Studi aperti e gallerie d’arte
In occasione della settimana della “Roma Art Week”la Garbatella è stata protagonista di diverse manifestazioni artistiche, diffuse negli studi del territorio.A cominciare dall’Open Studio Gallery di Patrizia Genovesi in via di Villa Belardi, che ha messo in campo una mostra fotografica dal titolo Identity, a cui hanno collaborato alcuni artisti indipendenti. ”L’esposizione- precisa la curatrice, che ha al suo attivo diverse collaborazioni come l’ Actor Studio e l’agenzia internazionale Magnum Photos- si articola in tre sezioni, nelle prime due emerge la convivialità e socialità del quartiere nei primi anni del Novecento, quando le persone usavano gli spazi comuni come gli orti, i cortili e le scuole, vivendo in ambienti piccoli ma condivisi, rispettando il concetto di Città giardino, secondo il modello inglese quello delle Garden Cityes, altamente vivibile. Tale esperimento architettonico è molto studiato all’estero con grande attenzione alla comunità e all’individuo. La terza sezione- continua Patrizia Genovesi- riguarda il rapporto dell’individuo con l’intelligenza artificiale. Al giorno d’oggi l’uomo si relaziona sempre più spesso con la coscienza artificiale, provocando un cambiamento profondo della propria personalità e della concezione di se stessi”.
Il quartiere popolare ex Iacp è centrale anche nell’Atelier d’Arte di Sandra Gianesini in piazza Damiano Sauli, nel cuore della Garbatella.Quì la curatrice, di origini svizzere, ha allestito una serie di opere con diverse tecniche pittoriche ( acquarello e acrilico) tagliando la tela e inserendo degli inserti rettangolari dello stesso materiale. “ Con questa tecnica artistica- ha detto la Gianesini- voglio rappresentare l’intreccio del tempo che attraversa i luoghi”.Degna di nota anche la produzione figurativa che ricorda la spensieratezza dei giochi dell’infanzia di una volta.
Rulli, bulini e presse sono di casa, invece, all’Alea Contemporary Art.Andrea Pacini e Frank Martinangeli sono gli animatori dell’associazione culturale di viale G.Massaia, dove si pratica il calco su metallo e legno. “ La sperimentazione – precisa Martinangeli- è imprescindibile nella sua produzione grafica,composta anche di pezzi unici, che celano discorsi di denuncia apparentemente non visibili”.”L’utilizzo di materiali inusuali- continua Andrea Pacini- abbinato alle tecniche calcografiche è spesso alla base delle mie opere.Ricerco la compenetrazione di segno, colore e scrittura”.

