L’ambiente e la vita…
Si è tenuto a Roma, presso l’auditorio Parco della Musica, il Festival del Verde e del Paesaggio.
Nel primo fine settima di aprile, in cui abbiamo sentito la primavera arrivare con un netto innalzamento delle temperature, fino a picchi di 25/27°, è stato piacevole stare nello spazio esterno dell’Auditorium, completamente rivestito di vegetazione e attrezzature per il giardino.
Al Festival hanno partecipato, molte associazioni ed enti di tutela del patrimonio, il comune di Roma, nella persona dell’assessore all’ Agricoltura, all’Ambiente e al Ciclo rifiuti, Sabrina Alfonsi.
Gli incontri e i workshop si sono succeduti nell’arco delle tre giornate tra il 5 e il 7 Aprile e hanno visto l’assessora coinvolta durante i talk, per quanto riguarda le scelte e le sfide che il comune di Roma sta affrontando per rendere la Metropoli più verde e sostenibile. Infatti si è accennato al progetto di piantumazione di 133 mila piante che verranno messe a dimora in tutta la città da ottobre prossimo e si è parlato dei nuovi sistemi di smaltimento e riconversione dell’organico, che saranno in uso per i rifiuti romani nei prossimi mesi. Tutte queste “good news” venivano veicolate in una fiera in cui vivaisti e produttori di arredi da giardino, condividevano gli spazi e i materiali per attrarre le famiglie e i bambini verso l’ambiente e la natura, attraverso pratiche di giardinaggio avanzato. Quello che ci si portava a casa, nella maggior parte dei casi era una piantina, acquistata sui banchi dei vivai e tanta speranza che l’impatto dell’uomo sulle sorti del nostro pianeta, rallenti la folle corsa al riscaldamento globale.
Questa e tante altre iniziative per il rispetto dell’ambiente, mettono al centro l’uomo, visto come architetto del paesaggio o agricoltore, esperto di agronomia o semplice amatore di terrazzi fioriti. L’ambiente che ci circonda ha bisogno che l’uomo apra il proprio cuore per condurre azioni non-aggressive nei confronti della natura e degli altri esseri viventi. Non tanto di proteggere, quanto di fermare la folle corsa della vita moderna, della ricerca della prestazione e della produttività, di “stare” e di entrare in “contatto” con quello che abbiamo intorno. La natura che ci circonda è imprescindibilmente fatta anche di pezzi di plastica e di mozziconi di sigaretta, questo non toglie importanza a quel pezzo di terra, ma gli regala una caratteristica: essere stata usata dall’uomo. Il senso non sarà dunque pulire o preservare, ma integrare e contattare, questi due aspetti reinseriranno noi esseri umani nell’ambiente, come parte di esso e non come oppressori o gestori di aree urbane e/o verdi che siano.
Uno degli elementi che ci permette di non sentire la responsabilità del mondo che si sta surriscaldando e quella di noi uomini che lo stiamo sporcando, è proprio il rimanere in contatto con l’ambiente naturale e con noi stessi, nel senso più interno del nostro essere.
Che cosa significa rimanere in contatto con l’ambiente? Ci sono molte pratiche che si possono fare per sentire un contatto con l’ambiente, anche soltanto uscire da casa o dall’ufficio e fare una passeggiata in un parco, lasciando solo che il camminare come motivazione per trascorrere del tempo all’aperto . Una pratica molto interessante è quella dello Shinrin Yoku, ovvero “bagno nella foresta”, la traduzione del termine che è stato coniato dal dirigente del Dipartimento Forestale Giapponese e sviluppato poi da medici nipponici come Quing Li, immunologo e fondatore della Società della Medicina Forestale. Negli anni ’80 in Giappone ne è nata una disciplina di crescita personale, che propone una via verso la felicità, prendendo la natura come maestra, non si tratta solo di una passeggiata in natura ma di una vera e propria immersione attraverso i cinque sensi, per risvegliare il sesto senso sepolto.
Praticare attività come queste e fare attenzione all’equilibrio personale, tra sè e gli altri, tra sè e l’ambiente, ci pone in un’altra posizione nel rapporto tra esseri umani e territorio, considerando questi due elementi come una cosa sola, imprescindibile e quindi naturalmente sensibili a tutto quello che vive attorno a noi!
Il ciclo delle stagioni, ci riconnetterà con il senso temporale del nostro vivere, in caso noi avviassimo un processo di riappropriazione del contatto con l’ambiente e di unificazione con questo. La primavera che sta iniziando è quindi una nuova occasione per provare a vivere una passeggiata in un parco come una possibilità quotidiana di rilassarci e contattare l’ambiente, senza difenderci eccessivamente da caldo o freddo, sentendo e lasciando che il corpo reagisca con i suoi tempi.