Polaroid in mostra con “Aspettando l’Onda”  

Trentuno polaroid dal sapore un po’ vintage caratterizzano la mostra ‘Aspettando l’onda’, esposizione ospitata da Officine fotografiche in Via G. Libetta 1 a Roma, a cura di Emilio D’Itri. 

 Il progetto è il frutto di un laboratorio intensivo di tre giorni, svoltosi nella terza casa circondariale di Rebibbia, organizzato dall’associazione di volontariato ‘Scatto libero’. Da anni, l’associazione porta la fotografia in carcere con varie iniziative. 

In questo caso Alessandro Penso, fotografo molto attivo nel sociale, pluripremiato, ha condotto il workshop. Il fotografo ha concentrato il suo lavoro sul tema dell’immigrazione nel Mediterraneo producendo  lavori sui centri di detenzione a Malta, sulla situazione dei lavoratori migranti nel settore agricolo nel sud Italia e sui giovani bloccati nel limbo in Grecia. Alessandro Penso  collabora regolarmente con testate italiane e internazionali, tra cui: The International Herald Tribune, TIME, The Washington Post, Businessweek, The Guardian, BBC, Human Rights Watch, L’Espresso, D di Repubblica e Vanity Fair Italy. Ha ricevuto premi dal World Press Photo; Sovvenzione del fondo di emergenza della Fondazione Magnum; Sovvenzioni editoriali Getty; Fondo per fotografi emergenti della rivista Burn; e il Terry O’Neill Tag Award. Le immagini di Alessandro sono state ampiamente esposte in festival di fotografia in Europa e conduce regolarmente workshop e seminari professionali. 

Una delle Polaroid scattate dai carcerati di Rebibbia
Una delle Polaroid scattate dai carcerati di Rebibbia

Lo scopo dell’iniziativa è quello di far conoscere le potenzialità del mezzo fotografico a coloro che generalmente non hanno opportunità di utilizzarlo, come i carcerati.  

Come Scatto Libero portiamo dentro il carcere, ormai da più di sei anni, il linguaggio fotografico analogico dando ai ragazzi che partecipano ai nostri laboratori, la possibilità di realizzare il loro personale progetto, dando loro la libertà di raccontare una storia, di raccontarsi – dice Tania Boazzelli, presidentessa dell’associazione Scatto Libero – Quello della polaroid è stato un workshop intensivo che ha visto i ragazzi della Terza Casa Circondariale di Rebibbia diventare protagonisti sia delle immagini che della regia del progetto, oltre che autori dei testi che sono stati associati alle immagini.” 

Ogni partecipante ha avuto, oltre alla possibilità di scattare un’istantanea , con la tecnologia analogica ,  l’opportunità  di intervenire graficamente attraverso segni, frasi,  pensieri ,agendo sia sulla cornice che sul soggetto, riempendo metaforicamente i vuoti della vita carceraria con nuovi elementi, così da lanciare un messaggio a un potenziale mondo esterno. 

 Il titolo della mostra riprende infatti una frase scritta su una foto da uno dei carcerati, che rafforza il grido di speranza che si vive nel contesto: “Aspettando l’onda, per cavalcarla, per farmi trasportare più in là, per domarla, per apprezzare il vento sulla faccia, una nuova vita, un nuovo tempo”. 

 La Polaroid è una tipologia di fotografia istantanea che permette di ottenere delle stampe fotografiche in tempi brevi, che vanno da pochi secondi a una manciata di minuti dopo lo scatto. La tecnica fotografica istantanea rappresenta quindi un’urgenza e un diverso modo di approcciarsi al racconto fotografico. L’urgenza di dare subito vita a piccoli istanti che si presentano alla vista del fotografo, storie semplici che parlano del quotidiano, momenti che si imprimono in un rettangolo di pellicola che in poco tempo affiorano e si concretizzano. Quasi un diario, una ricerca e una composizione che affianca piccoli frammenti che formano un più ampio mosaico. 

Ogni foto è stata vista e discussa da tutti e poi con l’intervento materiale sopra la foto ognuno di loro ha scritto delle frasi, ha amplificato il messaggio, quasi urlando, facendosi sentire. 

Scatto Libero oggi si è ampliato abbracciando nuove realtà oltre al carcere, per realizzare progetti fotografici in altri luoghi socialmente fragili. Per raccontare e per raccontarsi, senza barriere. 

La mostra “Aspettando l’onda” è stata inaugurata venerdì 8 marzo e terminerà venerdì 29 marzo,  sarà visitabile gratuitamente dal lunedì – dalle 10 alle 13.30 e dalle 15 alle 19 – al sabato dalle 10 a 12 presso Officine Fotografiche in Via G. Libetta 1, Roma.