Un evento per tutti all’insegna della socialità
Un tripudio di eventi soprattutto musicali in un’atmosfera di allegria, possiamo descrivere così la Festa della Cultura, che si è tenuta il 24-25-26 giugno presso il complesso scolastico Principe di Piemonte nel quartiere San Paolo – Ostiense, dal pomeriggio fino alla sera. L’ingresso è stato gratuito. È stata scelta questa scuola primaria perché ha molto spazio a cielo aperto, ossia quattro ettari di verde, giacché sono solo due le scuole che a Roma insegnano sotto agli alberi, all’aria fresca. Quale miglior luogo per allestire una fiera estiva?
L’evento, gestito dall’associazione culturale Controchiave, quest’anno ha raggiunto la 29esima edizione, ed è nato nel 1994. Inizialmente, la Festa della Cultura si svolgeva nei lotti di Garbatella, come di consueto durante l’estate romana. Da due anni post Covid viene tenuta presso questo istituto scolastico zona San Paolo. L’associazione ci tiene infinitamente ad organizzare la festa sia perché crede nella progettualità degli artisti stessi nonché insegnanti appartenenti all’associazione e sia perché vi è la necessità di aprirsi al pubblico coinvolgendo gli appassionati a partecipare ai loro laboratori creativi. Le attività formative sono diverse: si può scegliere tra quella musicale nella quale si può imparare a suonare uno strumento oppure c’è il laboratorio di canto, a cappella o corale oppure quello teatrale, inoltre, ci sono presentazioni di libri, spettacoli di danza, attività ludiche per bambini come lo spettacolo di burattini della compagnia Mangiafuoco. Insomma, è tutto a livello didattico-laboratoriale. Tuttavia, è bene precisare che qui si insegna musica per coltivare una passione, per far emergere il talento e non per formare un ragazzo al conservatorio, non è quello l’obiettivo.
La Festa della Cultura si deve insomma a questa associazione, c’è da dire però che da appena due anni l’associazione si appoggia economicamente a Roma Capitale dunque il supporto economico è fornito dal Comune. Questo è stato un piccolo traguardo perché prima la festa era autofinanziata fino a che l’ente territoriale della città di Roma ha riconosciuto l’importanza del soggetto e ha concesso il suo finanziamento.
Nell’intervista Serenella Presutti, dirigente scolastico della Principe di Piemonte, ci racconta del motivo per cui è stato possibile che una festa del genere sia stata fatta proprio qui, cioè la collaborazione sul territorio con l’associazione Controchiave che è l’organizzatrice storica dell’allestimento: «Per noi cultura non vuol dire solo impartire discipline o percorsi di apprendimento – ci racconta – ma si può fare scuola anche nell’informale quindi con la musica». Grazie a Controchiave e alla longeva collaborazione la scuola impartisce lezioni musicale a bambini e ragazzi attraverso una convenzione.
La musica acquisisce un’importanza considerevole perché facilita il passaggio di socialità, coesione di gruppo e rispetto di regole perché la musica è piena di “regole”. Il ragazzo le apprende implicitamente e le impara a rispettare senza nemmeno accorgersene: per esempio quando si suona in gruppo, tutti i musicisti devono adeguarsi alla musica e al ritmo dell’altro. Ci deve essere armonia. La musica è connessione ed è una modalità espressiva e comunicativa, ecco perché ha una funzione di socializzazione. Se la socializzazione non si crea la cultura non ha eseguito bene il proprio compito. Ci sono intrecci di linguaggi diversi e di attività, è uno spazio di condivisione collettiva. Della stessa idea è il docente di musica Massimo Frasca (da cui il nome della band Massimo Frasca Trio) che da anni fa parte degli insegnanti che portano avanti i corsi di Controchiave, nello specifico Massimo insegna a suonare la batteria. Alla fine dell’anno si organizza un saggio nel quale i ragazzi si esibiscono insieme. «La musica è relazione e ha una capacità formativa che accresce la consapevolezza di ognuno» ci dice convinto l’insegnante. Questo è il motivo per cui si suona insieme nonostante il divario dell’età, è la preparazione che conta.
La seconda intervista è stata fatta alla Titubanda, una banda di strada che suona a Roma (ma non solo) dal 1998. Ama suonare per strada, ma lo fa anche in concerti internazionali che fanno con autofinanziamenti. Provengono da Roma est ma è una band molto aperta agli altri e al mondo, il loro repertorio non è univoco né tradizionale. Non c’è direttore né divisa. È una banda socialmente attivista e partecipa a varie manifestazioni. Suonano generalmente sotto compenso per mantenersi. Il nome richiama il titubare dei musicisti. Il legame con Controchiave è un legame storico perché le manifestazioni organizzate dall’associazione sono state le stesse alle quali la banda ha suonato e ha dato il proprio contributo.
La terza intervista è stata fatta alla band Zenìa, che fa “folk music”, un genere contemporaneo. È stato un gruppo che ci ha incuriosito da subito poiché loro cantano della tradizione popolare di un paese che non esiste, un paese immaginario. Anche la lingua in cui si canta è immaginaria e la musica per acquisire un senso si appoggia al racconto, che illustra storie, leggende e personaggi. «Quello che non c’è bisogna prima immaginarlo» afferma la musicista Nora Tigges. Grazie a Controchiave loro partecipano alla Festa della Cultura.
L’ultima intervista ci è stata gentilmente concessa dalla Iato Orchestra costituita, pensate, da una ventina di musicisti quasi tutti romani. Il clarinettista che parla ai nostri microfoni si chiama Alberto Popolla. La sua orchestra è fatta da musicisti che amano improvvisare quindi non sempre c’è un conduttore. È creatività allo stato puro, la musica esce liberamente e non segue gli schemi. Questo però ha i suoi effetti collaterali le esibizioni non potranno mai essere ripetute, possono apparire come un grande fracasso, ad ogni modo è tutto un esercizio di una creazione brillante. Il segreto sta nell’improvvisazione che non è cosa da tutti, ci vuole esercizio, preparazione anche se in verità sembra un paradosso. Ci sono anche due voci che cantano.
Questa è stata un po’ una panoramica di ciò che è stata la Festa della Cultura, tra brusio generale, andirivieni di bambini, giochi di luci e ombre, visi beati, l’aroma della birra, il suono degli strumenti che si mescolava come un connubio… Dopo il lungo periodo di chiusura e di restrizioni si può dire che questa replica della Festa della Cultura ha aperto i festeggiamenti facendo parlare di sé in queste tre serate estive. Il clima era di aggregazione ed ha allietato gli ospiti creando leggerezza in quest’occasione di ritrovo. Non si poteva far a meno di socializzare.