Abbandono di cani e gatti

Alcune soluzioni alternative 

Per molti animali domestici l’estate segna l’abbandono. Non è altro che un fenomeno che si ripropone ogni anno in vista delle vacanze e che sembra ripetersi ciclicamente senza fine. LNDC Animal protection e Anas hanno lanciato una campagna contro l’abbandono degli animali per invitare i cittadini ad agire se incontrano animali vaganti in libertà. Come ogni anno in estate si acuisce il problema degli abbandoni di animali domestici. Iniziano le vacanze e non sapendo a chi affidare il cane o il gatto allora alcuni padroni lo lasciano solo sul ciglio della strada o in un parcheggio vuoto o magari legato a un palo della luce senza troppi rimorsi. 

È fondamentale tenere a mente che abbandonare cani e gatti è un reato contravvenzionale, infatti chiunque abbandona animali domestici è punito con l’arresto fino a un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro. Molto spesso questi cani o gatti vengono abbandonati lungo le strade a scorrimento veloce o autostrade. Questo è un atto sconsiderato sia perché viene messa a rischio la vita dell’animale, sia perché si vengono a causare incidenti anche gravi (oltre 4.000 l’anno). Oltre a mettere in pericolo l’animale si mette in pericolo anche la vita di altre persone. 

Insomma, se per noi estate significa “mare” o “montagna” per molti cani, ma soprattutto gatti, significa “addio”. Stiamo parlando in media di 50.000 cani e 80.000 gatti che in totale ogni anno vengono abbandonati, ma i numeri più alti si raggiungono in estate. A causa di questo il fenomeno del randagismo è in crescita e non accenna a regredire. Facciamo riferimento a quei cani o gatti che vivono per la strada in libertà, ai margini della società umana. Non hanno un padrone e cacciano il cibo in autonomia, vivono in condizioni semi-selvatiche e costituiscono un rischio per loro e per la gente soprattutto. Inoltre questi animali si riproducono in maniera non controllata ed è risaputo che è proprio l’assenza di sterilizzazione a incrementare la manifestazione del randagismo. Quello che spesso accade è che questi animali diventano pericolosi, poiché sviluppano un’aggressività talvolta rischiosa, senza contare che sono portatori di rabbia e altre malattie infettive. In circostanze tali, capita che i cani catturati dalle forze dell’Ordine e dalla Polizia veterinaria potrebbero essere abbattuti su decisione della Procura dopo svariate segnalazioni. Questo perché non tutti i canili sono attrezzati per prendersi cura di cani oltremodo aggressivi. 

Perché abbandonare i nostri amici a quattro zampe? Ci sono soluzioni alternative se durante una vacanza non si può portare il proprio cane con sé. Per esempio ci sono dogsitter a cui poter lasciare i propri animali per periodi medio-lunghi. È un modo sicuro perché si ha la garanzia che l’animale potrà avere tutto quello di cui ha bisogno. Questa è la soluzione consigliata per gli animali che non amano grossi cambiamenti e magari non vanno d’accordo con i loro simili. I dogsitter infatti si occupano di pochi animali insieme, massimo tre, dunque l’attenzione garantita è maggiore. L’ambiente che si viene a ricreare è simile a quello familiare e la propria quotidianità non verrà turbata. 

Però questa opzione può essere un po’ dispendiosa, soprattutto se l’animale dovrà soggiornare fuori a lungo. In questo caso è consigliabile una pensione per animali. In queste strutture vengono ospitati molti cani e gatti che convivono sotto lo stesso tetto, ci sono ambienti al chiuso e all’aperto. Lì c’è tutto quello di cui hanno bisogno, il personale è organizzato in modo tale che ognuno si occupi di circa sei o più cani (in genere). Si può fare una prova gratuita di due ore. I prezzi vanno in base alla taglia del cane e in base ai giorni feriali o festivi. Si parte da un minino di 15 euro al giorno. 

Anche l’ENPA, Ente Nazionale per la Protezione degli Animali, ha rilasciato in merito all’abbandono degli animali delle dichiarazioni: «Le persone devono capire che gli animali abituati alla cattività difficilmente possono adattarsi alla vita in strada. Nella maggior parte dei casi muoiono, di solito per patologie legate alla mancanza di cibo oppure aggrediti da randagi». Quello che di positivo sottolinea l’ENPA è che con la rapida diffusione dell’obbligo dei microchip e le sanzioni stabilite dal Codice Penale per chi compie il reato i cani finiti nei canili negli anni dal 2012 al 2015 sono diminuiti. In compenso, tuttavia, si è diffuso l’abbandono di altri animali come criceti, cincillà, conigli, porcellini d’india e tartarughe meno tutelati e regolamentati. 

Vanno dunque responsabilizzati i proprietari di animali e anche chi non ne possiede. Abbandonando il proprio animale per strada significa condannarlo a morte, perché il nostro cucciolo non ha gli strumenti per affrontare i rischi in cui incorre. La soluzione a tutto questo è la lotta contro l’abbandono degli animali, con la sensibilizzazione alle campagne che ci aiutano a fare chiarezza sul tema.