Le parole di utenti e operatori del Centro Diurno di via delle Pispole.
E’ l’11 marzo, quando, a causa dell’emergenza sanitaria causata dal Covid-19, viene decretata la quarantena per tutti e la nostra realtà si stravolge in modo improvviso, disorientante.
Il nostro mondo viene ‘sospeso’ e in un certo senso capovolto: la misura per contenere e superare l’emergenza imposta a tutti è proprio il ‘distanziamento sociale’. L’unico modo per arginare il contagio e affrontare la crisi in atto è stare distanti, non fare ‘gruppo’, non uscire e limitare gli spostamenti. Da un giorno all’altro, tutto quello che facciamo per produrre salute diviene proibito, addirittura pericoloso. E dopo l’inevitabile spaesamento, la grande preoccupazione.
Preoccupazione immediata per la stabilità e la salute delle persone con cui lavoriamo, per le quali la socialità non è semplice intrattenimento, ma possibilità pratica essenziale nel proprio percorso di cura, soprattutto nell’ambito della salute mentale.
Il Centro Diurno di via delle Pispole dell’Asl Roma 2, attraverso il progetto Re-start, attività di comunicazione multimediale svolta all’interno del centro, tuttavia, è riuscito a non fermarsi e divenire una base sicura per le persone che lo attraversano: un luogo in cui il distanziamento fisico dei corpi imposto dalle norme di sicurezza sanitaria non è stato sinonimo di distanziamento ‘sociale’: al contrario, in attesa di una normalità che ancora non c’è, le relazioni si sono fatte più strette e un gruppo di lavoro è riuscito a conoscersi e consolidarsi.
In questo breve articolo vi proponiamo alcune riflessioni su questo momento di ‘ripartenza’, legato alla fase 2, di utenti e operatori del Centro Diurno. E, per orientarci meglio, abbiamo deciso di scomporre il concetto di ‘ripartenza’, in due domande fondamentali, che ci possono orientare meglio nel definire i prossimi mesi in un momento così complicato e ricco di incognite come questo:
Ripartire da? Ripartire per? Queste le risposte…
“Io in prima persona ho vissuto la quarantena e posso dire che è stato un periodo molto difficile ma alla fine ho deciso di tenere duro e di non mollare perché senno sarebbe stato sempre peggio.”
“Io faccio parte di Re–start (ricominciare) e durante la quarantena non ci sono stati solo aspetti negativi ma anche positivi dato che ho conosciuto due persona fantastiche e che sono diventati miei due cari amici che sono D. ed O. con i quali ho condiviso questa esperienza e tra di noi abbiamo trovato la forza di sopportare delle giornate che sembravano interminabili. Da qui è nata questa amicizia e questo rapporto che piano piano è andato rinforzandosi giorno dopo giorno e da cui è nata anche uno spirito di collaborazione e sostegno non indifferente. Bisogna ripartire da noi stessi e tutti insieme perché non è stata una cosa individuale ma collettiva che ci ha fatto capire che solo restando uniti potevamo farcela. Ripartire da noi, dalla nostra famiglia e dalle persone con cui abbiamo condiviso questa quarantena e che ci ha insegnato a non dare niente per scontato ma nel momento del bisogno restare uniti. Ripartire per il nostro bene perché con noi stessi dobbiamo passare il resto della nostra vita e dalle persone con cui abbiamo condiviso quest’esperienza che per me è stata la mia famiglia con la quale ho condiviso sia momenti belli e brutti e che mi sono sempre stati vicini. In questa pandemia ho conosciuto persone fantastiche con le quali ho avuto il piacere di parlare e confrontarmi con tutto quello che stava succedendo e mi hanno consigliato su come affrontare questo delicato periodo che in parte è passato ma che ancora non è finito. Con questa pandemia ho portato avanti dei vecchi interessi che sono la lettura e il cinema e ho letto molti libri e visto diversi film che mi hanno tenuto compagnia e mi hanno aiutato a capire quello che conta veramente. Ripartire per il bene comune della popolazione e della collettività e da tutte quelle persone che sono scese in aiuto delle persone più bisognose. Un ringraziamento va ai medici, infermieri e tutte quelle persone che si sono battute contro il virus per aiutare tutte le persone che ne sono state colpite.”
“Ripartire da noi per stare meglio.”
“Ripartire dallo sport per dimagrire, per sfogarsi, per completare una dieta e per passare un giorno perché qualche volta ci va e qualche volta no”
“Ripartire dall’amicizia che ci lega dalle passioni che ci fortificano dalle emozioni che sono legate alla vita, dalla famiglia che ci fa sentire protetti dalla salute che ci rende più forti”
“Ripartire per liberare la mente”
“Ripartire dalla scansione del tempo dalle nuove distanze e dalle nuove vicinanze dalla mia stanza disordinata dal caffè del bar dal sorriso di chi non ho potuto incontrare dalla mia fragilità dalle nespole aspre di via delle pispole.”
“Ripartire per esplorare il bosco accanto al lago di Nemi, per scoigliere i pezzi di ghiaccio della distanza.”
“Ripartire da me da chi sono e non solo da quello che faccio ora… il foglio davanti a me è uno spazio vuoto da riempire.. per scoprirmi nella fase due nella nuova normalità.. lo spazio vuoto è quello spazio che intercorre tra me e l’altro per proteggermi e per proteggere l’altro… così dicono.”
“Ripartire dall’espressione e dalla condivisione dei nostri bisogni.. Ripartire per dare concretezza ai nostri desideri”