Quelli che ora sembrerebbero essere degli oggetti senza alcun valore, in realtà 30 anni fa erano tra i regali più gettonati tra i fanciulli. Pupazzi di vecchi cartoni animati anni ’70-’80, modellini di treni elettrici delle più variegate marche, Barbie ed altre bambole di vario tipo invadevano le stanze dei ragazzi e delle ragazze dell’epoca. Ora quei ragazzi, diventati adulti, hanno certamente altro per la testa, ma non smettono di pensare nostalgicamente al passato. Fortunatamente in molte persone è ancora vivo il ricordo dei tempi andati, un ricordo che nel tempo si è fatto talmente forte da diventare quasi un grido. Ciò che da bambini non si poteva acquistare, in parte è possibile acquistarlo ora, da adulti. La nostra indipendenza ci da la possibilità di tornare a coltivare quelle che erano le passioni dell’infanzia e, perché no, di provare ad “iniziare” le nuove generazioni a quello che potremmo definire il giocattolo vintage.
Per incoraggiare tutto ciò esistono in Italia una serie di manifestazioni che raccolgono proprio questo genere di passioni, e sfruttano (o forse dovremmo dire cavalcano) l’onda di quelle persone che, a migliaia, chiedono di poter continuare quelle collezioni interrotte trent’anni fa. A Roma, in particolare, lo scorso 27 novembre presso l’hotel Ergife si è svolto “Toyssimi”, l’evento più grande e più importante in tal senso della penisola, almeno a detta di Fabrizio, l’organizzatore di tale evento. Lo abbiamo incontrato.
Ciao Fabrizio. Puoi presentare questa tua idea che, mi permetto di aggiungere, ogni anno trova sempre più pubblico tra le sue fila (lo dico con cognizione di causa visto che sono uno di loro)? Di cosa stiamo parlando?
Stiamo parlando della borsa-scambio di giocattoli d’epoca e di collezione più importante d’Italia. Sono circa sei anni che l’abbiamo presa in mano. In Italia di manifestazioni così grandi e di questo livello a tema giocattolo da collezione non ce ne sono. Noi abbiamo duecento tavoli riservati per lo più al giocattolo anni ’60-’70-’80. Sei anni fa, quando abbiamo iniziato, sia i visitatori che gli espositori non erano moltissimi, mentre adesso abbiamo il pienone sia di visitatori che di espositori. Devo dire che abbiamo fatto davvero un buon lavoro.
Com’è nata questa idea? Sei un vecchio nostalgico anni ’60-’70?
Io sono un collezionista, e partendo da qui ho cominciato a vendere alcuni miei giocattoli, fino a diventare un vero e proprio commerciante di questo tipo di prodotto. Ben presto comunque mi sono reso conto che per andare a trovare la roba che cercavo ero costretto a recarmi per forza al nord. Al centro-sud c’è poco o niente, ed è per questo che abbiamo deciso di creare questo evento proprio per il centro-sud. Ad ogni modo abbiamo raccolto anche parecchie adesioni dal nord. Addirittura lo scorso anno sono venuti ben 3 espositori persino dalla Germania. Possiamo dire che la fiera si sta espandendo di anno in anno.
Quali sono gli articoli che vengono trattati a Toyssimi, e quali ci consigli?
Per quanto riguarda la mia esperienza posso dirti che io sono un collezionista di Big Jim e Subbuteo, ma alla fin fine trovi di tutto, trovi Goldrake, Mazinga, Jeeg… fino ad arrivare agli anni ’90. Vanno poi moltissimo il “retrogaming”, il Nintendo, il Game Boy, tutta questa roba qui va moltissimo, e la fiera ne è piena perché c’è molta richiesta.
A questo punto devi toglierci una curiosità: qual era più gettonato tra il pupazzo di Ken e quello di Big Jim?
Big Jim è più figo, non c’è niente da fare. Aveva i muscoli, andava in palestra. Ken era un bel ragazzo ma insomma, aveva poco muscolo. Però ricordiamo che Ken è nato prima di Big Jim, che invece è un giocattolo messo in commercio nel ’70-’71. Ken invece è nato subito dopo la Barbie, e, come la Barbie, rimane un giocattolo per femminucce. Ken non veniva molto comprato dai maschietti, ed è per questo che la Mattel decise di creare Big Jim. Di crearne tanti, dalla scatola europea a quella giapponese. Stare dietro a tutto, e collezionarli tutti, è difficile. È un mondo molto complicato.
Lanciamo un appello ai nostri lettori collezionisti: diciamo loro quant’è importante la scatola di un giocattolo!
La scatola è fondamentale. Molto spesso mi è capitato, da commerciante, di vendere le scatole vuote. Delle volte è più semplice vendere scatole vuote piuttosto che il personaggio. Sembra assurdo ma è così. Magari qualcuno si è ritrovato dopo anni un giocattolo senza la scatola, e inizia la ricerca di essa.
Puoi dirci, infine, se state pensando di organizzare l’evento anche al di fuori della città di Roma?
In realtà abbiamo già diverse richieste di questo genere, soprattutto provenienti dal nord. Ma anche dal sud si sono fatti sentire. Però, dico la verità, è troppo faticoso per noi, perché ci stiamo sempre molto dietro alla fiera, la curiamo molto. Inoltre per organizzare un evento simile devi necessariamente andare sul posto, in loco, per studiare la situazione, e noi non abbiamo tempo per farlo. Tra l’altro noi organizziamo Toyssimi due volte l’anno, una a novembre e una a marzo, e già questo ci porta via molte energie. Ce ne siamo accorti quando abbiamo deciso di farne addirittura tre annue, aggiungendo una data a maggio, la quale però non si è potuta verificare proprio perché ci siamo resi conto che era troppo vicina alla data di marzo. Non ce la facciamo proprio. Tra l’altro quando si inaugura un’edizione si sta subito al lavoro per la successiva. È davvero un lavoro che porta via molte energie. Un lavoro bello, ma impegnativo.
I più curiosi potranno trovare ulteriori informazioni andando a visitare il rispettivo sito: http://www.toyssimi.it/. Il collezionismo, in chiusura, è una specie di “chimera”, e come tale che va temuta: bisogna saperla domare per impedire di venirne sopraffatti.
Matteo Roberti