Correre per fermare ansia e depressione. Si può fare

L’attività fisica, la meditazione, la dieta sono in grado di modificare in modo positivo la chimica del nostro cervello, senza dipendere da farmaci e industrie farmaceutiche. Riportiamo un passo significativo del libro Il manicomio chimico, in cui lo psichiatra Piero Cipriano ci spiega bene il suo punto di vista in merito. Riportiamo questo passo decisamente critico verso le attuali prassi cliniche italiane, perché riteniamo la testimonianza di Cipriano decisamente significativa, sia per la sua formazione specialistica in psicofarmacologia, sia per il suo ruolo attivo nel campo (o forse sarebbe meglio dire ‘sul fronte’) della clinica psichiatrica. Riappropriarsi del proprio benessere, utilizzando i farmaci solo quando necessario, è un obiettivo fondamentale per migliorare lo stato di salute di chi soffre di ansia, depressione e stress, evitando faticose dipendenze e fastidiosi (e a volte iatrogeni) effetti collaterali legati all’assunzione di farmaci. Buona lettura!

Il nostro cervello produce molecole che hanno effetto sull’umore, sui pensieri, sulle percezioni. Da molti anni sappiamo che derivati dell’oppio, come la morfina o l’eroina, si legano ad alcuni recettori cerebrali: i recettori per gli oppiacei.

Ma perché dovremmo avere, nel nostro cervello, recettori per molecole derivate dall’oppio?

Perché il cervello produce sostanze simili all’oppio, che determinano effetti oppiacei, appunto: piacere, euforia, riduzione del dolore. Le endorfine. Per cui ecco che alcune persone, incapaci di prodursi endorfine, sono più facilmente inclini a diventare dipendenti dagli oppiacei esogeni. Altre, invece, hanno trovato il modo per inebriarsi delle proprie endorfine, con la corsa o la meditazione, per esempio. Io sono tra questi.

È da un pò di anni che consiglio a molti miei pazienti, ma anche ad amici e parenti, e pure a mia moglie (ma con lei è una causa persa, nemo propheta in patria), di correre, o nuotare, o andare in bicicletta, o alla peggio, se proprio la pigrizia è tanta oppure l’artrosi da impedimento, passeggiare. Perchè l’ho sperimentato, fa bene.

I farmaci psicotropi, invece, rendono le persone degli obesi letargici. Ciò è dimostrato. Invece i pazienti, bisognerebbe persuaderli a correre, o almeno camminare. Perché ciò che le case farmaceutiche o molti dottori al loro servizio non dicono è che ognuno, camminando, o correndo, o nuotando, o pedalando, si produce da sé i propri oppiodi endogeni, e la loro dopamina, e la propria serotonina, senza comprarla dalle case farmaceutiche.

Invece sono circondato da dottori che riempiono i poveri pazienti di antipsicotici, antidepressivi e ansiolitici che li rallentano, li fanno mangiare, li fanno ingrassare, e dopo 5 anni sono grassi, più grassi del loro terapeuta che gli ha allevati a psicofarmaci, e poi fumano i dottori, eppure i loro pazienti fumano e poi sono sedentari i dottori e lo stesso i loro pazienti, li vogliono grassi, spenti, lenti, moribondi come loro.

Eppure, due secoli fa, un medico scozzese, si chiamava William Buchan, sapete che suggeriva nel suo libro Domestic Medicine?

Consigliava di fare attività ginnica all’aria aperta e di fare attenzione alla dieta, perché questo è un metodo di cura migliore delle medicine.

E le autorità mediche inglesi dal 2004 hanno stabilito che gli antidepressivi non sono necessari nelle depressioni lievi e moderate, ma non solo nelle forme gravi.
Per cui, nelle depressioni lievi o moderate, prescrivono un programma di attività fisica supervisionato da un istruttore per sei mesi.

Ora, penso ai nostri medici di medicina generale, per lo più (mal)informati dai (mal)informatori delle case farmaceutiche, che a ogni minimo inceppo esistenziale, stress o lutto, prescrivono, senza pensarci due volte, gli antidepressivi, i SSRI, o le benzodiazepine, e smentitemi se potete, creando un esercito di clienti della farmacia psichiatrica, di dipendenti degli psicofarmaci, di drogati (ma sì, diciamolo) mentre i loro colleghi del Regno Unito, più saggiamente, prescrivono cicli di attività fisica.”

Il manicomio chimico. Cronache di uno psichiatra riluttante” di Piero Cipriano. Elèuthera, 2015.