Elon Musk ha scelto Gertrude, un esemplare femmina di maiale, per sperimentare la sua nuova scoperta. È stata proprio lei, insieme ad altri suini, la cavia protagonista dell’esperimento di qualche tempo fa, per lanciare Neuralink. L’intento era di mettere in comunicazione il cervello umano con l’intelligenza artificiale. Tramite un dispositivo specifico impiantato nel cervello, Gertrude ha permesso di dimostrare l’allora attuale livello di sviluppo della tecnologia informatica, che ha messo in collegamento neuroni-elettronica. Dal 2020 i progressi sono stati notevoli, tuttavia l’obiettivo dell’imprenditore visionario è ancora al di là da raggiungere.
In parole povere, avendo provato ad impiantare un chip nel cranio dell’animale, è stato possibile stabilire un collegamento grazie a degli schermi, facendo seguire in diretta l’attività cerebrale della scrofa. Lo stimolo cerebrale è partito, nel momento in cui questa, ha messo in azione il suo principale e più sviluppato organo sensoriale, l’olfatto. Mentre il muso aveva cominciato ad agitarsi qua e là, sono partiti dei grafici sugli schermi con tanto di suoni, connessi ad un sistema audio, che attestavano la presenza di impulsi tra neuroni e dimostravano la trasmissione, il trasferimento di informazioni. Si poteva ravvisare chiaramente come variava l’intensità dell’attività a seconda di quale punto odorasse e di quello che facesse.
Rispetto al 2019/20 la tecnologia si è evoluta, il design è assai cambiato. Se prima il sistema di Neuralink prevedeva un apparecchio esterno da collocare dietro l’orecchio, adesso invece avrebbe l’aspetto di una monetina che verrebbe posta dentro la scatola cranica, scavando una piccola cavità, tanto da non essere di fatto visibile da fuori. Viceversa la comunicazione con l’esterno, che prima era trasmessa via cavo USB, ora avviene tramite sistema wireless, basata su tecnologia bluetooth a bassa energia; da interfacciare con un computer, o anche con uno smartphone.
Elon Musk, fondatore di Neuralink, ha definito questo dispositivo descrivendolo come “un Fitbit nel cranio”. Per Fitbit si fa riferimento a quei dispositivi elettronici (come un orologio o un braccialetto) che si indossano al polso e servono per monitorare la propria attività fisica e la salute quotidiana.
Infatti le informazioni associate all’attività cerebrale sono di monitoraggio per il momento e spiegano cosa accade nel cervello. Stabilendo una comunicazione col cervello umano, poiché ovviamente questo impianto è pensato per un cervello umano, si potranno migliorare le condizioni di vita di pazienti affetti da malattie cerebrali come il morbo di Parkinson, paralisi e altre patologie neurologiche.
Ma per quale scopo è nato Neuralink? Il seguente impianto prevede molto di più che fare monitoraggio. Questa Startup mira a rivoluzionare il trattamento di molte malattie neurologiche e di aprire nuove frontiere per l’interazione uomo-macchina. Sarà possibile controllare, a scopi medici, sistemi informatici con il pensiero. Un altro obiettivo sarà raggiunto nel campo delle disabilità, ossia aiutare persone con handicap motori grazie al controllo del dispositivo con il pensiero. Nonostante una persona, a causa di una paralisi, non possa muovere braccia e gambe, il suo cervello continua a pensare di voler muovere questi muscoli. Ecco, il chip potrà intercettare questi segnali cerebrali e trasmetterli ad un computer o ad una protesi o ad una sedia a rotelle elettrica, permettendo di controllarli con il pensiero. Il cervello pensa (idealmente), il micro-processore capta quel pensiero come comando e la protesi robotica riceve il segnale e si muove.
Elon Musk ragionando in grande ambisce a molto di più, vorrebbe restituire la capacità di udire suoni, di parlare oltre che muovere arti attraverso l’intelligenza artificiale. In un futuro non troppo lontano vorremmo potenziare le capacità cognitive per curare tutte le malattie neuro-degenerative.
Questi scenari, per il momento, restano dunque in mano alla fantascienza. Sembra tutto troppo audace anche se nella mente di uno degli imprenditori più influenti e controversi del nostro tempo non è solo teoria. Ciononostante l’idea di controllare le cose col pensiero e di fondersi con l’intelligenza artificiale suona futuristico e ricorda il film di Matrix(1999) o la serie Tv di Black Mirror (2011). Emblematica è la scena di quando Neo ferma i proiettili a mezz’aria con il solo potere della mente.
Invece nella serie Tv dagli scenari iper-tecnologici, spesso molto plausibili, ci si avvicina a questo tipo di tecnologia evidenziando gli inquietanti lati oscuri del progresso e di come questo può sfuggire di mano.
Ad ogni modo possiamo dire che questa è una delle imprese più visionarie del nostro tempo, in un futuro soprannaturale che per ora è realizzabile solo nella fantasia del suo artefice, senza dimenticare che ci sono basi scientifiche. Con quest’interfaccia uomo-computer ci si è spinti dove nessuno è mai giunto prima, ponendoci di fronti a sfide etiche col rischio però di ritrovarci in un futuro spaventoso, dove la tecnologia non migliora la vita ma la rende un inferno se mal gestita basti pensare al controllo della mente.
