I progressi scientifici stanno cambiando la natura umana ?

Il progresso scientifico moderno ha raggiunto nuove dimensioni oltre i confini naturali dell’uomo. E lo sviluppo del genere umano sta andando incontro ad un futuro totalmente innovativo. Per esempio si stanno sperimentando dei robot di ultima generazione che assimilano emozioni e sentimenti umani.  Un discorso del genere implica tematiche delicate come il pensiero etico legato all’identità delle persone. Perché se da una parte ci sono moltissimi vantaggi nell’impiego della tecnologia in funzione del netto miglioramento della vita umana, (come sconfiggere l’invecchiamento e migliorare le proprie condizioni di salute se compromesse), dall’altro la combinazione del mondo umano con quello artificiale della tecnologia, solleva delle questioni morali a cui non possiamo sfuggire. Qui entrano in campo diverse discipline compresa quella della filosofia (Peter Kemp nella sua opera L’insostituibile).

 

Eppure tra l’etica della biomedica e quella della tecnologia c’è un bel divario(1). Prima di tutto dobbiamo farci un’idea di che mondo viviamo e dare un significato alle cose, per esempio è opportuno ragionare sull’intelligenza artificiale (IA), su come utilizzarla e perché. Per ora queste questioni sono solo belle teorie. Un conto è come l’IA può essere usata e un conto è su come dovrebbe esserlo. Secondo uno studio del Massachusetts Institute of Technology (MIT) il 30% delle grandi aziende statunitensi sta attivamente implementando l’IA. Non molte però hanno un piano concreto per garantire la correttezza etica delle loro soluzioni. Questo a lungo andare porterà a conseguenze dannose sulla nostra società in quanto l’ipertecnologia è uno strumento potente con implicazioni sul mondo reale. Il pericolo è la disumanizzazione, per esempio nel campo medico, campo che si è molto avvicinato alla scienza e alla tecnica. La medicina pertanto fonda saperi e progressi su nuove indagini diagnostiche, sulla biotecnologia, sull’uso dell’informatica, con l’obiettivo di raggiungere traguardi impensabili come l’eliminazione delle malattie e della vecchiaia. Però adesso stiamo andando incontro ad un “sovraccarico tecnologico” che ha comportato di conseguenza una mancanza di riflessione a livello antropologico. Insomma stiamo perdendo la dimensione umana della questione. Lo sviluppo scientifico senza barriere ha tanto influito sulla medicina che ha portato progressivamente i medici a focalizzare l’attenzione più sulla malattia che sul paziente. La diagnosi viene sempre prima di tutto e il rischio è quello di ridurre la persona a oggetto di una cartella clinica. Invece i pazienti hanno bisogno di tutt’altro, di fiducia, di rispetto.

A monte di tutto questo ci sono questioni di business. Dal punto di vista economico la tecnologia ha portato con sé molti vantaggi e benefici, da Apple a Google. È scontato dire che la tecnologia è alla base del successo delle grandi aziende tradizionali e non. I mercati finanziari sono diventati una vera e propria macchina per fare soldi, e un mostruoso generatore di debiti.

 

Nel giro di pochi anni la tecnologia cambierà il nostro mondo e avrà grandi ripercussioni sull’economia dalla produzione al consumo. Il comportamento dei consumatori è destinato a cambiare come anche i modelli di business tradizionali. I più sono convinti che le condizioni di vita e di lavoro miglioreranno, la produttività aumenterà e magari i mestieri più pericolosi verranno svolti dalle macchine; ma le ripercussioni a livello di pensiero sembra ci interessino poco. Il punto non è soffocare l’innovazione e frenare il progresso tecnologico bensì di accompagnarlo ad una riflessione etica che riduca la velocità di sviluppo che ci ha travolti. Vanno gettate le basi per una creazione di una società più giusta, lungimirante. Questo perché solo in questo modo non permetteremo alla tecnologia di prendere il sopravvento sulla nostra razionalità.

Fonte: (Libro Questioni di etica. Dibattiti contemporanei in filosofia Di Richard KearneyMark Dooley)