Un cambiamento per il mondo

Uscito di casa a respirare l’aria fredda dei primi giorni del 2022, dopo un periodo di malanno influenzale, ho iniziato a pensare, proprio come una sensazione che si affaccia all’improvviso, al forte periodo di cambiamento che tutti stiamo vivendo. O meglio, alla voglia, al desiderio di cambiamento. Come se l’intera umanità, accomunata dalla piaga pandemica, non potesse far altro che approcciarsi al mondo attraverso la prospettiva del cambiare. Il senso più forte che, oggi, si possa trovare alla realtà. L’unico che dia speranza.

E cambiamenti ce ne sono stati: la variante Omicron, diffusasi a dicembre, non ha lasciato più morti, quei tanti che abbiamo visto nel primo stadio del virus, anche se sta continuando ad insediare la salute di tutti noi. Contemporaneamente, il 2022 è iniziato con il vantaggio di una maggiore copertura vaccinale della popolazione, che dava l’idea di una prospettiva di mesi futuri più sereni.

Ora siamo a marzo, il mese che da sempre è legato al cambiamento perché entra la primavera. E se da un lato le restrizioni con il Covid-19 sono meno forti, dall’altro sentiamo sempre più forti le restrizioni e le tensioni che arrivano dal conflitto armato tra Russia e Ucraina.

Sembra che viaggiamo su un doppio binario, o meglio, su un binario con una rotaia bianca e l’altra nera: lungo una corre velocemente il nuovo conflitto europeo, lungo l’altra una pandemia che sta rallentando. Un binario che esprime già di per sé un conflitto perché, a pensarci bene, le ruote di un treno non possono viaggiare a due velocità diverse. 

Il conflitto non è solo esterno, ma anche interno e ne è causa, insieme alla pandemia. E i dati parlano chiaramente di un aumento del disagio mentale. È quindi necessario incentivare gli aiuti alla Salute mentale delle persone per tentare di porre una soluzione anche ai conflitti interiori e personali. Il bonus psicologico finanziato dalla Regione Lazio, di cui abbiamo scritto in questo trimestrale, è un esempio dei provvedimenti attuati in tal senso, uno degli obiettivi dell’Agenda 2030 stilata dall’Onu, che vuole la salvaguardia della Salute mentale delle persone.

Di Agenda 2030 e dei suoi obiettivi di sviluppo sostenibile abbiamo parlato molto in questo numero, soprattutto, visto che è marzo, del goal numero cinque, che sancisce l’importanza della parità di genere. Su di esso hanno scritto Luigi Saracchi e Remo Reboa nell’articolo “Parità di genere”. Maria Anna Catera, invece, ha riportato un focus su un altro importante provvedimento attuato in questo senso in “Impresa al femminile, il bando della Regione Lazio”. La rubrica “Giovani Scatti”, curata da Francesca Ruggieri parla, invece, della femminilità violata e maltrattata. Alle donne, infine, è dedicata una nuova rubrica, “Ritratto Femminile”, a cura di Anita Picconi, inaugurata con la figura di Violeta Parra. 

In questo numero c’è tanto, tanto altro. L’intervista all’assessora alla cultura dell’VIII Municipio, Maya Vetri, dal titolo: “Con la cultura non si mangia, ma si vive”. Nell’articolo si può leggere dei progetti che l’assessora vuole portare avanti e del suo punto di vista personale e profondo in merito alla cultura. Ed ancora di macchine del futuro con l’articolo di Giuliano Insolia.  

Un omaggio a questo numero, che, è il settantottesimo della storia della redazione di 180 gradi, con un percorso storico che dal ’78, appunto, arriva ad oggi, scritto da Daniel Dell’Ariccia,

Chiudiamo, ritornando all’Agenda 2030 e al conflitto in corso, con l’articolo di Martina Cancellieri, dal titolo “Sviluppo sostenibile: quale futuro con la guerra?” perché come si legge nel preambolo alla stessa Agenda “non ci può essere sviluppo sostenibile senza pace, né la pace senza sviluppo sostenibile”. Tutti noi ci auguriamo che il cambiamento sia attuato attraverso la pace.