Il sogno delle Città Giardino

Abitare in una città giardino non è cosa da tutti. Solo a qualche migliaia di romani è consentito questo privilegio: a quelli che risiedono nei primi cinque lotti della Garbatella, intorno a piazza Benedetto Brin e agli inquilini delle case della Borgata Aniene, intorno a piazza Sempione a Montesacro. Entrambe le esperienze abitative nascono nel 1920come nuovi slanci di risorgimento economico dopo la terribile parentesi della Prima guerra mondiale. La prima è la Borgata Giardino Concordia sui Colli di San Paolo per ospitare gli operai della sottostante zona industriale dell’Ostiense, la seconda, coeva, per dare casa agli impiegati dello Stato, che nei primi decenni del Novecento è già una imponente struttura burocratica. Le casette economiche di Garbatella avevano in comune gli orti familiari, oggi sostituiti da giardini, nei quali era possibile coltivare ortaggi, che sopperivano ai bassi salari della fabbrica e contribuivano al reddito complessivo.

Città Giardino di Norimberga

L’ispirazione della Città Giardino in Italia proviene dalle esperienze di metà Ottocento sorte in Inghilterra e in Germania. E’ proprio nelle grandi città inglesi  la Rivoluzione industriale nasce un movimento contro le gravi condizioni di vita degli operai, costretti a vivere in case fatiscenti e quartieri insalubri.Oltre alla rivendicazione delle otto ore di lavoro in fabbrica, all’aumento dell’età di accesso al lavoro per i fanciulli, i sindacati operai si battono per avere case dignitose e salubri.Gli ispiratori sono i socialisti utopisti come Robert Owen(industriale e riformatore sociale)che, pur rifiutando la lotta di classe, si prefiggono di realizzare un abitare più a misura d’uomo, costruendo sobborghi distanti dalle grandi città e collegati con le strade ferrate. Lì sorgono le Garden Cities: comunità autosufficienti e autogestite, dove gli operai abitano in dimore graziose e salubri. Owen cercò di realizzare il suo progetto negli USA con la costituzione nel 1826 di una comunità modello chiamata New Harmony nell’Indiana, fondata sulla base di un’associazionismo socialista. Ebenezer Howard ( Londra 1850-Welwyn 1928) teorico delle Città Giardino ne espose i criteri informatori in un libretto uscito nel 1898 Tomorrow, a peaceful path to real reform, ristampato qualche anno dopo col titolo Garden cities of tomorrow. L’obiettivo era quello di trovare una soluzione al rapporto città-campagna, di creare un medio agglomerato di abitazioni circondato da una zona agricola e gestito da una società proprietaria del terreno ma non degli edifici. Insomma si rifaceva alle esperienze del movimento cooperativistico americano e agli utopisti dell’Ottocento. Howard cercò attraverso la diffusione di alcune riviste di influenzare gli urbanisti dell’epoca e poi passò alla pratica realizzandola prima “città giardino”, Letchworth, su progetto di R. Unwin e R.Barry Parker,i quali avevano già costruito qualcosa di simile a Hampstead Garden, alla periferia di Londra. Nel 1919 iniziò la costruzione della città di Welwyn. Quest’ultima non fu soltanto un centro residenziale ma comprese anche una fabbrica, e dunque fu più vicina allo schema della”nuova città” inglese del secondo dopoguerra.Anche in Italia, molti architetti ne furono influenzati, in particolare quelli che diventarono gli architetti del Fascismo, come Gustavo Giovannoni(fondò la facoltà di architettura di Roma tra il1920 e il 1922),Marcello Piacentini e buona parte dei membri dell’Associazione Artistica tra iCultori di Architettura. Molti di loro lavoravano internamente per l’Istituto Case Popolari, ed altri esternamente. I loro nomi erano Pietro Aschieri, Gino Cancellotti, Mario De Renzi, Mario Marchi,Plinio Marconi, Felice Nori, Carlo Palmerini, Innocenzo Sabbatini, Pietro Sforza, Gian BattistaTrotta, Luigi Vietti.