Il diavolo di Lev Tolstoj è un romanzo composto nel 1889, ma venne pubblicato postumo l’anno successivo, alla morte dell’autore avvenuta nel 1910. Il vero motivo per cui questo racconto non fu diffuso quando Tolstoj era ancora in vita lo conosceva la figlia Tatjana, che dichiara così: «La ragione principale per cui mio padre non volle pubblicare “Il diavolo” fu che esso contiene più di un tratto autobiografico. Egli preferì, dunque, nasconderlo per non ridestare una non sopita gelosia della moglie».La trama si articola così: dopo la morte del padre, Evgenji Irtenev, laureato alla facoltà di Giurisprudenza all’università di Pietroburgo, si trasferisce in campagna con l’anziana madre per gestire la proprietà di famiglia. Il padre, infatti, gli aveva lasciato in eredità il suo bel patrimonio ma anche i suoi consistenti debiti che divide con i fratelli. Questo non lo scoraggia dal prendersi cura dell’azienda di famiglia e amministrare i suoi beni.La vita scorre serena e perfetta per il giovane uomo che ha salute, bellezza e stato sociale, finché non incontra Stepanida, una bella campagnola allegra e libertina dagli occhi brillanti e magnetici. Inizialmente la donna non lo aveva colpito, la vedeva come una tra le tante. Anche secondo il pensiero della madre di Evgenji, ossia Marja Pavlovna, era arrivato il tempo di maritarsi, poiché vedeva bene il figlio accanto ad una ereditiera. Era, infatti, una condizione necessaria per saldare i debiti di famiglia. Ma Evgenji si rende conto che non avrebbe più potuto avere Stepanida se si fosse sposato.Finalmente il giovane convola a nozze con Liza Annenskaja. Il matrimonio inizialmente sembra andare molto bene, i due hanno anche una figlia che chiamano Mimì. Ma col passare dei giorni, piano piano, nella sua testa si rifà strada il pensiero di Stepanida. Questo pensiero gli logora l’anima, il desiderio e la tentazione gli annebbiano la mente. Evgenji, è deciso a non cedere ai suoi impulsi. Ma ogni volta che i suoi occhi scorgono Stepanida, viene nuovamente travolto dal desiderio e dal tormento delle paranoie. Cerca di incontrarla diverse volte ma poi si tira sempre indietro. L’apparenza della sua vita idilliaca rischia di crollare inesorabilmente per cedere al male e alla tentazione. Ma forse era più il pensiero di averla che l’averla in sé per sé.Il romanzo ha come tema centrale, dunque, la tentazione dei sensi che corrode l’animo.Tolstoj ha uno stile di scrittura estremamente coinvolgente ed efficace. Trascinando il lettore nella narrazione, la trama si divora in pochi giorni. L’autore esprime tutta la sua creatività e la lettura si fa man mano più intrigante, fino a travolgere il lettore con un finale a sorpresa, anzi con due. Il primo esito è alternativo, sbalorditivo e sorprendente, il secondo viene scritto vent’anni dopo. Nel libro domina il monologo interiore del protagonista Evgenij Irtenev, che si affligge disperatamente per i sentimenti verso Stepanida, una contadina locale con cui aveva avuto una breve storia d’amore. Lo struggimento è devastante, sembra quasi di poter entrare nel tunnel dell’angoscia. I pensieri tormentati di Evgenij si fanno carne. La riflessione morale che deriva dalla tentazione dei sensi, fulcro della narrazione, sono il centro del discorso. Tolstoj è scrittore di sani principi e, dai monologhi interiori del personaggio principale, si evince chiaramente. Il signor Irtenev lotta fino all’ultimo per non cedere alla libidine e al tradimento coniugale e trova come unico appiglio la morte, perché grazie ad essa lo spirito sarebbe rimasto incorrotto. Questo fa capire che l’autore non concepiva minimamente il cedimento alla passione proibita, al sentimento extraconiugale. Il libro, raccontando dei valori perduti, intreccia una storia intensa che più procede e più si fa avvincente e appassionante nonostante il finale inesorabile, che fa precipitare in caduta libera lettore e protagonista in un’aspirale implacabile. Nel titolo viene usata la parola demonio. Il demonio poteva essere la tentazione, o addirittura Stepanida in persona. Il messaggio che Lev Tolstoj ci vuole mandare è che la tentazione va combattuta a tutti i costi, d’altronde aveva un pensiero moralista.
