Finalmente chiusi gli Opg, un altro passo verso i diritti

Gli ultimi pazienti nell'Opg di Barcellona Pozzo di Gotto saranno trasferiti a giorni

Nel mese di gennaio ci domandavamo quando avrebbero chiuso definitivamente gli ultimi Ospedali psichiatrici giudiziari (Opg) rimasti ancora aperti. La risposta è arrivata ieri direttamente dalla ministra della Salute Beatrice Lorenzin: “Oggi è una giornata storica perché siamo arrivati al raggiungimento di questo fondamentale obiettivo che è il superamento definitivo degli Ospedali psichiatrici giudiziari, ormai realizzato in tutta Italia – ma specifica la Lorenzin – abbiamo ancora solo sei pazienti che saranno trasferiti a giorni dall’ultimo Opg rimasto che è quello di Barcellona Pozzo di Gotto in Sicilia – e conclude – possiamo dire che il lavoro del commissariamento è finito e che siamo riusciti a realizzare questo grande traguardo, nei diritti umani e nel percorso della salute mentale”.

La ministra ha voluto sottolineare anche come le Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), che sostituiscono gli Opg e hanno iniziato a funzionare in modo scaglionato dal 2015, presentino “situazioni interessanti che dimostrano come le Rems funzionino anche per l’integrazione delle persone col territorio”. 

Insieme alla Lorenzin ha fatto il punto della situazione anche il commissario unico nominato dal Governo per la chiusura degli Opg, Franco Corleone, che ha dichiarato: “Oggi i risultati sono straordinari perché in pochi mesi abbiamo aperto tutte le Residenze per le misure alternative già pronte e sono finalmente stati chiusi gli Ospedali psichiatrici giudiziari”. Corleone ha poi precisato i numeri di questo traguardo “nelle Rems oggi in Italia ci sono 604 posti e 569 pazienti presenti, dei quali 350 con una misura definitiva e 215 con una misura provvisoria”. Il commissario si è poi soffermato sul dato importante del buon funzionamento delle Rems: “a partire da aprile 2015, vi sono stati 950 ingressi e 415 dimissioni, il che vuol dire che le Rems lavorano in coordinamento con i Dipartimenti di salute mentale (Dsm) e dunque le persone sono state inoltrate sul territorio in strutture diverse: alcune sono in libertà e alcune in altre strutture territoriali”. Questa, ha detto, è la “dimostrazione che le Rems hanno messo anche in moto un rapporto con i Dsm molto significativo“. Le Rems, ha spiegato, “funzionano perché hanno personale molto motivato e vi sono i pilastri della territorialità e del numero chiuso dei pazienti”. Inoltre, ha precisato, “la pratica della contenzione meccanica non è più utilizzata tranne che a Castiglione delle Stiviere, anche per le sue dimensioni di oltre 120 ospiti”.

“La legge Basaglia e la chiusura del manicomio civile è stato un passo fondamentale – ha concluso Corleone – ma era rimasto scoperto ancora il buco nero dell’Opg o manicomio criminale. Con la legge 81 si è affrontata anche questa questione molto difficile e si è trovata una soluzione senza affrontare il problema del codice penale e della questione dell’imputabilità“. 

A commentare la notizia, tra gli altri, il Comitato Stop Opg, da sempre in prima linea. “Ora, con  la chiusura definitiva degli Opg possiamo aprire una nuova fase, assegnando alle Rems un ruolo utile ma residuale, e puntando decisamente al potenziamento dei servizi di salute mentale e del welfare locale, costruendo così concrete alternative alla logica manicomiale, per affermare il diritto alla salute mentale e alla piena e responsabile cittadinanza per tutte le persone, senza distinzione, come vuole la nostra Costituzione. Riteniamo positiva la decisione del Governo di mantenere attivo un organismo istituzionale di monitoraggio sul superamento degli Opg, che chiediamo sia aperto al contributo della società civile e nel quale ci rendiamo da subito pronti a partecipare”.