nel 2015 da Elon Musk e ora finanziata da Microsoft e da Google. Come annunciato da OpenAI usava 12 miliardi di parametri. Il suo successo è arrivato nel 2022 quando ha raggiunto una migliore capacità di generare immagini (a risoluzione quattro volte superiore a qualche anno prima), più corrispondenti al testo e più realistiche.Alcune app si possono utilizzare direttamente dallo smartphone.
È lecito chiedersi se si sta andando incontro alla fine dell’arte, a quel tipo di arte che conoscevamo noi con fogli, carboncini, pennelli e quant’altro. Le domande che vengono alla mente sono diverse: se una macchina può creare un prodotto artistico, che cos’è l’arte? Ruberà il lavoro agli artisti? Le persone continueranno a fare arte come facevano prima?
Ecco, gli interrogativi sono molti. È comprensibile che gli artisti si sentano surclassati nel loro lavoro, adesso dovranno fare i conti con una creatività del tutto nuova, a volte superiore alla loro poiché essi danno i loro frutti dopo un tempo di lavoro più intenso. Queste app, invece, danno dei risultati incredibili e rendono artisti persone che non hanno mai preso un pennello in mano, oltretutto poi la qualità delle immagini è ottima, insomma sembrano dei quadri fatti al momento. Prima si riteneva che un artista, per essere chiamato tale, dovesse aver fatto un percorso di studi o dovesse conoscere la tecnica, invece oggi dal punto di vista digitale non è più così. Le basi non servono più.
C’è da dire che secondo gli operatori e i critici d’arte, attualmente, stiamo attraversando un momento poco fecondo e si tenderebbe molto a riciclare il già visto. Manca forse la scintilla dell’illuminazione?
L’arte digitale conviene e come detto le motivazioni sono tante, forse si andrà incontro al declino dell’arte classica. Eppure se da un lato emergeranno nuovi artisti digitali, a cui servirà solo un lampo di genio per accostare le parole giuste nell’app che genererà un’immagine avvincente, dall’altro ci sarà sempre chi preferirà l’arte vera e propria, così come è nata e come siamo abituati a conoscerla.
Certo non può sfuggire che queste app, per elaborare immagini nuove, usano nel loro repertorio enormi database di opere e immagini di altri autori, indispensabili per far funzionare il programma. In questo caso, quindi, vengono calpestati i diritti degli artisti e delle loro opere. Ma questo non sembra rappresentare un deterrente nella navigazione web.
Ci sono applicazioni che stanno letteralmente spopolando come Lensa AI, non del tutto gratuita, che grazie ad una raccolta di foto personali genera degli avatar Anime. Sfrutta la funzione di “Magic Avatar”. Gli avatar riprodotti sono incredibilmente dettagliati e somiglianti alle foto originali poi queste illustrazioni vanno a finire nei social.
Insomma l’arte digitale sembra essere una minaccia per gli artisti, ma in fondo si serve proprio del loro lavoro; l’IA è stata creata dall’uomo e serve per l’uomo. I futurologi sono convinti che eclisserà a breve le capacità della mente umana più dotata, ma questo lo scopriremo solo tra una trentina d’anni.