Lazio: CONTRO IL LICENZIAMENTO DI 127 PRECARI DELLA SALUTE MENTALE

L’Aresam, associazione che riunisce i familiari dei pazienti psichiatrici del Lazio, ha indetto per il 18 novembre prossimo alle ore 10:00 una manifestazione davanti alla Regione per essere ascoltata dal presidente Nicola Zingaretti, Commissario ad acta della sanità, in merito all’imminente licenziamento di 127 operatori precari (psichiatri, ma anche psicologi, assistenti sociali, infermieri ) che lavorano nei servizi di salute mentale del territorio. Gli operatori precari del Lazio con scadenze settembre, ottobre e novembre hanno avuto la PROROGA fino al 15 gennaio, spostando di qualche mese una riduzione dell’organico che metterebbe seriamente in pericolo la sopravvivenza dei servizi stessi, compromettendo di fatto l’accesso degli utenti alle cure psichiatriche, che già ora vengono erogate con difficoltà e senza la necessaria integrazione socio-sanitaria.

La decisione è stata presa nel corso di un’affollata assemblea che l’Aresam stessa ha promosso lo scorso 23 ottobre a Roma e alla quale hanno partecipato, fra gli altri, Psichiatria Democratica, Cittaddinanzattiva, il Coordinamento Precari e la Fondazione Luigi Di Liegro. Nel corso dell’incontro Paolo Boccara direttore del Dipartimento di Salute Mentale della Asl RmB e coordinatore dei direttori dei Dsm romani ha evidenziato come “la profonda crisi istituzionale in atto metta a dura prova la sopravvivenza stessa dei servizi, il cui disfacimento è ormai sotto gli occhi di tutti”. Boccara ha ricordato anche che “mentre alcuni evidenti progressi come l’assistenza dei sofferenti psichici in carcere, la chiusura degli Opg e la riconversione della residenzialità avrebbero dovuto migliorare l’attuale modello di’assistenza psichiatrica, questi stessi passi in avanti abbiano invece finito per trasformarsi in ulteriori problemi”. Boccara ha ricordato come “il paradosso insito nella riforma psichiatrica implichi un approccio socio-sanitaro integrato alla malattia mentale, in contrasto al modello di cura esclusivamente farmacologico, che anche a livello internazionale, ha già dimostrato tutti i suoi limiti”.

Rispetto agli operatori dei servizi psichiatrici, “una popolazione di persone di età variabile fra i 35 e i 50 anni”, Boccara ha auspicato che avvenga “il necessario ricambio generazionale insieme al confronto più serrato con la generazione ‘anziana’ degli altri operatori, ormai a fine carriera”.

Angelo Ricciardi, portavoce del Coordinamento Precari del Lazio, ha voluto sottolineare poi che attualmente “il numero degli operatori dei servizi di salute mentale è già inferiore del 40-60% rispetto alle esigenze, con punte del – 70% in alcune Asl come la RmD” e che tale penuria imponga contratti molto brevi (anche di 1-3 mesi) o la sostituzione del personale “con addetti provenienti dal settore privato più orientati al profitto che al lavoro di équipe”. Inoltre Ricciardi ha affermato che “sarebbero necessari 6 mln di euro per provvedere alla stabilizzazione dei precari, risorse che la Regione nega di avere”.

Anche la presidente dell’Aresam. Anna Maria De Angelis che ha aperto e concluso l’incontro dopo aver ricordato la centralità della famiglia – con la sua presa in carico h24 – nel processo di cura delle persone con problemi psichici, ha sottolineato come “i servizi, così depauperati di organico e della propria mission finiscano per diventare luoghi di contenzione della sofferenza sia per gli utenti sia per i familiari e per gli operatori stessi”, mentre Giusy Gabriele, esponente di spicco di Psichiatria Democratica che dirige un Csm della Asl RmC, ha confermato che “sarebbe necessario almeno il 50% del personale in più e che i precari che si vogliono licenziare sono un patrimonio di persone già formate da non disperdere”. Per questo anche Psichiatria Democratica così come le altre associazioni che hanno partecipato all’assemblea dell’Aresam saranno in prima fila insieme il 18 novembre prossimo affinché, oltre alla questione dei precari, nel corso della manifestazione vengano affrontati tutti i nodi critici della delicata situazione dei servizi di salute mentale del Lazio. Con l’obiettivo di riuscire a trovare al più presto una soluzione per non far precipitare nella disperazione non solo i sofferenti psichici ma anche le loro famiglie, che altrimenti non avrebbero più alcun tipo di sostegno per i loro cari.

 

Paola Sarno