Siamo a maggio, il mese della primavera, uno dei periodi più piacevoli dell’anno in cui si allungano le giornate. C’è il sole che riscalda il cuore e la mente e concilia con la vita. La primavera, una stagione spesso definita come rinascita, mai come quest’anno cade a pennello. Dopo le settimane in quarantena, fatte di solitudine e isolamento, è finalmente arrivato il momento per tutte le persone di riprendere piano piano la vita ordinaria.
In alcuni ambiti tornare alla normalità sarà più difficile che per altri. Guardando al mondo dell’arte, della musica, del teatro e del cinema, ci vorrà ancora parecchio tempo per ripartire perché si tratta di ambienti dove si creano assembramenti e, quindi, considerati ancora a rischio. A farne le spese non saranno soltanto i cantanti o gli attori di successo, ma anche gli artisti non professionisti, coloro che guadagnano stipendi più modesti e che a volte devono sbarcare il lunario, vivendo alla giornata. Per questa categoria sarà davvero molto dura.
Un capitolo a parte va speso, sempre in ambito artistico, per il mondo dei musei e delle mostre. Anche qui, per tutti coloro che lavorano in questo settore, sono stati mesi duri, perché costretti a chiudere i battenti. Molto è andato avanti online, ma i risultati non sono certo gli stessi perché, ovviamente, un conto è vedere un quadro o una statua attraverso uno schermo, un conto è farlo dal vivo. Non darà mai le stesse emozioni e sensazioni, l’esperienza artistica si perde, così come si perde il guadagno senza biglietto d’ingresso. Tuttavia, si intravede all’orizzonte uno spiraglio di luce per chi lavora nell’ambiente. Con le opportune misure di sicurezza, mostre e musei sono stati autorizzati ad aprire dal 18 maggio, anche se ognuno potrà decidere in autonomia e in base alla propria organizzazione quando è meglio tornare ad aprire al pubblico. A Roma, per esempio, hanno già riaperto Galleria Borghese e Gnam, mentre si potranno visitare i Musei Vaticani dal 1° giugno e dal 2 giugno la mostra su Raffaello alle Scuderie del Quirinale.
Per quanto riguarda il teatro e i concerti, invece, la strada si presenta più difficile. Come si fa a cantare durante un concerto con la mascherina? Oppure come si fa a garantire il distanziamento sociale tra il pubblico quando non si sta seduti? La strada sarà probabilmente quella degli ingressi limitati, ma sarà inevitabile causare un calo di incassi. Situazione simile per gli spettacoli teatrali, dove il successo si vede quando si fa il tutto esaurito in sala. Difficile per un attore recitare con la mascherina.
Streaming e tecnologia potrebbero aiutare a sperimentare delle alternative, come accaduto nella Fase 1 per molti ambiti. Ma il teatro è spettacolo dal vivo e attraverso dispositivi tecnologici non sarebbe la stessa cosa, soprattutto non ci sarebbero le stesse soddisfazioni personali, per esempio non si potrebbe misurare il tasso di gradimento con un applauso scrosciante e non si vivrebbero le stesse emozioni, né da parte degli artisti, né da parte del pubblico. Lo stesso vale per la musica dal vivo: basta paragonare una folla che canta a squarciagola con uno schermo freddo che per certi versi è come una parete che non consente interazione tra artista e pubblico. L’altro impatto da tenere in considerazione è quello economico: un’esperienza virtuale sarebbe probabilmente meno apprezzata e retribuita di una dal vivo. Per non parlare poi degli artisti non proprio affermati, quelli che devono farsi pubblicità in qualche modo. Magari persone che fanno teatro amatoriale o cantanti che si esibiscono nei bar e piccoli locali nel fine settimana.
La vera questione di tutto ciò è che ai settori dello spettacolo dal vivo non si dà la giusta rilevanza, non rendendosi conto che anch’esso, al pari di altri, genera un impatto economico importante. La SIAE ha stimato che dal 24 febbraio al 1° marzo il mancato guadagno per i teatri sia stato di oltre 10 milioni di euro per via di 7.700 spettacoli cancellati. Per la chiusura delle sale cinematografiche la SIAE ha invece stimato perdite di oltre 3 milioni di euro a settimana. Il mondo dello spettacolo è anche posti di lavoro e crescita culturale, ed è bene ricordarlo.