Stranger Things 4: da Freddy Krueger a Kate Bush

La quarta stagione della serie iconica diventa più horror, con una miriade di citazioni all’immaginario culturale degli anni Ottanta dove la musica la fa da padrone 

Dopo una terza stagione alquanto deludente, Stranger Things 4 riconquista il suo pubblico. Non solo la nuova stagione è connotata da tinte più horror, con scene più cruente che in precedenza, ma la serie presenta (finalmente) anche degli elementi più prettamente fantascientifici (non più solo fantasy), con una dose di suspense e mistero vicina a serie come Dark, e dove aspetti tipici della fantascienza, del thriller psicologico e del genere dei supereroi sono bilanciati sapientemente. 

Undici (Millie Bobby Brown) è una supereroina, che ha perso i poteri, ciò la rende vulnerabile e piagnucolona agli occhi dei suoi compagni di scuola di cui è vittima di bullismo. Dopo i primi episodi di assestamento, la serie prende finalmente il via, e lo fa percorrendo tre linee narrative distinte ma collegate, ambientate in altrettante location (California, la fittizia Hawkins nell’Indiana, Russia): mentre Undici viene rapita ed è costretta a ripercorrere le tappe del suo passato nel laboratorio segreto, i suoi amici sono alle prese con gli inspiegabili omicidi che si stanno verificando a Hawkins; a ostacolare il loro percorso non ci sarà solo Vecna (Jamie Campbell Bower), ma anche un gruppetto di fighetti, capitanati da Jason (Mason Dye), convinti che l’Hellfire club sia una setta, anziché un gruppo di nerd appassionati del gioco di ruolo Dungeons and Dragons, e che i suoi “adepti” siano i responsabili degli omicidi soprannaturali.

La terza linea narrativa, dall’impianto più storico e da prison movie, è ambientata in una prigione russa, dove Hopper (David Harbour) torna prigioniero con la missione di distruggere l’Ombra, mentre l’amata Joyce (Winona Ryder) tenterà di liberarlo, con l’aiuto dell’eccentrico Brett (Murray Bauman). Tra gli episodi più interessanti vi è quello della genesi di Vecna, nemesi di Undici, che rimanda al passo biblico della nascita di Lucifero, angelo caduto, ribellatosi a Dio e per questo scaraventato sulla Terra, aprendo una voragine. 

La già iconica serie ambientata negli anni Ottanta, lo diventa ancora di più in questa quarta stagione con una colonna sonora ricca di rimandi, che vede in prima fila Kate Bush col singolo Running up that hill; basti pensare che Stranger Things 4 ha fatto incassare alla cantante oltre 2 milioni di dollari, portando la sua musica alle nuove generazioni. Tra gli altri brani della colonna sonora si annoverano California Dreamin’ dei The Mamas and the Papas, Every breathe you take dei The Police, il tema principale de La storia infinita che viene canticchiato, Master of Puppets dei Metallica eseguito alla chitarra elettrica da Eddie (Joseph Quinn), durante lo scontro con Vecna. Non mancano inoltre i riferimenti ai cult horror quali L’esorcista, citato anacronisticamente da Robin (Maya Hawke), quando legge un fatto di persone possedute, rivelando il riferimento metatestuale allo spettatore, nel dire che “però il film viene dopo”; e ancora il progetto Nina di cui fa parte la protagonista Undici, può far pensare a Nina, e allo stesso Nikita di cui è il remake; si cita poi il Freddy Krueger della saga Nightmare e ancora Halloween, quando uno dei ragazzi indossa la maschera del serial killer Michael Myers (già citato in riferimento a Victor), poiché è l’unica a disposizione.

Più implicito è l’omaggio a Il silenzio degli innocenti di Jonathan Demme nell’intera sequenza dell’incontro con Victor (Robert Englund, famoso per aver interpretato Freddy Krueger), dove, nella sezione di massima sicurezza della clinica psichiatrica, Robin e Nancy (Natalia Dyer) dialogano con il detenuto come fa Clarice Starling (Jodie Foster) al primo incontro con Hannibal Lecter (Anthony Hopkins). Viene poi citato I Goonies, cult d’avventura per ragazzi, quando un personaggio, in riferimento a un vecchio piano, scherza “scommetto che se premiamo questi tasti nel modo giusto potremmo aprire la porta di un covo segreto”. E ancora WarGams, Mordor de Il Signore degli anelli, Quella sporca dozzina, Star Wars, Ozzy Osbourne e l’episodio del pipistrello, ma i rimandi non sono solo ai film cult e di genere, e alla musica d’epoca.

Non mancano i riferimenti all’immaginario letterario giallo e horror: oltre a Dustin (Gaten Matarazzo) che cita esplicitamente Sherlock Holmes, con la famosa frase “Il mondo è pieno di cose ovvie che nessuno si prende la briga di osservare”, vengono omaggiati i romanzi di Stephen King, quali Carrie, nella sequenza che vede Undici bullizzata sulla pista di pattinaggio, ma anche nell’ultimo episodio, dove Max (Sadie Sink), dentro l’incubo, si trova a un ballo di fine anno deserto e circondata da palloncini pieni di sangue che cominciano a scoppiare; nell’episodio conclusivo vediamo Lucas (Caleb McLaughlin) leggere un estratto de Il talismano.