Nel pullulare di incertezze e dubbi che attanagliano la società occidentale, il web e i social network sono stati contaminati dall’incuria etica e da manifestazioni d’odio.
È facile capirlo, soprattutto se si è avuto un account Facebook negli ultimi 5 anni. Basta pensare alla politica ed alle tante manifestazioni di odio che si succedono uno dopo l’altra tra leader politici e attivisti attraverso internet.
L’ incuria etica dei social, nata dallo scontro tra sostenitori di diverse parti politiche, ha creato terreno fertile per gli interventi a gamba tesa degli “haters”, ossia persone che esprimono opinioni aggressive e offensive attraverso un semplice commento a un post, o diffondendo “fake news” (notizie false), perché nella foga alimentata dalla rabbia non hanno nessuna cura di controllare le fonti o approfondire un argomento. Ecco, nel caos che quasi sovrasta le interazioni del web, 180 gradi si pone l’obiettivo di comunicare attraverso un linguaggio sano e corretto: da una parte, diffondendo idee e concetti con fonti chiare e verificate, dall’altra promuovendo la condivisione di esperienze ed emozioni che possano alimentare relazioni e coesione sociale, soprattutto tra chi è in difficoltà.
Il numero di questo mese è il nostro modo di aderire al Manifesto della comunicazione non ostile, il progetto di sensibilizzazione alla violenza verbale su internet avviato dall’associazione ATS Parole O_Stili di Trieste.
Un numero contro le parole o gli stili comunicativi che possono incidere pesantemente sulla vita delle persone, sia a livello pubblico, influenzando agende politiche, sia a livello personale, attraverso veri e propri attacchi personali e atti di bullismo. Nella consapevolezza che “l’ostilità espressa in Rete può avere conseguenze concrete e permanenti nella vita delle persone.”
Dal cyberbullismo ad un giornalismo sensazionalistico, basato su vuote etichette, che spesso feriscono chi è più fragile o chi ha un problema di salute mentale, perpetuando vecchi pregiudizi che credevamo dimenticati.
Per questo riteniamo fondamentale la ripresa del lavoro portato avanti con la ‘Carta di Trieste’, una proposta di codice etico per i giornalisti su notizie relative ai cittadini con disturbo mentale. Un protocollo rimasto lettera morta che da anni attende di essere recepito dall’Ordine dei Giornalisti. Un documento importante se si pensa come il sensazionalismo da cronaca, possa contribuire ad aumentare lo stigma verso le persone affette da patologie psichiatriche. Ve lo riproponiamo, accompagnato da approfondimenti allegati, nati dal lavoro di confronto che si è svolto negli anni tra giornalisti ed esperti del settore.
Solo nella prassi concreta si può ritrovare il terreno comune di sterili polarizzazioni, ‘urla’, parole forti, che si pongono solo l’obiettivo di stimolare click. E su questa scia approfondiamo il tema della Salute e della Giustizia, e dei loro linguaggi incommensurabili che hanno bisogno di un coordinamento concreto per dirsi qualcosa di veramente sensato.
Infine, vi presentiamo una nuova rubrica, ‘Altrove’, con cui vogliamo condividere e raccogliere pensieri, poesie, racconti. Esperienze.
Serve informazione. Per riuscire a rispettare veramente tutti.
Serve condivisione per capire perché l’altro è come è.
L’altra méta dell’informazione è andare oltre. Cambiare prospettiva.
E’ utilizzare le parole per prendersi cura, sia questo un’interlocutore o un ampio pubblico ‘digitale’.
IL WEB MAGAZINE
Numero #45 gennaio 2019
Oltre le parole ostili
Nuovi Media: istruzioni per un uso etico
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“Un numero contro le parole o gli stili comunicativi che possono incidere pesantemente sulla vita delle persone, sia a livello pubblico, influenzando agende politiche, sia a livello personale, attraverso veri e propri attacchi e atti di bullismo. Nella consapevolezza che “l’ostilità espressa in Rete può avere conseguenze concrete e permanenti”.
Solo nella prassi concreta si può ritrovare il terreno comune di sterili polarizzazioni, ‘urla’, parole forti, che si pongono solo l’obiettivo di stimolare click. ”
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