La pandemia ha incrementato il turismo a colpi di “click”
Il 2020 è stato un anno da dimenticare a causa dell’avvento della pandemia. Una delle molteplici conseguenze sono state quelle nel settore turistico globale, il quale ha subito un duro colpo a livello economico. Tuttavia, si è pensato a dei modi alternativi per non arrendersi al tracollo completo. In ambito culturale è stata data una svolta con l’arrivo della tecnologia. L’incremento della digitalizzazione ha valorizzato il modo di diffondere la cultura. Questo ha permesso di far rientrare l’Italia nella top 10 delle mete culturali con migliore offerta turistica. Con la pandemia il modo di approcciarsi alla cultura si è dovuto adattare a nuovi cambiamenti. Visitare sul posto siti archeologici o mostre non è stato per mesi e mesi possibile quindi la forma digitale è stata l’unica soluzione possibile. L’Italia non ha perso tempo e si è adeguata alle esigenze proposte superando molti altri Paesi europei come la Germania e la Francia. Il risultato in percentuale è stato che il 73% dei musei permette di effettuare visite virtuali e offre un maggior numero di servizi digitali. I tour virtuali hanno permesso di andare alla scoperta di musei, monumenti, mostre e siti archeologici comodamente dal proprio divano di casa quindi senza doversi mettere in viaggio visto poi che non si poteva. Ma anche quando la vita è ripresa gradualmente, l’offerta digitale in ambito culturale ha garantito sempre più servizi, per esempio la prenotazione online è stata una soluzione ideale per gestire la clientela. Può essere effettuata facilmente da casa tramite smartphone, computer o tablet. Questo mezzo era praticabile già da prima ma dopo la pandemia v’è stato un incremento del 20%.
Nonostante tutto, Roma ricopre ancora il primo posto tra le principali mete turistiche e culturali d’Italia. La pandemia per il legame digito-culturale è stata come oro fra le crepe e l’Italia ne è uscita più forte di molti altri paesi. Ciò verrà rafforzato anche dai 500 milioni di euro che verranno investiti dal PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – per la cultura letta in chiave digitale.
Il mondo della cultura è stato posto di fronte a un bivio: restare immobili e attendere che la situazione di teatri, musei, cinema, biblioteche e mete artistiche si districhi, cercando di sopravvivere alla meglio, oppure cogliere nel digitale un’occasione per rilanciare il settore. La seconda è stata la scelta più saggia.
In cosa consistono per esempio le visite virtuali di un museo? Queste visite hanno lo scopo di migliorare al meglio il tour del museo, sono personalizzate con tanto di interazioni e arricchimenti di contenuto, è un viaggio immersivo. Questi viaggi sono pensati per il visitatore che potrà muoversi in maniera indipendente rimanendo però sempre connesso con la tecnologia e i luoghi che si stanno attraversando. Queste visite sono una sorta di autoguida, si potranno ascoltare audio e leggere testi scritti. Ci sono anche contenuti disponibili offline, cioè scaricabili tramite download sul proprio dispositivo, corredati da immagini esplicative. Gli approfondimenti aiuteranno la persona a interagire con il paesaggio che la circonda, immergendosi nello spirito del luogo quasi fosse davvero lì. Un’altra componente base è la realtà aumentata che si è dimostrata un grande valore aggiunto. Grazie ad essa gli animali estinti possono riprendere vita, le antiche battaglie possono essere rivissute, si potrebbe assistere nuovamente a dimostrazioni scientifiche, vedere gli affreschi come erano in origine.
Ai nostri giorni la realtà aumentata sta dando l’opportunità ai musei statici, e magari un po’ noiosi, d’incorporare movimento, dinamismo e interattività per aumentare il coinvolgimento dei visitatori e catturare anche un pubblico nuovo per esempio quello giovanile.
Sono infatti pochissimi i giovani italiani che frequentano i musei, come risulta dalle immagini ISTAT degli ultimi anni. Secondo quanto sostiene il Ministero della Cultura il pubblico “della cultura” è costituito in gran parte da turisti stranieri. I giovani si accostano all’arte solo se accompagnati dai genitori o dalle scuole e quindi costretti…
Quindi, anche per una carenza di stimoli si può perdere l’attenzione giovanile ed è per questo che il digitale deve continuare ad essere presente nel settore culturale non solo nell’intrattenimento. Per esempio, in alcuni musei c’è la possibilità di usare dei visori VR, che consentono agli utenti di visitare l’intero museo tramite animazioni e spazi fluttuanti come se si stesse nuotando sott’acqua. Per concludere, il ruolo delle tecnologie è cruciale per la valorizzazione della cultura e in particolare una migliore esperienza museale attirerà anche i più giovani. Non sembra vero ma la chiusura “fisica” dei luoghi della cultura ha aperto le porte ai musei digitali.
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