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Per la buona riabilitazione di un paziente che soffre o ha sofferto di disagio psichico c’è bisogno di un equipe attiva composta da psicologi, psichiatri, operatori e infermieri che operino in strutture sanitarie adeguate. Non sempre, però, nella salute mentale, i pazienti accedono realmente a servizi di riabilitazione concreta. Molti osservatori e associazioni di familiari concordano nell’affermare che l’inserimento lavorativo è uno dei metodi principali di riabilitazione, reintegrazione sociale e miglioramento della qualità di vita, talvolta anche come raggiungimento di una propria autonomia.
A Roma ci sono parecchi esempi di queste buone pratiche: come non parlare del negozio di parrucchiere nel centro diurno di via Vergani (in zona Laurentina) e l’impresa sociale Lakruna, due realtà riabilitative in cui i pazienti di uno spazio socio-sanitario possono riabilitarsi e reintegrarsi socialmente affacciandosi anche alla realtà commerciale e soprattutto lavorativa.
Il centro diurno di via Vergani, tra le 26 strutture simili della Capitale, si distingue per una serie di progetti riabilitativi che, come spiega lo psicologo Stefano Zagarini, responsabile del centro, «affrontano e curano il disagio attraverso programmi terapeutico-riabilitativi che utilizzano le comuni attività della vita quaotidiana come “palestre”», quindi come esercizi per “allenarsi alla normalità” di una vita lavorativa.
Così da quindici anni è attivo il salone di parrucchiere, dove, con l’aiuto degli operatori del centro diurno e di una parrucchiera professionista, tra tinture e messe in piega, vengono impiegati tre hair stylist, che dal lunedì al sabato trovano, grazie al proprio lavoro, soddisfazione e risposte ai loro problemi di solitudine ed emarginazione.
Inoltre, al centro vi sono anche un laboratorio di falegnameria e di sartoria. E a proposito di ago e filo, un ottimo secondo esempio ci viene dalle sarte di Lakruna, prima sartoria creativa di Roma, nata come impresa sociale che occupa nelle proprie fila 7 donne che provengono da percorsi di fragilità e storie di disagio. Quasi tutte sono utenti dei Centri di Salute Mentale ASL RMC, già membri del gruppo di Auto Mutuo Aiuto “AMA FARE” , o aderenti a percorsi di recupero e risocializzazione. Lakruna, situato in via Gattalamelata 56, nel cuore del Pigneto, è un laboratorio in cui si effettuano riparazioni sartoriali e si confezionano abiti e accessori su misura, come borse e cinture, sciarpe, oggetti per la casa e vestitini per neonati.
L’ idea è nata grazie al mutuo aiuto di due sarte, cittadine del VI Municipio di Roma, che hanno trssformato il laboratorio di sartoria del centro diurno in una vera impresa. La cooperativa Lakruna riceve consulenza dal consorzio Sol.Co. e da Bic Lazio. Che LaKruna sia un esempio di buona pratica della salute mentale lo confermò anche il dottor Luigi Attenasio, l’oggi scomparso ex-direttore del dipartimento di salute mentale dell’Asl RMC, quando affermava che “nel passaggio dalla psichiatria, che riguarda solo medici e infermieri, alla salute mentale, che è un prodotto costruito con la partecipazione di tutti, bisogna vincere lo stereotipo che il malato mentale è una persona che non lavora”.
E per superarlo realmente si potrebbe partire dal superare l’idea (e la pratica), ancora piuttosto diffusa, che i centri diurni siano luoghi dove “parcheggiare” i pazienti cronici piuttosto che spazi aperti ed integrati nel contesto sociale e, perchè no economico, delle proprie città di appartenenza.