“La vita accanto” oltre il confine del pregiudizio

“La vita accanto”oltre il confine del pregiudizioLa vita accantonon è solo un film, è uno specchio e non tutti avranno il coraggio di guardarsidentro. Quest’opera cinematografica porta la firma di Marco Tullio Giordana, tratto dal romanzoomonimo di Mariapia Veladiano (Einaudi, 2010). È una storia che esplora lo stigma familiare, ildiniego di una madre che lascia un vuoto affettivo, il sentimento della diversità, disagio psichico,difficoltà nelle dinamiche familiari. Ma c’è molto di più.Al centro della storia si trovano la madre, Maria (Valentina Bellè), il padre Osvaldo (PaoloPierobon) e la zia Erminia (Sonia Bergamasco).Quando nasce Rebecca la figlia, i due genitori si accorgono subito dell’appariscente chiazzarossastra sul volto della piccola. Sin da subito la madre, dalla chiara mentalità ristretta, la ripudia, sirifiuta persino di tenerla in braccio appena nata e lascia che siano il padre, la zia e la balia aprendersi cura di lei. Appena dopo la nascita, la madre sembra ammalarsi di depressione in quantopassa tutte le sue giornate a letto, chiusa nella sua stanza. Rebecca già da allora comincia asviluppare una profonda mancanza di affetto che l’accompagnerà fino alla vita adulta.È una pellicola che narra la distanza incolmabile tra una madre che non accetta una figlia diversadalle altre, preoccupandosi solo del pregiudizio della gente nei suoi confronti, diversamente daRebecca che non sembra soffrire per la sua diversità. Trova infatti Lucilla, che diventerà suaamichetta già alle elementari; lei la accoglie per quella che è.Il film è ambientato in una Vicenza provinciale degli anni ’80, in cui il pregiudizio sociale era piùsviluppato rispetto alle grandi città di oggi.Da quello che si vede nella pellicola , erano molto rigidele aspettative sociali, l’angioma sul viso della piccola Rebecca era visto come un qualcosa di“anormale”.Il melodramma subisce numerosi colpi di scena tutti da scoprire. Sicuramente il cast è moltoparticolare e gli attori sono degni di nota. Offrono interpretazioni impeccabili, in particolare lasplendida Sonia Bergamasco, forse l’attrice più famosa tra tutti, che negli ultimi anni ha recitato in“Grazie ragazzi” e “La scelta di Maria”.Cosa interessante è che in Maria c’è un’altalena continua di ripudio per Rebecca e piccolissimimomenti di affetto strappati a una quotidianità fatta di rifiuti. Per esempio è proprio lei a regalarealla figlia un pianoforte tutto suo, che Rebecca usò per affinare la sua arte musicale,capacitàereditata dalla zia Erminia che la seguirà dall’inizio alla fine. Non a caso quest’ultima era unapianista affermata e conosciuta che si esibiva anche in concerti.Personaggio affascinante è anche quellodi Lucilla (interpretato da tre attrici diverse per simulare lacrescita della bambina). Già dall’infanzia la bambina appare forte e ribelle. Noncurante dellamacchia color ciliegia sul volto, lei e Rebecca diventano amiche inseparabili. Si fanno confidenze,diventano intime. La protagonista la invita anche a casa sua e Lucilla conosce la famiglia. La madresembra esser contenta del fatto che la figlia avesse fatto amicizia con qualcuno.Nela prima parte del film emerge il grande conflitto tra madre e figlia, che durante la crescitasembra diventare reciproco, nella seconda invece vengono messi sotto i riflettori degli aspetti, percosì dire, diversi…Altro aspetto fondamentale della trama è il talento musicale visto come un trampolino di lancio perun riscatto da quel senso di inadeguatezza della ragazza, che purtroppo, una volta cresciuta, rimastasenza Lucilla, diviene oggetto di bullismo dai suoi compagni di conservatorio. Più diventava bravae più gli altri erano invidiosi, tanto che un giorno le ordiscono un agguato. Questo però non ferma laprotagonista che continua a migliorare col pianoforte seguendo le orme della zia, figura diriferimento femminile.I personaggi del film si evolvono man mano che la narrazione prosegue non solo perché crescono einvecchiano, ma perché la trama prende delle svolte inaspettate. Numerosi sono i cambiamenti.

improvvisi che capovolgono completamente il pensiero su quel personaggio, è un gioco di luci eombre sorprendente.Il finale non è niente di speciale poiché stride con il ritmo di tutto il film che era stato un crescendodi tensione emotiva, un’escalation di curiosità che si conclude con una chiusura poco soddisfacente,come se il regista abbia “trovato una scusa” in maniera un po’ troppo rapida. Tuttavia il film meritadi essere visto.