Dopo un periodo di cosiddetta pausa, Greta Thunberg torna alla carica, anche grazie al documentario su di lei, I am Greta – una forza della natura di Nathan Grossman, presentato all’ultimo Festival di Venezia e disponibile dal 3 gennaio sulla piattaforma Amazon Prime Video, proprio in occasione del diciottesimo compleanno dell’attivista svedese, famosa in tutto il mondo per le sue coraggiose battaglie.
Sono passati oltre due anni ormai da quando, nel 2018, la sedicenne di Stoccolma si fece conoscere per la sua ferma decisione di scendere in piazza in un anonimo venerdì. In piena autonomia, e rifiutandosi di andare a scuola, la studentessa decise di scioperare per l’ambiente, come protesta contro i potenti del mondo, accusati di stare distruggendo il clima e il futuro a discapito delle nuove e prossime generazioni. Si apre proprio in una mattina di quei venerdì il docufilm che ripercorre un anno della sua missione, fino al Summit dell’ONU sul clima, tenutosi a New York il 23 settembre 2019. In tale occasione, Greta Thunberg rivolse parole forti ai rappresentanti degli Stati membri: «avete rubato la mia infanzia e i miei sogni con le vostre parole vuote» e ancora «come avete osato e come osate continuare a guardare da un’altra parte?».
Ma andiamo per gradi. Da quel lontano venerdì è cominciato un lungo sciopero di protesta, andato avanti per settimane, dando vita al movimento globale Fridays for Future, per cui migliaia di giovani studenti si sono riuniti nelle piazze (anche di Italia) per salvaguardare il clima e l’ambiente. Erano più di due milioni di giovani a manifestare per i propri diritti, e non in cerca di un pretesto per non entrare in classe, come qualcuno insinuò.
La giovanissima leader, diventata in pochissimo tempo icona e modello da seguire, si è ovviamente attirata l’antipatia e l’odio dei potenti del mondo, cominciando dall’ex Presidente degli Stati Uniti, Trump, il quale ha provato anche a screditare la ragazza tirando in causa i sui noti tratti Asperger, la quale invece ha dimostrato come, pur con le sue difficoltà, si possano avere grandi passioni e una forte personalità. È riuscita infatti a diventare un modello per l’intera popolazione giovanile, andando avanti senza avere mai paura di rispondere con le proprie idee a critiche e offese, e senza mai chinare la testa.
Tutto questo l’ha portata a essere apprezzata e stimata da molti, arrivando a essere candidata per due anni di fila al premio Nobel per la Pace, a ricevere prestigiosi riconoscimenti internazionali e a conquistare il primato del volto più giovane scelto dal Time, dal 1927, come “Persona dell’Anno”, per la copertina di dicembre 2019.
Un aspetto molto commovente, oltre che fondamentale, riguarda come, nella sua battaglia, Greta Thunberg sia stata sostenuta fin dal primo giorno dalla famiglia, e come ella per prima sia stata in grado di difendersi dal mondo intero, uscendone sempre a testa alta. Soprattutto quando, come avviene di frequente, qualcuno tende a spostare l’attenzione dal problema globale legato all’ambiente a quello personale della Sindrome di Asperger dell’attivista. Le sue dichiarazioni non possono lasciare indifferenti, lo scorso anno Thunberg si è espressa anche riguardo la pandemia da Covid-19, affermando senza mezze misure che tutto ciò che sta accadendo ci deve far capire che la scienza non si può ignorare, bisogna ascoltarla.
La giovane, in questi anni, non ha mai perso di vista il suo vero e unico obiettivo, ovvero la salvaguardia del clima e della biodiversità. Nonostante la fama avrebbe potuto distrarla, ha continuato a sfruttare al massimo la sua visibilità mediatica, mettendola a servizio delle proprie battaglie, consapevole del fatto che non durerà per sempre.
Nel docufilm I am Greta ci viene raccontato come una adolescente comune, come tante sue coetanee, sia diventata un’icona, facendoci immergere nella sua quotidianità di ragazza, con le sue passioni, i suoi obiettivi e i suoi sogni, fino all’estenuante viaggio attraverso l’oceano, con il padre, a bordo di una barca a vela, per raggiungere New York.