“Il gioco dei vestiti” di Silvana Pisa

In questo libro, edito nel 2020, l’autrice Silvana Pisa attraverso un racconto autobiografico, racconta le principali esperienze della sua vita in una sorta di diario, un resoconto dei suoi quasi ottantant’anni. Ma si tratta anche di un’ opera in cui, in ogni capitolo, viene descritto un pezzo della storia d’Italia.

La protagonista vive la sua vita e fa le sue esperienze in anni molto importanti per il cambiamento del Paese. Fondamentalmente, si tratta di un libro diviso in due parti. La prima è dedicata a tutta la sua esperienza con Franco Basaglia, come volontaria all’ interno del manicomio di Gorizia.

Silvana descrive, pagina dopo pagina, come è entrata a far parte di quell’esperimento, che rivoluzionò la salute mentale in Italia e le sensazioni che ha vissuto nel momento in cui ha varcato quelle porte. Racconta tra le righe che si è trattato di un impatto molto forte e duro. “Si captava subito – racconta l’autrice- come le persone rinchiuse nei manicomi vivessero una situazione di profondo malessere e di violenza”. 

Silvana Pisa, attraverso le sue parole, ci descrive come sentì, fin dal primo giorno, la voglia di aiutare gli utenti. Non come avrebbe fatto un medico, bensì con un rapporto alla pari, come voleva Franco Basaglia, con l’apertura di laboratori nei quali il primo obiettivo era quello del fare insieme e far sentire l’utente vivo e importante, mettendolo al centro e facendogli fare qualcosa di costruttivo. Tra le varie esperienze raccontate, forse la più significativa ed emozionante è quella delle uscite dal manicomio, che spesso venivano organizzate tra operatori e utenti.

Succedeva che all’interno di un autobus, o per le strade di Gorizia, la gente li guardava in modo strano. Era spaventata, sospettosa oppure aveva un atteggiamento pietoso, cosa che alla scrittrice aveva sempre dato fastidio. E quindi, fin dal primo giorno di questa esperienza, il suo obiettivo era di avere con gli utenti un rapporto più possibile alla pari. 

Nella seconda parte del libro Silvana Pisa vive sempre da protagonista gli anni Settanta, anni rivoluzionari per l’Italia. Nelle lotte come donna e cittadina, partecipò in maniera energica e convinta alla battaglia per introdurre il diritto all’aborto nella legislazione italiana, quella che è diventata la 194, e per i diritti delle donne in generale.

L’autrice parla anche dell’esperienza di crescere una figlia senza la presenza del padre, che non l’aveva voluta riconoscere come tale. Non è stato lo stesso per la seconda bambina, perché nel frattempo aveva iniziato un’altra storia d’amore e di coppia. Tra le righe del racconto emerge spesso la contraddizione rappresentata dalla difficoltà di dedicarsi agli aspetti familiari, all’educazione delle figlie e alla sua crescita per occuparsi in maniera totalizzante della politica.  

Silvana Pisa con il titolo “Il gioco dei vestiti” usa una metafora, perché  si mette nei panni di una volontaria nel mondo della salute mentale, di una protagonista nelle lotte per i diritti delle donne, di un personaggio politico romano e di una parlamentare, ma contemporaneamente  anche nel difficile ruolo di madre.