Come nasce. E’ una cooperativa sociale integrata che nasce da un progetto del 1999, si costituisce nel 2005, il suo scopo è attivare e sostenere i processi di integrazione sociale di migranti e rifugiati, per favorire percorsi di autonomia sostenibili e contribuire allo sviluppo della comunità. In convenzione con il Dipartimento Politiche Sociali, Sussidiarietà e Salute di Roma Capitale gestisce i servizi per l’integrazione di migranti e rifugiati nell’ambito delle attività del Centro cittadino per le migrazioni, l’asilo e l’integrazione sociale di Roma Capitale. Il Centro cittadino è uno spazio polifunzionale dedicato ai temi della migrazione, della protezione internazionale, dell’inclusione sociale e dell’accoglienza, i servizi che vengono erogati sono gratuiti per tutte le persone che ne fanno richiesta, sia migranti, richiedenti asilo che rifugiati. La cooperativa è suddivisa in tre aree d’intervento: area servizi alla persona, area amministrativa e area progettazione e comunicazione. In particolare le aree erogano servizi quali: sportello legale, sportello rivolto a utenza vulnerabile, counseling orientamento lavorativo.
Con chi collabora. Tutti centri di accoglienza di minori e adulti, l’ufficio immigrazione sono i luoghi con cui Programma Integra ha una relazione privilegiata, ma gli sportelli sono aperti a tutto il territorio. In convenzione con l’Azienda Ospedaliera San Camillo – Forlanini, gestisce, da marzo 2016, il servizio di mediazione linguistico-culturale, con la cooperativa Civico Zero da aprile 2016, realizza un servizio di orientamento al lavoro per minori stranieri non accompagnati presso il centro diurno di Via dei Bruzi di Roma, con il Dipartimento Politiche Sociali, Sussidiarietà e Salute di Roma Capitale Programma integra gestisce il servizio di mediazione linguistico-culturale presso il progetto di accoglienza SPRAR per persone richiedenti e titolari di protezione internazionale affetti da disagio mentale Casa Kairos. L’area progettazione si rapporta strettamente con l’area servizi, con la figura di Sara Nicu, che abbiamo intervistato e che realizza e coordina i progetti che vengono finanziati. Il passaparola che arriva da molte associazioni o centri come Civico Zero o Centro Astalli è il canale più usato tra i migranti per segnalare la presenza degli sportelli offerti dal servizio di Programma Integra. Anche il Comune di Roma e le Asl, dal Sert, o il COL sono dei canali d’invio. L’area comunicazione si occupa di raccontare la migrazione, rendendo più vicina una questione che riguarda tutti i cittadini. Il Programma promuove anche attività che esulano dal supporto al lavoro, attività ludiche di relazione, che aiutano la comunicazione tra gli utenti e la struttura.
A chi si rivolge. Dal 2005 ad oggi 4.312 persone sono state aiutate nel loro percorso di emancipazione, con vari interventi, come i corsi di lingua italiana di differenti livelli, corsi di orientamento al lavoro e laboratori di empowerment, rivolti prioritariamente agli utenti ospitati nel circuito dell’accoglienza romano. La vita del rifugiato è veramente stressante, il tempo è fortemente dilatato dalle difficoltà di vivere instrada o in condizioni difficili, se non nei centri di accoglienza, in cui il periodo di accoglienza non sai quando inizia e quando finisce, senza un documento. I tempi molto pressanti per l’uscita dai centri, in contrapposizione con la programmazione di un corso di formazione o di un tirocinio formativo, queste le difficoltà più grandi. Alcuni corsi per l’orientamento al lavoro vengono svolti nella sede di Programma Integra e del Centro cittadino per le migrazioni, che si trova in via Assisi 78, per dare un punto di riferimento alla persona che spesso è fortemente disorientata.
Le azioni e i progetti. Tra i progetti in essere ci sono“Inside” finanziato nell’ambito del Fondo Politiche Migratorie (Anno 2013), dal Ministero del Lavoro, tramite ItaliaLavoto, che prevede l’inserimento integrazione NordSud inclusione, con l’avvio di tirocini che durano sei mesi (il perdo più lungo che la legge prevede per un tirocinio). Per i professionisti del sociale quali operatori sociali, mediatori interculturali, psicologici, educatori, antropologi, assistenti sociali, Programma integra organizza percorsi di aggiornamento sui temi delle migrazioni e dell’asilo, laboratori sulla relazione d’aiuto e la comunicazione assertiva. L’accoglienza di una persona che accede ai servizi di Programma Integra, segue il modello olistico: pur arrivando con una richiesta specifica, è durante il colloquio che emergono le necessità, in quel momento si attiva la presa in carico completa e l’utilizzo della rete di collaborazione con enti e strutture, per rispondere alle richieste lecite che il migrante viene a proporre. La risposta che tali servizi forniscono agli utenti è differenziata a seconda del caso, anche se alcune tappe sono comuni alla maggioranza dell’utenza, come molte domande che riguardano il permesso di soggiorno o di lavoro, per cui Tania Masuri, responsabile dello sportello di orientamento al lavoro, può rispondere. Se invece i problemi di salute sono l’esigenza prioritaria, alcuni degli enti a cui si fa riferimento sono il San Gallicano o il Samifo: la presa in carico può essere sia su tutto il processo d’integrazione della persona che si rivolge al Programma, sia riferita solo ad alcuni passaggi che interessano al richiedente. La metodologia dello sportello è condotta singolarmente, ma ci sono anche gruppi d’inserimento lavorativo (mai più di 10 persone per gruppo), corsi per operatori e professionisti del sociale, sia a pagamento che gratuiti. L’obiettivo del lavoro, se vogliamo uno dei più altri da raggiugere, riguardai bisogni collaterali che chi arriva può manifestare: le persone che arrivano hanno bisogno di tante cose, a volte il lavoro passa attraverso un tirocinio o una formazione che permette loro di farsi conoscere e d’integrarsi, di esperienze propedeutiche all’inserimento lavorativo successivo.
Inserimento lavorativo. Molte delle persone che arrivano la centro sono analfabete, per cui sviluppiamo corsi d’Italiano specifici, dando degli obiettivi intermedi a tutte le persone che si rivolgono allo sportello per un inserimento lavorativo. Una delle cose che si ripete più spesso riguarda la documentazione per l’inserimento su un luogo di lavoro, il cedolino di richiesta del permesso di soggiorno costituisce un documento utile per lavorare, ammenoché non sia un permesso di asilo nei primi due masi dalla richiesta. E’ difficile che la richiesta non venga accolta in qualche modo, per ogni persona il lavoro può essere modulato sia come disponibilità di orario che di modalità d’inserimento. Le aziende con cui si collabora maggiormente per l’inserimento sono BTL, Ente Bilaterale del Turismo del Lazio, aziende di ristorazione, IKEA. Con IKEA si è instaurato un rapporto pluriennale d’intervento in cui le persone inserite gli scorsi anni fungono da mentore per le persone che arrivano per un nuovo tirocinio, questa pratica aiuta l’inserimento e l’integrazione davvero in molte occasioni.
Accoglienza psicologica. Oltre la richiesta di un lavoro, ci sono altre esigenze che possono essere espresse allo sportello di Laura che si occupa dell’accoglienza psicologica. Abbiamo rinnovato il protocollo d’intesa con il Samifo che è un centro pubblico per la presa in carico di persone con disagio psichico della Asl Roma1. Centro che si occupa di persone migranti con disturbi psichiatrici, con il Responsabile di dott. Santone, che lavora in equipe con psicologi ed mediatori culturali.
Il lavoro del Programma Integra può essere simbolicamente assimilato ad una serie di ingranaggi che si aiutano a vicenda in un lavoro continuo, che porta grandi risultati con la collaborazione degli enti con cui si stringono partnership e protocolli d’intesa. Sia l’associazione Medici contro la tortura, Medici Senza Frontiere fino alla Caritas o a Save the Children, abbiamo un rapporto basato sul rapporto diretto regolato da progetti, molte volte finanziato da fondi Europei e Regionali come il FEI e il FAMI.
Per quanto riguarda il bilancio delle competenze e la certificazione dei titoli di studio conseguiti all’estero, le attività vengono seguite per quanto possibile con programmi appositi per le richieste. Per chi non è titolare di protezione internazionale, non può rivolgersi ad un’ambasciata per il riconoscimento del tuo titolo di studi, ma si deve rivolgere al Ministero degli Esteri, con il titolo di studi in originale. Questa questione è difficile da affrontare sia perché certificare una competenza passa attraverso la ricostruzione di una storia personale di chi è fuggito, dove spesso ricordare le vicende da cui è fuggito costituisce uno scoglio difficile da sormontare, sia perché il riconoscimento delle competenze è un’attività tutta da costruire e può essere certificata solo da alcuni enti, come il Comune di Roma o un ente di Formazione e/o Certificatore. Prossimamente le collaborazioni si allargheranno a contesti d’inserimento lavorativo collaborativo, come quello dei coworking, a partire dallo spazio coworking gestito dall’associazione Millepiani, con la quale il protocollo d’intesa prevede diverse azioni che verranno attuate già da settembre 2016.
Valeria Festino