Più fondi riusciamo a raccogliere, più colori riusciremo a comprare. Più colori riusciremo a comprare, più grigio riusciremo a coprire.
In risposta al muro grigio nasce questo progetto, che ha come obiettivo la realizzazione di un murale. Un’idea che si sviluppa a partire dall’incontro tra i detenuti della Terza Casa Circondariale e SOLO, artista romano esperto nel saper dare una seconda chance ai muri grigi.
Scrive Martina D’Andrea, promotrice dell’iniziativa, “L’area verde è quello spazio – all’aperto – a cui i detenuti della Terza Casa Circondariale di Rebibbia possono accedere per alcune ore al giorno. È pressoché il giardino della struttura a custodia attenuata per ex tossicodipendenti che fa parte del Carcere di Rebibbia, Roma.
Nell’area verde si può fare sport, nel campo da calcetto ci si può sgranchire le gambe. Dal perimetro limitato, alzando gli occhi la visuale è più ampia. Nell’area verde si può leggere il giornale, un romanzo o la sentenza dell’ultima udienza. Giocare a carte o chiacchierare. Nell’area verde si prende il sole non appena si affaccia la primavera.
L’area verde è anche, durante le belle giornate, il luogo in cui si svolgono i colloqui tra i detenuti e i familiari. Lo spazio degli incontri, degli affetti, dei racconti.
L’area verde è circondata da un muro grigio.
In risposta al muro grigio nasce questo progetto, che ha come obiettivo la realizzazione di un murale. Un’idea che si sviluppa a partire dall’incontro tra i detenuti della Terza Casa Circondariale e SOLO, artista romano esperto nel saper dare una seconda chance ai muri grigi.
La raccolta fondi mira a raccogliere finanziamenti per l’acquisto dei colori da usare nella realizzazione del murale che sarà il risultato della collaborazione tra SOLO e i detenuti.
Più fondi riusciamo a raccogliere, più colori riusciremo a comprare. Più colori riusciremo a comprare, più grigio riusciremo a coprire.
E a dare qualche sfumatura in più all’area verde.”
