Troppo zucchero e il cervello va in “tilt”

Nutrirsi in maniera equilibrata, facendo attenzione soprattutto al quantitativo di zuccheri che si assume è utile non solo ad affrontare l’imminente “prova- costume”, ma anche e soprattutto per far funzionare al meglio la nostra materia grigia. Ricercatori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore presso la sede di Roma hanno scoperto, infatti, che in presenza di concentrazioni elevate di zucchero (simili a quelle che possono verificarsi in caso di del diabete) le cellule staminali del cervello – fondamentali per i processi di apprendimento e memoria nonché per la riparazione dei danni cerebrali – non riescono più a riprodursi e, quindi, a garantire il necessario ricambio di neuroni nell’ippocampo, centro nevralgico della formazione dei ricordi. Il lavoro, nel quale i ricercatori hanno inoltre osservato anche che – al contrario – nel cervello di animali sottoposti a restrizione calorica (dieta ipocalorica comparabile a una dieta di circa 1500 calorie al giorno) aumenta il numero di cellule staminali cerebrali, è stato pubblicato su Cell Reports.

Le cellule staminali neurali sono fondamentali per il mantenimento nel tempo delle funzioni cerebrali, e un loro difetto di numero e/o di funzione è oggi considerato tra le cause del declino cognitivo nell’anziano. Lo studio, svolto dai gruppi di ricerca di Giovambattista Pani (Patologia Generale) e del professor Claudio Grassi (Fisiologia Umana), in collaborazione con ricercatori dell’Istituto di Fisica, mostra che un eccesso di glucosio (come quello che, per esempio, si genera nel diabete) compromette la funzione di tali cellule, riducendo la loro capacità di moltiplicarsi. La ricerca svela dunque uno dei motivi per cui, come oggi largamente riconosciuto dalla comunità scientifica, una dieta scorretta e troppo ricca di zuccheri deteriora le performance cognitive. “Abbiano inizialmente esaminato”, ha spiegato Pani, ideatore dello studio, “cosa avviene in provetta quando le cellule staminali neurali sono esposte a un eccesso di zucchero. Ebbene questa condizione sembra impedire alle staminali – normalmente presenti nell’ippocampo, sede della memoria – di autorinnovarsi. In sostanza, un eccesso di zucchero brucerebbe le riserve cellulari che servono al cervello per produrre nuovi neuroni. Quindi, temiamo che chi consuma troppo zucchero presenti una minore rigenerazione neurale con un conseguente impatto negativo sulle performance cognitive”. Partendo da tale osservazione il lavoro ha esplorato nel dettaglio il meccanismo molecolare che sta alla base dell’effetto del glucosio sulle cellule staminali, rivelando un complesso sistema di “percezione dei nutrienti”, che coinvolge due molecole già note ai neuroscienziati: il fattore di trascrizione CREB e la Sirtuina 1, quest’ultima conosciuta per i suoi effetti sulla longevità.

Infine, il team di ricercatori, tra cui Salvatore Fusco e Lucia Leone, ha cercato di confermare le osservazioni compiute in provetta in animali da esperimento “tenuti a dieta ipocalorica” per circa un mese. Anche in questo caso si è osservato che le cellule staminali nell’ippocampo di questi animali sono più numerose (indice di un più efficace autorinnovamento) rispetto a quelle presenti nel cervello di animali nutriti senza alcuna restrizione alimentare. “Il nostro lavoro”, ha concluso Grassi, “ha svelato un nuovo meccanismo di regolazione delle cellule staminali cerebrali che, probabilmente, rappresenta un meccanismo generale di controllo del compartimento staminale in risposta a diversi stimoli. Le vie molecolari da noi individuate potrebbero essere bersaglio di interventi nutrizionali e farmacologici volti a preservare e potenziare questa importante «riserva cellulare» presente nel nostro cervello, soprattutto nel corso dell’invecchiamento e nelle malattie neurodegenerative”. Ma, intanto, se a tavola si è ecceduto con cioccolata, colomba e pastiera sarà meglio correre presto ai ripari. Non è solo una questione di “pancetta”.

Paola Sarno

Foto: Kathleen Jenney | Flickr | CClicense