Non c’era miglior modo per iniziare la finale che con la banda dei Carabinieri che ha suonato l’Inno di Mameli, non c’era miglior modo per chiuderlo di Vittorio Grigolo che ha prima cantato un brano di musica classica e poi un medley dei Queen.
Ma questo è stato il Festival dei tormentoni o meglio tante cose che si sono ripetute, in primis la pubblicità e gli sponsor senza i quali non avrebbero potuto pagare tutti i vip che sono saliti sul palco: dalle presentatrici cambiate ogni sera al fianco di Amadeus agli ospiti d’elite stranieri ma anche italiani. Tanto per dirne una Georgina Rodriguez che tra il pubblico aveva come fan un certo Cristiano Ronaldo (citato anche durante la finale poiché ha segnato nella partita che si stava giocando), uno dei calciatori più pagati. Altro ospite che ha fatto salire l’audience è stato Roberto Benigni, Premio Oscar con La vita è bella, il quale ha recitato un pezzo del cantico dei cantici presente nella Bibbia. In generale, durante le varie serate l’audience è sempre stato alto.
Ma torniamo ai tormentoni: un altro che manifesta il cambio di era nei festival è evidenziato da tutti quei musicisti, e non solo, che si sono presentati con tatuaggi in bella vista, primo su tutti quello che ha creato scandalo spogliandosi quasi del tutto: Achille Lauro.
Sanremo è anche il festival (ormai da qualche anno) dei tanti rapper, alcuni dei quali, a mio parere, hanno stravolto con delle cover canzoni bellissime della musica italiana mettendoci in mezzo testi di loro creazione, snaturando il brano originale.
Una nota positiva è il tema contro la violenza sulle donne che, come mi aspettavo, è stato tutto l’opposto delle polemiche pre-festival: dai bei monologhi di Rula Jebreal e Diletta Leotta alla presenza delle cantanti dell’evento “Una, nessuna e centomila” (che faranno un concerto il 19 settembre 2020 a favore delle donne), fino all’ultima puntata in cui Cristiana Capotondi ha parlato della serie tv Rai Bella da morire sul femminicidio di cui è protagonista.
Vorrei anche dare risalto alla canzone di Tecla, 8 marzo, con un testo molto significativo ma che purtroppo è arrivata seconda tra i giovani, dopo Leo Gassmann (forse perché figlio d’arte, chissà?). Per me Va bene così di Leo Gassmann è un brano carino ma sicuramente inferiore a quello di Tecla, che si è dovuta “accontentare” del Premio Lucio Dalla della Sala Stampa, mentre quello della critica Mia Martini è andato agli Eugenio in Via di Gioia. Insomma, tanti giovani bravi, peccato che Sentieri, autore della canzone Billy blu contro il bullismo, non abbia vinto niente.
Gli ospiti che si sono visti e ascoltati cantare più spesso in tutte le giornate sono stati Fiorello, grande showman che tiene il palco come pochi cantando, ballando e recitando monologhi e Tiziano Ferro, che si è esibito con cover e brani propri facendoci emozionare quando ha interpretato Almeno tu nell’universo di Mia Martini. Inoltre proprio tra Tiziano Ferro e Fiorello c’è scappato il bacetto.
Un’altra ospite che ha fatto salire l’audience è stata Dua Lipa, la cantante più giovane che ha un miliardo di follower su YouTube, dettaglio non indifferente visto che da qualche anno il Festival è caratterizzato dal peso del grande successo sui social. Si sono rivisti, tra gli ospiti, cantanti di una volta come Tony Renis, i Ricchi e Poveri che si sono ritrovati, Massimo Ranieri, Al Bano e Romina seguiti dalla figlia.
Non hanno finito il Festival Bugo e Morgan che, al momento del ritiro, già stavano in fondo alla classifica. Nella serata delle cover tra i vari cantanti che hanno deciso di presentarsi con gli autori delle canzoni stesse devo fare un applauso a Enrico Nigiotti che ha deciso di farsi accompagnare da Simone Cristicchi in Ti regalerò una rosa, canzone che parla dei manicomi e che fa emozionare tutti noi dell’ambiente della Salute Mentale. Un altro momento molto toccante è stato con la canzone Io sono Paolo di un ragazzo malato di SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica), anche l’ultima sera c’è stato un ballerino affetto dalla stessa sindrome; bella anche l’idea de Le Vibrazioni che hanno deciso di “duettare” con un ragazzo che si è esibito interpretando il brano attraverso il linguaggio dei segni.
Parlando di sociale non tutti sanno che durante il Festival si fa il Sanremo Social, al quale nel 2015 ho avuto il piacere di partecipare con il CD del Centro Diurno San Paolo “Parapazumpa” lavoro di tanti anni sotto la guida di Patrizia Del Vasco, che era anche la presentatrice in quell’anno della Rassegna a evidenziare quanto, anche dietro le quinte, Sanremo sia sensibile alla Salute Mentale.
Tornando al Festival, ecco di seguito la Classifica finale con accanto, per alcuni, un commento personale:
Morgan e Bugo squalificati
23 Riki
22 Junior Cally, che aveva causato molte polemiche nel pre-Festival per alcuni suoi testi
21 Elettra Lamborghini
20 Giordana Angi, che a me non dispiaceva
19 Enrico Nigiotti
18 Michele Zarrillo, che era uno dei miei preferiti, però effettivamente ha scritto canzoni più belle
17 Rita Pavone
16 Paolo Jannacci, anche questa canzone mi piaceva
15 Marco Masini, anche lui era tra i miei preferiti, ha scritto una bella canzone
14 Alberto Urso, bellissima voce ma finisce qui
13 Anastasio
12 Levante, testo non male
11 Rafael Gualazzi, simpatico
10 Rancore, meritatamente ha vinto il Premio Sergio Bardotti per il miglior testo
9 Irene Grandi, pensavo vincesse qualche premio invece niente
8 Achille Lauro, è arrivato anche troppo in alto
7 Elodie, pensavo vincesse qualche premio invece niente
6 Tosca, ha vinto il Premio Giancarlo Bigazzi per la miglior musica
5 Piero Pelù, il suo testo non era male per il resto il suo stile rock
4 Le Vibrazioni, nei primi giorni pensavo arrivasse sul podio
3 Pinguini Tattici Nucleari, sul podio per l’originalità e la simpatia
2 Francesco Gabbani, ha vinto il Premio Tim Music
1 Diodato, vincitore del Festival di Sanremo 2020, vincitore del Premio della critica Mia Martini, vincitore del Premio della Sala Stampa Lucio Dalla. Automaticamente sarà il cantante che rappresenterà l’Italia all’Eurovision Song Contest che quest’anno si svolgerà a Rotterdam.
In conclusione Amadeus è stato bravo a scegliersi le accompagnatrici e gli accompagnatori, tutte/i oltre che di bella presenza anche acculturati. È stato bravo anche nella scelta degli ospiti, non per niente fa questo lavoro da tanti anni e conosce musicisti e discografici a valanghe.
Purtroppo, come accennato sopra, i tempi sono cambiati e non sempre si trovano musicisti eleganti e con canzoni con temi più delicati come era una volta. Anche se Leo Gassmann per i giovani e Diodato tra i big hanno scritto belle canzoni c’era di meglio, ma poteva anche andare peggio.
Quindi… appuntamento all’Eurovision Song Contest con la seranza che Diodato faccia apprezzare la musica italiana anche in Europa!
Daniel Dell’Ariccia