La natura nascosta tra i tesori della Roma antica. Il progetto “Spectio” diventa un libro fotografico.

Biodiversità nel parco archeologico del Colosseo e dei Fori imperiali 

Lo sapevate che una coppia di falchi pellegrini nidifica sul Foro di Augusto e che sono più di cento le famiglie di gabbiani, che risiedono stabilmente nelle cavità del Colosseo? Di questo e molto altro si occupa “Spectio” ( per gli antichi romani l’osservazione del volo degli uccelli, dalla quale si presagiva il futuro),  un’idea di monitoraggio della fauna nell’area archeologica del Colosseo, con lo scopo di pubblicare articoli scientifici sulla convivenza tra animali selvatici e l’uomo.  

Il progetto è stato promosso due anni fa dall’Associazione Ornis Italica in collaborazione con il ParCo. “La fauna presente nell’area archeologica – ci ha detto Gianluca Damiani, dottorando in zoologia, fotografo e coautore di Spectio- ha due origini, molto lontane tra loro: alcune specie come il rospo smeraldino e i granchi di fiume sono lì da venti secoli, quindi già dall’antica Roma. I primi sono relativamente rari e qualche centinaia risiedono nelle due fontane monumentali del centro città; i granchi di fiume, invece, vivono nei piccoli canali di scolo o nelle fogne, nell’area ipogea che si collega alla Cloaca Massima. Queste due specie non si disperdono facilmente, quindi sono rimaste intrappolate da secoli nel centro di Roma. Negli ultimi anni, invece, negli anfratti dei Fori Imperiali hanno nidificato diverse specie di uccelli: come i rondoni e i gheppi, una specie sinantropica che vive accanto all’uomo. I primi fanno il nido anche tra i coppi dei tetti dei palazzi d’epoca, addirittura nell’Anfiteatro Flavio ne risiedono tre coppie, perché hanno bisogno di aree indisturbate e cavità più ampie. Anche i gheppi, si annidano negli incavi dei monumenti dei Fori Imperiali. Mentre i falchi pellegrini dall’anno scorso nidificano sul Foro di Augusto. 

Negli ultimi trenta, quaranta anni hanno trovato casa più di 100 coppie di gabbiani proprio nel Colosseo, si tratta di uccelli coloniali e predatori, che risalendo il corso del Tevere si sono stabiliti lì e minacciano la sopravvivenza di altre specie”. 

Questo progetto è diventato anche una pubblicazione fotografica per le edizioni Ricca, redatta in collaborazione con l’archeologa Alfonsina Russo, direttrice del Parco del Colosseo e Andrea Schiappelli, responsabile del progetto Spectio. “Questo libro – continua Gianluca Damiani-  è un invito ad esplorare la straordinaria biodiversità del Parco archeologico del Colosseo, mostrandoci le specie che si sono recentemente avvicinate alla città e quelle invece più difficili da osservare. Nel cuore antico di Roma vivono di giorno e di notte tantissimi animali che dobbiamo tutelare, una biodiversità che è anche un ecosistema, proprio come quello di una foresta”. 

 

Foto di Gianluca Damiani