Salute e condivisione nel web

Sono sempre di più le persone che utilizzano il Web per cercare informazioni riguardanti la salute. I dati di Monitor Biomedico Censis 2014 parlano chiaro: internet è la prima fonte di ricerca di informazioni mediche per il 42% degli italiani. Nulla di sorprendente, considerando che oggi, rispetto non solo al passato più remoto ma anche a pochi anni fa, l’utilizzo del Web per le più svariate attività ha superato di molto quello di altri mezzi. Basta pensare ai siti di acquisti online, dall’abbigliamento agli oggetti di cultura, dai cibi ai prodotti per la casa, per farsi un’idea di come sia velocemente cambiato l’approccio a questo mezzo e l’utilizzo che ne deriva.

C’è da dire però che il problema dell’informazione via Web è che bisogna saper selezionare le fonti, perché c’è il rischio di incappare in notizie inesatte. A questo riguardo sempre più diffusa è la propensione all’autodiagnosi, cosa da evitare perché non fornisce una risposta corretta e sicura alla nostra domanda ma può contribuire invece ad accrescere solo ansia e preoccupazione. Basta provare a digitare ad esempio “mal di stomaco” in un motore di ricerca ed eccoci sommersi da oltre 550mila risultati che non fanno altro che confonderci le idee. Dunque è sempre meglio una visita da uno specialista che ci darà una risposta chiara e ci indirizzerà verso la cura più giusta.

Nel vasto mondo del Web e della salute però si inseriscono anche le comunità online di pazienti: persone che condividono l’interesse per la stessa patologia. Coloro che interagiscono maggiormente sono gli individui affetti da malattie croniche o rare. Le cause di questa forte propensione sono diverse: soprattutto la scarsità di informazioni online e il fatto che una malattia cronica o rara incida fortemente sulla vita di ognuno di loro. Dal punto di vista emotivo è molto importante il supporto che i membri di queste comunità si danno a vicenda nel condividere lo stesso problema e dunque nell’aiutarsi ad affrontarlo insieme. Ognuno infatti impara dalle esperienze altrui contribuendo a costruire quella che può essere definita una gestione collettiva della malattia. È importante anche il fatto che in una comunità online, a differenza del faccia a faccia, venga mantenuto l’anonimato. Questo aspetto favorisce l’esprimersi e il confidarsi di ogni membro, il quale in questo modo si sente più a suo agio.

Sono tanti quindi i vantaggi e i giovamenti di queste comunità online, che fanno sentire il paziente non più solo con la propria malattia ma appartenente a un gruppo di condivisione.

L’unione fa e soprattutto dà la forza.