Istruzioni per rendersi felici (almeno un’ora al giorno)

“Un’ora al giorno almeno bisogna essere felici” (Addeditore, Torino 2015, pagg. 125, 27 euro), è già di per sé un titolo benaugurale per un libro, che già al primo impatto è davvero bellissimo e sorprendente sotto ogni profilo, nell’estetica e nei contenuti e che proprio per questo merita di essere segnalato anche a distanza di anni dalla pubblicazione.

La meraviglia comincia a partire dalla copertina, realizzata con cartone pressato grigio, rilegata con un nastro di tela bianco latte, inciso in caratteri dorati, su cui spicca proprio la frase che è un po’ il leit motif del libro stesso, quell’invito ad essere felici “un’ora al giorno almeno”, disegnato con una pennellata un po’ infantile di vernice nera.

Continuando a sfogliare le pesanti pagine di un libro che è anche un vero e proprio oggetto d’arte, si è mossi sempre più da stupore e poesia. Ciò che si scopre è una raccolta di disegni, rime ed aforismi (in italiano e in inglese), nati da occhi e sensibilità speciali, quelli delle persone che animano il Laboratorio Zanzara. Una cooperativa sociale nata a Torino nel 2010, come progetto di integrazione incentrato su grafica, design e comunicazione per persone con disagio mentale. Persone che sono riuscite a confrontarsi e a persino ad essere competitive con il mercato.

Come ha scritto nella prefazione Fabio Geda, “entrare nel Laboratorio Zanzara è entrare in una bottega dell’anima”. Qui si lavora con la colla, il cartone, la vernice, per creare oggetti d’arte, “ma il lavoro più importante è nascosto agli occhi e avviene in segreto, in luoghi profondissimi custoditi dentro le persone che quegli oggetti costruiscono: è il lavoro sulla dignità, sulla consapevolezza, sull’inclusione”. È basato sulla condivisione del fare. È “il faccio dunque sono” alla base della filosofia che ha animato anche i tanti autori di questo libro che sembra prendere forma per incanto me che invece è frutto di un lungo lavorio su se stessi e sul senso della vita. E’ così che Tripude e Antonino, autori degli aforismi geniali e delle più tenere rime, insieme agli illustratori Petra, Katia Rossana, Stefano, Adele, Gianluca, Enzo, Adriana, Massimo, Sandra, Alessandro, Giuseppe Giovanni, Federico, Mara, Rosa, Giovanna, Noemi, Vincenzo e Tomita che hanno realizzato i disegni che accompagnano i testi,  si rincorrono nelle quattro sezioni del libro (mattino, pomeriggio, sera, notte), regalandoci in maniera inaspettata “minuscole imprescindibili verità”.

Come negli aforismi più lapidari, considerazioni amare e dolci al tempo stesso, come nell’assurdo, nel sogno, nell’ovvietà che spiazza.  “Ogni donna è una repubblica”, “invisibile ogni tanto risaltavo”, “le medaglie vere stan su da sole”, “gli uomini strani attraggono l’indifferenza degli altri”, “la precisione sfocia nella nullità”, “l’amore è bello e fa più bene della televisione”, o – come contrappunto – “la solitudine si sente solo, non si vede e non si tocca”, per finire con quell’espressione meravigliosa “io vado a insomma”.

È tutto un rincorrersi di parole e segni ai quali bisogna lasciarsi andare. Per scoprire espressioni autentiche di una semplicità disarmante, che prima o poi finiscono per appartenere al vissuto personale di ognuno di noi e di fronte alle quali è facile commuoversi e sentirsi intimamente parte di tanta umanità che spesso non emerge perché ancora bloccata da tante sovrastrutture imposte dalle convenzioni sociali. E, invece, è proprio attraverso questo tanto prezioso quanto più inaspettato dono di sé, che i piccoli grandi uomini e donne del Laboratorio Zanzara sono riusciti non solo ogni giorno a migliorarsi, ma persino ad uscire da quello spazio di autoconfinamento che spesso caratterizza le cooperative sociali e a stagliarsi sulla realtà mercato come stelle luminose.

 

PAOLA SARNO