“Un giorno un medico comparve nella nostra sala. Era ben vestito, aveva modi educati, e mi guardò a lungo. Era anche un bel uomo. Mi domandò chi fossi. Ma non gli risposi. “Vuoi venire nel mio studio?” mi disse. Io annuii e cominciò la cosiddetta “psicoterapia”, fatta con lui e con estremo amore da parte di quell’uomo, che forse fu il mio salvatore. Certo nei momenti di maggiore angoscia mi rifacevo alla psicoanalisi, e molto mi ha aiutato la simbologia Freudiana a dipanare le mie situazioni, i miei fatti inconsci. Ma molto mi aiutò il dottor G. che con la sua terapia della non violenza dava all‘ ammalato la sensazione di poter essere ancora vivo, o di potere almeno accedere a quella specie di autenticità del vivere, cui, di fatto, il malato solitamente aspira… Era questo dottore, uno che cercava in ogni modo di spiegarmi in simboli; anzi di chiarire i simboli che passavano e si mimetizzavano nella mia mente. Un giorno senza che io avessi detto mai niente del mio scrivere, mi aperse lo studio e mi fece una sorpresa: “Vedi disse quella cosa là? È una macchina da scrivere. È per te per quando avrai voglia di dire le cose tue”. Io rimasi imbarazzata e confusa… Quando avevo scritto il mio nome lo guardai sbalordita. Ma lui con fare molto paterno, incalzò: “Vai, vai, scrivi”. Allora mi misi silenziosamente alla scrivania e cominciai: “Rivedo le tue lettere d’amore… Il dottor G. si avvicinò a me e dolcemente mi sussurrò in un orecchio. Questa poesia è vecchia. Ne voglio delle nuove”. E gradatamente, giorno per giorno, ricominciarono a fiorirmi i versi nella memoria, finchè ripresi in pieno la mia attività poetica. Questo lavoro di recupero durò circa due anni.”
Alda Merini, (2010), Il suono dell’ombra. Poesie e Prose 1953-2009. Mondadori, Milano
Leggendo questo testo bello, umano, di Alda Merini, si possono prendere molti spunti interessanti per riflettere sulla psichiatria e sulla cura delle persone. Sicuramente questo dottore ha puntato molto sulla valorizzazione della persona e molto significativa è la sua frase: “Ne voglio delle nuove”. Ci fa capire che per superare certi problemi è importante sentirsi in grado di fare le cose, conquistare delle proprie sicurezze ed essere valorizzati nei propri talenti. È importante fare cose nuove, per lasciarsi alle spalle il passato e le sue difficoltà. Trovare la forza di esprimersi nel presente può far emergere qualità ancora nascoste che aiutano a conquistare sicurezza e a sentirsi meglio. Penso che questo ci dovrebbe far riflettere sulla psichiatria attuale a dovrebbe essere uno spunto per molti psichiatri e psicologi. È fondamentale l’aspetto umano nell’approccio del dottore con la sua paziente, un atteggiamento non freddo e distaccato ma realmente interessato alla persona e alle sue potenzialità , con uno sguardo rivolto al futuro. Senza l’ approccio del dottor G., probabilmente non avremmo avuto la possibilità di conoscere le poesie di Alda Merini. Le sue parole, che tanto ci hanno emozionato, sarebbero rimaste nascoste e chiuse dietro le mura di un manicomio.
Foto: Alda Merini in una foto di Giuliano Grittini | CC-BY-SA-3.0