In questo libro scritto da Antonio Canu per editore Laterza si parla di Roma, ma in un modo insolito al quale mai avremmo pensato. Si parla di “Roma selvatica”. Antonio Canu è ambientalista, esperto di aree naturali protette, giornalista pubblicista e presidente del WWF Oasi. E’ autore di varie pubblicazioni tra cui “Le oasi del WWF”, “Paradisi d’Italia”, “L’Italia protetta” (Mondadori), “Oasi e dintorni” (Adnkronos) e “Le oasi e le riserve del WWF” (De Agostini). Per la narrativa ha pubblicato con Einaudi “Lettera a mia figlia sulla Terra”. Lo scrittore ha dedicato l’opera che recensiamo alla vita selvatica nella Capitale, quella che molti non immaginano nemmeno che esista. Infatti Roma è il comune agricolo più grande d’Europa coi i suoi 86 mila ettari occupati da aree verdi, agricole, non edificate. Il territorio, tutelato all’interno della città, si estende per 82,5 mila ettari, pari al 64% dell’intera superficie ed è costituito da parchi e riserve naturali, da ville storiche, da giardini pubblici, dal verde urbano diffuso e dalle stesse aree agricole. Le aree protette sono 19, per un totale di 41 ettari. Di queste, 14 hanno il perimetro interamente compreso nel territorio della Capitale, altri quattro parchi (Appia Antica, Veio, Bracciano-Martignano, Litorale Romano) si estendono per 27 ettari, in quello che viene chiamato agro romano.
Roma è una città ricca di biodiversità, al suo interno vivono 1.649 specie di piante dette superiori. Appartengono a 199 famiglie e 671 generi. Le famiglie con il più alto numero di specie sono quelle delle Poacee (tipo cereali); delle Asteracee come il tarassaco e la camomilla; delle Fabacee che sono le leguminose, ecc… Quanto alla fauna nel territorio romano vivono più di 5mila specie di insetti, 22 di pesci, 10 di anfibi, 16 di rettili, 121 di uccelli e 39 di mammiferi. Quella urbana è costituita dall’insieme degli animali che vivono in città. Ci sono poi specie che più di altre si sono trovate bene nel territorio urbano come le cornacchie, le taccole simili alle prime ma più piccole, i gabbiani, i piccioni, i pappagalli, i ratti, i topi domestici, i gechi, i gatti, naturalmente non potevano mancare i cinghiali. Questo avviene perché trovano il cibo e cioè i sacchi della spazzatura che fuoriescono dai cassonetti o vengono lasciati per troppo tempo all’aperto. A Roma poi ci sono due fiumi, il Tevere e l’Aniene e tanti altri corsi d’acqua, che un tempo erano molti di più. Alcune delle principali strade seguono il corso degli antichi affluenti del Tevere che scorre da nord a sud, tagliando in due la città. Il bacino di questo fiume è uno dei più grandi d’Italia, si sviluppa per 403 chilometri, parallelamente alla catena degli Appennini. Un tratto dal 1989 è oasi del WWF e ci fa vedere come doveva essere il fiume nel passato. L’Aniene è considerato la spina nel fianco del Tevere perché durante il suo corso ci sono pochi depuratori e la presenza di scarichi industriali illeciti, che in esso si riversano ne inquinano le acque.
C’è poi una Roma tutta notturna, regno dei gufi, delle civette, del barbagianni, degli allocchi, delle volpi, dei rospi, delle falene e dei pipistrelli. Questi animali cacciano le loro prede col buio e durante il giorno si nascondono agli occhi degli umani. Inoltre nel raggio di una manciata di chilometri da Roma, si possono occasionalmente trovare lupi, aquile, orsi e avvoltoi. Roma, insomma, è una grande e meravigliosa città tutta da scoprire, dove l’uomo convive con gli animali, a volte con difficoltà certo, ma ci convive. E’ un grande mosaico di vita e di vite, è una Roma selvatica.
Foto di Gianluca Damiani