Lucca Comics and Games: la 50°edizione è da record

50-anni-di-lucca-comicsIl fumetto ha un luogo di ritrovo annuale ben definito: quel luogo è il Lucca Comics and Games, che quest’anno (28/10-1/11) ha spento le sue prime cinquanta candeline, e ha festeggiato l’edizione con un giorno in più rispetto al solito. Un traguardo importante per una fiera che ha visto, nel tempo, il fumetto entrare in contatto e in un certo senso in confronto, con altre realtà, come ad esempio quelle dei giochi da tavolo (l’“and Games” è infatti nato in seguito), come quelle dei cosplay, o più in generale con tutte quelle che concernono l’immaginario giovanile e non solo.

Due anni fa, nel 2014, la fiera aveva visto strappati circa 240mila biglietti. Un record significativo, che gli era valsa in Europa la medaglia d’oro di accessi (e quindi di importanza) e il conseguente sorpasso ai danni dell’indiscussa fiera francese di Angouleme. Nel mondo, invece, aveva conquistato un’importantissima medaglia di bronzo, terza dunque, alle spalle solo di mostri sacri come il Comicon di San Diego e la sontuosa ed infinita fiera di Tokyo.

Quest’anno si è fatto ancora di più: i biglietti strappati sono stati più di 270mila (271.208 per la precisione), con una stima di oltre 500mila persone tra curiosi e visitatori veri e propri. Un record che non può passare inosservato, e del quale non si può non parlare. Eppure, è difficile parlarne se non si prova prima a descrivere la magia che anima la città di Lucca in quei giorni: il crogiolo di culture della china si fonde e da vita ad interessanti cocktail che portano ogni fumettista, giovane, aspirante o navigato che sia a sperimentare quanti più stili possibili, forti del fatto che chi va a Lucca Comics va proprio per vedere gli autori e i loro disegni. Va per vedere il proprio beniamino agitare la matita su un foglio, oppure va per sentire il concerto del suo cantante di sigle di cartoni animati preferito. Ci sono anche persone che vanno con la sola idea di mostrarsi, di far vedere quant’è bello il vestito che indossano, o per acquistare le novità dei giochi da tavolo. Ci sono anche altri che vanno per vedere mostre, per sentire una conferenza, o per provare l’ultimo visore di realtà virtuale. Se riuscite ad immaginarvi tutto questo allora potete immaginarvi il Lucca Comics and Games.

Durante i giorni della Fiera, per la “gioia” dei lucchesi, non esiste via all’interno delle mura che non ospiti un padiglione, seppur piccolo, o un manipolo di cosplay pronti per un’altra foto di gruppo. Tutto questo ci ricorda molto ciò che abbiamo già sostenuto quando abbiamo parlato del Romics (http://180gradi.org/2016/10/06/romics-a-puntate-1/), e per certi aspetti in effetti le due fiere si assomigliano, ma di fatto mentiremmo se dicessimo che sono la stessa cosa: senza togliere nulla al Romics, fiera dai grandi numeri ma di fatto ancora molto giovane, a Lucca abbiamo una storia impressionante, e il record di presenze di quest’anno testimonia di fatto la sua maestosità.

Tuttavia, dietro questa maestosità si celano oscure realtà: possiamo dirlo, contenere una simile massa di persone in una città piccola come quella toscana non è cosa da poco, e i disagi spesso rischiano di passare in primo piano rispetto a ciò che la fiera vorrebbe promuovere, ossia la diffusione del fumetto e del gioco da tavolo. Tutti sono bravi a criticare, ed io, che ormai visito il Lucca Comics da più di 15 anni, nonostante sappia ogni volta cosa mi aspetta – ossia file a non finire – continuo testardamente ad andarci, perché so che nonostante tutto riesco ogni anno a raggiungere i miei obiettivi di visitatore. Questo significa che in fondo l’organizzazione ha sempre bene o male funzionato, e che i disagi, inevitabili in un contesto simile, devono rimanere tali senza essere ingigantiti.

Purtroppo, però, anche gli organizzatori hanno avuto da ridire, soprattutto su un fenomeno che ha preso piede già da un po’ di tempo a questa parte: il cosiddetto temporary store, ossia negozi, appunto, che con la scusa della fiera si “addobbano” di fumetti, gadget, figure e quant’altro richiami l’evento, ma che durante l’anno non sono altro che profumerie, tabaccherie, cartolerie e via dicendo. Di fatto, tali temporary store sono “fuori” la giurisdizione dell’organizzazione, dunque sono esenti dal biglietto d’ingresso. La Fiera, sviluppandosi all’interno della città non può obbligare ogni turista non interessato ai Comics a pagare il biglietto, è ovvio. Di conseguenza si può girare per la città tranquillamente, e il ticket serve solo per accedere all’interno dei padiglioni del Lucca Comics, seppur sparsi un po’ ovunque. Ma nel momento in cui spuntano i temporary store, che tra l’altro possono rimanere aperti fino a mezzanotte (e non sono costretti a chiudere alle 20 come invece debbono fare coloro che sono all’interno degli stand), il mio interesse ad acquistare il biglietto per la Fiera potrebbe diminuire. L’allarme è stato lanciato dai responsabili dell’organizzazione, e la cosa rischia di diventare seria. Leggiamo da un articolo del Tirreno : se in giro per la città ho a disposizione gratuitamente una quarantina di negozi a tema e posso godere della vista e del divertimento dei cosplayer, il biglietto a che serve. Anche gli appassionati che vengono a Lucca per visitare le mostre e acquistare fumetti e giochi da tavolo sono sempre meno incentivati a comprare il ticket”. Questo è stato detto da Renato Genovese ed Emanuele Vietina, rispettivamente direttore e vicedirettore dell’evento.

impronte-tiziano-sclaviLa cosa meritava un piccolo approfondimento, e così decido di intervistare alcuni espositori del Lucca Comics, di quelli che sono all’interno dei padiglioni tanto per capirci, e chiedo ad ognuno di loro un commento sui temporary store. Loreto, un commerciante di fumetti, mi dice che “lo spazio per tutti i commercianti non c’è all’interno dei padiglioni di Lucca e quindi queste persone si vedono costrette, per necessità di vendita, ad affittare questi locali e ad utilizzarli come negozi di fumetti. Non credo che noi che siamo all’interno dei padiglioni siamo danneggiati, perché la gente è talmente tanta e alla fine lavoriamo un po’ tutti. Certo, un po’ di lavoro lo possono togliere, ma Lucca è una fiera sempre in attivo, e finché è in attivo tutti ci guadagniamo”. Paolo, un editore di fumetti, mi dice che “non c’è alcun problema sotto questo punto di vista, abbiamo lavorato benissimo, non ci siamo fermati un attimo, quindi posso dirti che noi personalmente non ci siamo ritenuti danneggiati da questi cosiddetti temporary store”. Lo punzecchio ricordandogli che i temporary store possono rimanere aperti fino alle 24 rispetto a loro che invece sono costretti a chiudere alle 20, ma lui ha la battuta pronta: “se io lavorassi fino a mezzanotte credo che morirei. Non ho notato nessuna differenza, anche perché dipende che cosa vendono. Noi siamo una casa editrice, portiamo i nostri prodotti e i nostri autori, quindi è probabile che le loro proposte siano diverse dalle nostre. Diciamo che altre realtà e altre sezioni del Lucca Comics potrebbero venire danneggiate, se vendono le stesse cose dei temporary shop. Noi, ripeto, siamo una casa editrice, i nostri prodotti li abbiamo solo noi e non abbiamo grossi problemi di concorrenza. Se avessi venduto i loro stessi prodotti mi sarei probabilmente risentito e sarei rimasto danneggiato da questa cosa”. Infine abbiamo Andrea, un commerciante di giochi da tavolo: “la prima cosa da considerare sono gli orari di apertura cui sono soggetti i temporary store, orari che sono diversi da quelli della fiera, quindi per quanto possano pagare lo spazio – e non so quanto costa – loro possono rimanere aperti con la serranda fino a mezzanotte e quindi possono prendersi tutto il “serale” del pubblico di Lucca, e sicuramente è un vantaggio un po’ scorretto rispetto invece a chi paga uno stand a livello interno dei padiglioni. Posso dirti poi che non mi sento personalmente danneggiato da questa cosa perché non hanno i nostri prodotti. Chi fa concorrenza al Games non sta li, quindi questa cosa personalmente non mi tocca. È ovvio che se si occupassero anche di giochi da tavolo le cose sarebbero diverse. Ma noi tutto ciò l’abbiamo già detto all’organizzazione, però pare che l’organizzazione non abbia alcun controllo su questa cosa”.

La situazione, insomma, non è delle più rosee e la tensione potrebbe continuare a salire negli anni a venire. Non so come finirà questa storia, ma mi dispiacerebbe se l’anima della fiera finisse per essere schiacciata da queste antipatie reciproche. Fortunatamente, in mezzo a tutto questo, c’è ancora qualcuno che fa dell’ironia, e che redige un vero e proprio vademecum su come “sopravvivere” al Lucca Comics (https://n3rdcore.it/lucca-comics-manuale-di-addestramento-3768fd34ed67#.r8ofm4gkq). Leggetelo, e il prossimo anno, se potete, fate un salto alla manifestazione più importante del nostro continente. Lucca Comics and Games è immaginazione, e una persona senza immaginazione è una persona morta.

Matteo Roberti

Foto di Sara Di Carlo