White Lines è una serie drammatica spagnola ideata da Álex Pina (autore dei successi La casa di carta e Vis a Vis) disponibile su Netflix. La serie racconta la storia di Zoe Walker (Laura Haddock) che, venti anni dopo la scomparsa del suo adorato fratello Axel (Tom Rhys Harries) decide di partire per Ibiza, l’isola che lui aveva scelto per lavorare come DJ e dove sono rimasti a vivere i suoi amici.
Zoe è un personaggio complesso, una timorosa cronica, la tipica ragazza che ha la risposta “no” sempre pronta e che non esce mai dalla sua zona di comfort. Cresciuta con un padre-padrone poliziotto, nonostante il felice matrimonio, una figlia e un percorso psicoterapeutico iniziato dopo un tentato suicidio, Zoe non ha ancora superato il trauma dell’abbandono del fratello. In Axel Zoe vedeva una figura da amare e nella quale riporre, seppure inconsciamente, la speranza di essere salvata dall’immobilismo della sua vita, dalle sabbie mobili di una grigia e insipida Manchester che non l’hanno mai realmente fatta sprofondare né le hanno concesso di liberarsi. Sapere della morte violenta di Axel accende in lei il desiderio di fare giustizia e risolvere il mistero anche a costo di perdere tutto, ma non sarà per niente facile. A Ibiza, tra tramonti mozzafiato, party a bordo piscina e discoteche sempre aperte, Zoe capisce ben presto che sull’isola degli eccessi tutti vogliono dimostrare di essere persone migliori, ben diverse da come erano in gioventù. Ma in realtà ognuno mente soltanto a sé stesso ed è ancora incatenato a un passato sregolato e pieno di segreti, segreti per i quali tutti avrebbero avuto motivi validi per uccidere.
White Lines è la storia di un viaggio soprattutto interiore, di delusione e di un abbandono che da subito si concretizza in lutto. Vengono trattati i rapporti sorella-fratello e padre-figlia, la dipendenza, l’amicizia, e poi, sfortunatamente in maniera solo marginale, il complesso di Edipo e la tematica della diversità.
Sono rari i momenti in cui fotografia ed estetica stupiscono. Esempi degni di nota sono, però, la scena in cui Zoe sta trascinando il gommone rosso in un campo di grano dorato o quella, in una delle ultime puntate, in cui la protagonista scende da una rampa per accedere a un parcheggio con un bellissimo contrasto simmetrico tra il grigio del cemento e il blu del cielo. Invece, le scene che coinvolgono Zoe in solitudine al mare, seppur molto curate, essendo ripetute in varie modalità finiscono per perdere di impatto.
White Lines è una sorta di giallo di formazione in cui è bene a fuoco la crescita e lo sviluppo della protagonista. Buone le interpretazioni ma la scelta di lasciare in lingua originale gran parte dei dialoghi non fa che rendere ancora più lento il ritmo narrativo. D’altra parte la serie non si basa su azione e suspense, elementi pressoché assenti, e non si presenta nemmeno come un poliziesco con indagini incalzanti, ma è incentrata su una narrazione coinvolgente che pone una particolare attenzione all’analisi psicologica dei personaggi e alle loro contraddizioni.
Voto: 7 1/2
Fabio F. aka Steve Blue