Visita guidata alla dimora del pittore futurista
“ Espansione, profondità dinamiche”: e’ questa l’immagine dipinta nel 1924 dall’artista che ci colpisce nella visita alla Casa di Giacomo Balla in via Oslavia, nel quartiere della Vittoria a Roma.
Il giorno 20 marzo, infatti, il Centro Diurno, ha organizzato l’evento nella casa dove il famoso pittore torinese ha passato il lungo periodo romano. Questa dimora artistica però ha subito diverse vicessitudini: nel 1994 chiuse i battenti per quasi vent’ anni e, nell’occasione, numerosi quadri sono stati trasferiti per volere delle figlie, Luce ed Elica, in varie parti del mondo.
Quello che rimane della produzione di Giacomo Balla è il tesoro che dopo un po’ di anni ha consentito la riqualificazione della casa-museo. Qui sono stati eseguiti una serie di interventi di tipo conservativo al fine di risolvere ulteriori problematiche di degrado delle opere, come per esempio interventi di fissaggio della pellicola pittorica. A seguito di questa manutenzione, la casa entra in relazione non solo con il clima circostante ma anche con la presenza di visitatori.
A metà degli anni Venti Balla diventa l’artista per eccellenza del Fascismo. E’ proprio di quegli anni infatti la statuetta a Mussolini con la scritta “Sono venuto a dare un governo all’Italia” che consegnerà direttamente al Duce. La famiglia invece si trasferì nell’abitazione del civico 39b di Via Oslavia solo nel giugno del 1929, anche se il pittore futurista aveva scelto la Capitale come sua città, fin dal 1895 all’età di appena venticinque anni.
La Casa è un’officina, un universo costellato di forme e di colori nel quale tutt’oggi si respira un’atmosfera che riflette le idee espresse nel manifesto sulla “Ricostruzione futurista dell’universo”, firmato da Giacomo Balla e Fortunato Depero nel 1915.
Casa Balla, salotto intellettuale per molte personalità dell’arte e della cultura chiuse le sue porte a causa della scomparsa delle figlie. Nel 2004 venne dichiarata di interesse culturale dal Ministero della Cultura e fu ristrutturata dall’Istituto Centrale del Restauro. I lavori sono continuati fino ad oggi curati dal Museo nazionale delle arti del XXI secolo (MAXXI) e dalla Soprintendenza speciale di Roma.
Gli elementi d’arredo della Casa come i lampadari o le seggiole sono asimmetriche e sembrano uscite da un racconto futurista. I quadri vecchi e nuovi non si distinguono dall’arredamento, per una percezione bidimensionale del tutto.
Casa Balla divenne anche un luogo di sperimentazione per il concetto di museo moderno, “L’appartamento non è più né un documento né un monumento – scrive il critico Emanuele Trevi- ma l’immagine evidente e tridimensionale della mente che l’ha abitata e nello stesso tempo immaginata”.