Se con la memoria ci spingiamo ai nostri ricordi d’infanzia ci tornerà in mente anche qualche episodio colmo di ansia e angoscia che ci ha provocato disagio e sofferenza. Questo perché l’ansia è una condizione che appartiene anche ai bambini e agli adolescenti, non solo agli adulti. Infatti i disturbi d’ansia rappresentano la patologia psichiatrica più comune in età evolutiva (MeriKangas et al., 2010; Kessler, Avenevoli, Costello, 2012) e si stima che un terzo degli adolescenti soddisferà i criteri per un disturbo d’ansia all’età di 18 anni (MeriKangas et al., 2010). Diversi studi sottolineano come i disturbi d’ansia nell’infanzia siano associati nell’età adulta a disturbi d’ansia cristallizzati, disturbi depressivi e uso di sostanze psicoattive. (Berg et al., 1989; Feehan, McGee, & Williams, 1993; Ferdinand & Verhulst, 1995; Neal & Edelmann, 2003; Langley, Bergman, McCracken, & Piacentini, 2004).
È necessario distinguere la paura, l’ansia normale e adattiva e l’ansia patologica. La paura si attiva di fronte ad un pericolo reale e, una volta cessata la minaccia, scompare. L’ansia, invece, è uno stato emotivo connotato da un contenuto spiacevole che viene associato a uno stato di allarme e paura che insorge in assenza di un pericolo reale e che, comunque è sproporzionata rispetto ad eventuali stimoli scatenanti. Questa definizione ci aiuta a comprendere quando l’ansia che si presenta è nella norma o è disfunzionale. A seconda dell’età del soggetto, l’ansia può essere un’emozione fisiologica in risposta ai momenti di sviluppo adattivo, nello specifico:
- fino a 12 mesi ci sono le paure di forti rumori, degli oggetti di grandi dimensioni, delle persone estranee;
- dal primo anno di età ai 3 la separazione dai genitori, la paura del buio, dormire da soli;
- in età scolare il timore di farsi male e delle catastrofi naturali;
- tra la pre-adolescenza e l’adolescenza sono frequenti le preoccupazioni per l’andamento scolastico, le relazioni sociali, per la propria salute e per quella delle persone care.
L’ansia diventa invece patologica quando persiste nel tempo oltre la sua età fisiologica, quando è molto intensa e in tal caso, alla preoccupazione pervasiva si associano degli agiti, come dei comportamenti di evitamento. L’ansia diventa inoltre disfunzionale quando compromette il funzionamento sociale, scolastico e/o familiare del bambino o dell’adolescente. In tali condizione il livello di sofferenza è piuttosto elevato e non coinvolge soltanto il bambino e/o l’adolescente ma anche i genitori. È necessario trattare il prima possibile i disturbi d’ansia in età evolutiva per scongiurare che questi perdurino e si cronicizzino.
Per individuare precocemente i disturbi d’ansia bisogna prestare attenzione ad alcuni segni clinici tipici del bambino/adolescente.
Nell’infanzia:
- Frequenti somatizzazioni (mal di pancia, mal di testa);
- Preoccupazioni continue circa l’incolumità propria e/o dei propri genitori;
- Richiesta di cosleeping;
- Frequenti pavor nocturnus;
- Difficoltà a concentrarsi a scuola e nello sport;
- Costante richiesta di rassicurazioni ai genitori e difficoltà a separarsi da loro.
Nell’adolescenza:
- Rifiuti di andare a scuola;
- Frequenti attacchi di mal di stomaco e altri malesseri fisici;
- Nervosismo e preoccupazioni quando si è fuori casa;
- Difficoltà nel parlare o nell’incontrare persone nuove;
- Preoccupazione eccessiva per specifiche situazioni, anche in maniera anticipatoria;
- Preoccupazione eccessiva per la scuola, gli amici e lo sport;
- Bisogno eccessivo di rassicurazioni;
- Difficoltà nel rilassarsi e nel dormire.
Secondo gli studi di R.Rapee (2001), professore e ricercatore presso La Royal McQueire University i fattori in grado di determinare l’insorgenza e il mantenimento dei disturbi d’ansia in età evolutiva essenzialmente sono tre: i fattori genetici, il temperamento del bambino e i fattori ambientali, i quali comprendono lo stile educativo genitoriale ed eventualmente l’ansia del genitore (i figli di genitori ansiosi hanno un rischio 7 volte più elevato di sviluppare un disturbo d’ansia).
Il DSM 5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) identifica le seguenti categorie diagnostiche per i disturbi d’ansia:
- Disturbo d’ansia da separazione: tra i principali sintomi un’ansia eccessiva al momento della separazione dalle figure di riferimento, o quando il bambino deve allontanarsi da casa, pianto e panico in seguito alla separazione, riluttanza a dormire da soli, rifiuto di andare a scuola. Tra i sintomi fisici maggiormente presenti ci sono il mal di testa e il mal di stomaco. Per fare diagnosi di questo disturbo è necessario che la durata dell’ansia o dell’evitamento siano persistenti per almeno 4 settimane nei bambini e adolescenti, per gli adulti almeno 6 mesi. Il disturbo d’ansia da separazione molto spesso rappresenta il precursore dei disturbi d’ansia più rilevanti o di altri disturbi mentali in età adulta principalmente disturbo di panico e depressione.
- Mutismo selettivo: si manifesta con la costante incapacità di parlare in situazioni sociali specifiche in cui ci si aspetta che si parli, (come a scuola), nonostante si sia in grado di parlare in altre situazioni. Tale condizione interferisce con i risultati scolastici o lavorativi o con la comunicazione sociale. I sintomi devono essere presenti per almeno 1 mese ( in un periodo non limitato al primo mese di scuola).
- Fobia specifica: si presenta come paura o ansia marcata verso un oggetto o una situazione specifica (animale, ambiente naturale, sangue-iniezione-ferite, situazionale). La situazione o l’oggetto fobico provoca quasi sempre immediata ansia o paura, viene quindi attivamente evitato, oppure sopportato con sofferenza. La paura o l’ansia sono sproporzionate rispetto al reale pericolo rappresentato dall’oggetto o dalla situazione specifica e al contesto socioculturale. Tali sintomi devono manifestarsi per almeno 6 mesi.
- Disturbo d’ansia sociale: paura o ansia marcate relative a una o più situazioni sociali nelle quali l’individuo è esposto al possibile esame degli altri. L’individuo teme che manifesterà sintomi di ansia che saranno valutati negativamente. Le situazioni sociali temute provocano paure e ansia. I sintomi devono persistere per almeno 6 mesi.
- Disturbo di panico: sono episodi relativamente brevi di ansia estrema con un picco della sintomatologia entro i primi 10 minuti. I pazienti sperimentano sintomi fisici come tachicardia, dispnea, temono di essere sul punto di morire o di impazzire. Caratterizzato da attacchi di panico ricorrenti. Almeno uno degli attacchi è stato seguito da un mese o più da uno o entrambi i seguenti sintomi: preoccupazione persistente per l’insorgere di altri attacchi o per le loro conseguenze e significativa alterazione disadattativa del comportamento correlata agli attacchi. L’alterazione non è attribuibile agli effetti di una sostanza o di un farmaco o di altra condizione medica. Gli attacchi di panico non sono meglio spiegati da un altro disturbo mentale.
- Agorafobia: paura o ansia marcate relative a due o più delle seguenti situazioni: utilizzo dei trasporti pubblici, trovarsi in spazi aperti, trovarsi in spazi chiusi, stare in fila oppure tra la folla, essere fuori casa da soli. L’individuo teme o evita queste situazioni a causa di pensieri legati al fatto che potrebbe essere difficile fuggire oppure potrebbe non essere disponibile soccorso nell’eventualità che si sviluppino sintomi simili al panico o altri sintomi invalidanti o imbarazzarti. La situazione agorafobia provoca quasi sempre paura o ansia, sono sproporzionate rispetto al reale pericolo posto dalla situazione agorafobia o al contesto socioculturale. Tali situazioni vengono attivamente evitate o richiedono la presenza di un accompagnatore o vengono sopportate con paura e ansia intense.
- Disturbo d’ansia generalizzata: si configura come un disturbo in cui la componente prestazionale è assai spiccata. Ansia e preoccupazioni eccessive che si manifestano per la maggior parte dei giorni per almeno 6 mesi, relative ad una quantità di eventi o di attività. Difficoltà nel controllare la preoccupazione e l’ansia che si reputa eccessiva per l’intensità, durata e frequenza rispetto alla realtà, probabilità o impatto dell’evento temuto, si associa a 3 o più dei seguenti sintomi: irrequietezza, affaticamento, difficoltà a concentrarsi o vuoti di memoria, irritabilità, tensione muscolare e alterazioni del sonno.
Sebbene i criteri diagnostici dei disturbi d’ansia siano i medesimi sia in riferimento all’età evolutiva e adolescenza sia in riferimento all’età adulta, Il disturbo d’ansia da separazione e il mutismo selettivo sono forme che si manifestano principalmente nell’infanzia mentre gli altri disturbi sono forme comuni sia a bambini e adolescenti che adulti.
Il trattamento dei disturbi d’ansia in età evolutiva passa per un lavoro in sinergia con la famiglia che aiuti il bambino/adolescente a riconoscere ed individuare le situazioni che generano ansia ricercando le emozioni sottostanti. È importante che il bambino/adolescente non si senta giudicato ma che veda riconosciute ed accolte le proprie fragilità tanto in terapia quando in ambito familiare. Risulta piuttosto utile un percorso di psico-educazione con i genitori in cui si focalizzano le principali sintomatologie con cui si presentano i disturbi d’ansia, per poterle tempestivamente riconoscere e chiedere aiuto a un professionista ed evitare, quindi, che queste si cristallizzino e sfocino in disturbi psicopatologici più strutturati.
Laura Vistola – Psicologi in Ascolto
Bibliografia:
Berg, C., Rapoport, J., Whitaker, A., Davies, M., Leonard, H., Swedo, S., et al (1989). Childhood obsessive compulsive disorder : a two-years prospective fol- lowup of a community sample. Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry, 28, 528-533.
Hallett, V., Ronald, A., Rijsdijk, F., & Eley, T. C. (2009). Phenotypic and genetic differentiation of anxiety-related behaviours in middle childhood. Depression and Anxiety, 26 (4), 316-324.
Feehan, M., McGee, R., & Williams, S.M. (1993). Mental health disorders from age 15 to age 18 years. Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry, 32, 1118-1126.
DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Raffaello Cortina Editore, Milano 2014
Pontillo, M., Vicari, S., (2020). L’ansia nei bambini e negli adolescenti. Riconoscerla e affrontarla. Il Mulino.
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